Cambiano le policy sui visti consolari per la Cina: il Paese ora richiede il deposito delle impronte digitali delle dieci dita già in fase della richiesta del documento. I cittadini italiani devono, dunque, registrare le impronte all’Ambasciata di Roma o nei consolati di Firenze e Milano.
Dal 4 novembre 2019 – come riportato in questo avviso ufficiale -, l’Ambasciata cinese ed il consolato generale in Italia raccolgono le impronte digitali delle dieci dita di tutti i richiedenti del visto cinese, compresi i cittadini italiani.
Il Visa application service center di Milano è stato incaricato della raccolta sui soggetti in possesso di un passaporto ordinario. I tempi delle procedure inevitabilmente si allungano e gli stessi uffici consigliano di prenotare un appuntamento almeno 20 giorni prima della partenza.
I visti consolari rientrano tra le attività di routine delle Tmc e delle agenzie di viaggio che si occupano di business travel e diverse novità di quest’anno hanno aumentato le richieste da parte delle aziende. Ne abbiamo parlato con Alessandra Massa, chief operating officer business travel di Bcd Travel Italia, per approfondire e offrirvi una maggiore conoscenza. Leggerete che l’inasprimento dei rapporti commerciali con gli Stati uniti lasciano intravvedere migliori opportunità di viaggi d’affari con l’Europa, ad esempio.
Da gennaio a oggi, la filiale italiana di Bcd ha gestito più di 1.200 pratiche di richiesta visto in genere e prevede di chiudere il 2019 superando il tetto dei 1.500.
Visto lavorativo per la Cina: le novità
La tendenza parla di un generale incremento delle condizioni e delle procedure di richiesta visti. Spiega Alessandra Massa: «Lo abbiamo visto con la Cina, forse il caso più lampante, che ha aggiunto il deposito delle impronte digitali delle dieci dita già in fase, appunto, di richiesta visto, ma anche la Nuova Zelanda ha introdotto nei mesi scorsi il proprio Eta anche per l’Italia, che si aggiunge ai più “classici” Esta ed Etaper gli Stati Uniti e il Canada, ai quali i viaggiatori sono ormai, per così dire, abituati».
«Queste procedure comportano di conseguenza un allungamento dei tempi per la richiesta visti, ma non solo: la gestione poco ordinata del cambiamento e particolari limitazioni (come, ad esempio, l’obbligo di richiedere visti Cina per i cinque anni successivi sempre presso la sede di deposito delle impronte) possono prestare il fianco a una certa confusione o a errori che causano di conseguenza ritardi nell’emissione.
Gestire le urgenze pesa sulla tempestività e ciò, oltre ad aumentare il carico di lavoro di gestione – anche nei casi di esternalizzazione presso fornitori specializzati –, non può ovviamente incontrare il favore dei viaggiatori.
Il nostro obiettivo come travel management company è minimizzare i disagi, agendo in via preventiva con azioni di comunicazione puntali e complete a tutti i nostri clienti, oltre che con l’aggiornamento e alla formazione continua ai nostri travel agent».
Visti consolari per la Cina, come richiederli
Come per altri Paesi, esistono diversi tipi di visti consolari per la Cina. Quello turistico è il più utilizzato, ma si possono richiedere il visto lavorativo, quelli di studio, di transito, per la visita a parenti e amici, il visto per giornalisti, infine un visto per affari. In Italia i Visa application server center autorizzati sono a Roma e a Milano, come già citato, mentre a Firenze il presidio consolare rilascia il modulo per la richiesta.
Una volta ottenuto il visto il viaggiatore ha tempo tre mesi per entrare nel Paese, poi l’autorizzazione scade.
Sono necessari una fototessera recente (48mm x 33mm) su sfondo chiaro, il passaporto con almeno sei mesi di validità, un documento in carta semplice con le informazioni personali, i biglietti dei voli andata e ritorno e le prenotazioni alberghiere.
La Cina è una destinazione business travel in crescita, in che termini e quali prospettive avete per il 2020?
Continua la manager di Bcd Travel: «Dopo anni di crescita a doppia cifra, la Cina a livello globale sta leggermente rallentando nella domanda. Secondo i dati Industry Forecast 2020 elaborati dal team Bcd Travel Research & Innovation, l’air è passato dal +11,7% del 2018 al +8,2% della prima metà di quest’anno, segno dell’effetto della politica governativa di contenimento del ‘surriscaldamento’ economico e dell’incertezza causata dalla guerra commerciale con gli Stati Uniti. Proprio a causa, però, della tensione con gli Usa, si prevede un aumento dei rapporti commerciali con l’Europa, visto che i consumatori cinesi guardano al Vecchio Continente per i prodotti prima acquistati dagli Stati Uniti. Ci saranno incrementi di rotte aeree Cina-Europa in genere e le tariffe tenderanno ad aumentare, anche se non con lo stesso ritmo degli ultimi anni».
Approfondisci sui Paesi più visa free nel mondo nella classifica dell’Henley Index.