Viaggiatori LGBTQIA+

Viaggiatori LGBTQIA+, c’è un calo di attenzione da parte delle aziende europee

Viaggiatori LGBTQIA+: diminuisce l'attenzione da parte delle aziende europee. I dati raccolti dal Business Travel Show Europe

Viaggiatori LGBTQIA+: c’è un calo di attenzione da parte delle aziende europee. A rivelarlo è un sondaggio realizzato dal Business Travel Show Europe, appuntamento dedicato ai viaggi d’affari che si terrà il 19 e 20 giugno 2024 a Londra.

Diminuiscono i programmi di viaggio per i viaggiatori LGBTQIA+

Nel 2022 si era verificato un picco nel numero dei travel program studiati dalle aziende del Vecchio continente per tenere conto delle esigenze dei viaggiatori LGBTQIA+. Stando invece a quanto dichiarato quest’anno da travel manager e responsabili acquisti, il numero dei programmi rivolti ai viaggiatori con esigenze aggiuntive è drasticamente diminuito, scendendo sotto i livelli di due anni fa.

In particolare,  più della metà (54%) dei 141 intervistati che hanno partecipato al sondaggio ha ammesso che i suoi programmi non tengono conto dei viaggiatori LGBTQIA+, rispetto al 22% del 2023. Un altro 4% dichiara che vorrebbe occuparsene ma che è troppo costoso. Poco più di un quarto (27%, contro il poco più del 26% del 2022) mette a punto programmi per i viaggiatori LGBTQIA+ . Infine, un ulteriore 9% ha in mente di farlo.

In calo anche i programmi per le persone neurodivergenti

Il sondaggio rileva anche una flessione dal 39% al 18% nei travel program rivolti alle persone neurodivergenti, nonostante queste ultime rappresentino circa il 10% della forza lavoro in Europa. “Le ragioni per garantire la neuroinclusione nei viaggi sono vaste” dichiara Helen Moon, Ceo e fondatore di EventWell.  “Al 20% dei viaggiatori è stata diagnosticata una differenza cognitiva neurodivergente. Ma la realtà è che c’è un numero ancora più alto che non  ha ancora una diagnosi”.

È ben documentato che le soluzioni di viaggio a favore di questa comunità favoriscono il benessere mentale di tutti i viaggiatori, allo stesso modo in cui i cordoli dei marciapiedi progettati per le persone con disabilità fisiche giovano a tutti. L’accessibilità e l’inclusione consistono nel rimuovere le barriere per consentire a tutti di avere le stesse opportunità di partecipazione e di impegno. Come settore abbiamo il dovere di sostenere questo aspetto ed è una componente vitale per il futuro dei viaggi e degli eventi”.

Viaggiatori giovani e anziani

Anche nel caso dei viaggiatori giovani e anziani le statistiche mostrano che il numero di programmi di viaggio allineati alle loro esigenze si è più che dimezzato rispetto allo scorso anno. Si è verificato un calo dal 54% al 26% per i viaggiatori più giovani e dal 47% al 23% per i più anziani.

Infine, due terzi (67%) dei programmi di viaggio non prevedono considerazioni speciali per i viaggiatori ebrei. E un altro 7% sostiene che si tratta di una comunità troppo piccola per giustificare i costi. Le stesse statistiche valgono per tutti i viaggiatori religiosi ortodossi.

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Viaggiatori LGBTQIA, interesse verso l’inclusività

“Sebbene questo sondaggio rifletta lo stato attuale, non credo che rifletta realmente l’ambizione dei travel manager e delle aziende di travel management. Stiamo infatti assistendo a un interesse senza precedenti nel costruire l’inclusività nei programmi di viaggio, in particolare tenendo conto delle dinamiche mutevoli della forza lavoro di oggi”. A parlare è Carolyn Pearson, Ceo & Cio di Maiden Voyage . “Le generazioni future sono generalmente più ‘fluide’ dal punto di vista del genere. Le diverse fasi della vita (come la menopausa) portano nuove sfide. Abbiamo una forza lavoro che invecchia e in cui un numero maggiore di persone sarà gravato da crescenti esigenze di accessibilità. E tutto questo e altro ancora dovrà essere preso in considerazione nei futuri programmi di viaggio”.

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