Un documento dell’8 aprile della Commissione europea invita gli Stati membri e quelli “associati” dell’accordo di Schengen a prolungare di altri 30 giorni in modo coordinato l’applicazione delle restrizioni ai viaggi non essenziali da parte di paesi terzi nell’area UE. Questo perché «l’esperienza degli Stati membri e di altri paesi esposti alla pandemia dimostra che le misure applicate per combattere la diffusione del virus richiedono più di un mese per essere efficaci», spiega un comunicato.
La limitazione ai viaggi non indispensabili, quindi, è in vigore fino al 15 maggio 2020.
La comunicazione, che potete scaricare qui, viene successivamente alla raccomandazione della Commissione del 16 marzo che suggeriva di adottare le precauzioni per 30 giorni, ma con la possibilità di un prolungamento del periodo. Che, dunque, si è verificata.
Va premesso che l’azione ai confini può essere efficace solo se decisa e attuata da tutta l’UE e dagli Stati Schengen a ogni frontiera esterna. E deve avere la stessa data di fine oltre che essere aplicata in modo uniforme. Quindi la nuova decisione riporta quanto segue: «La Commissione invita gli Stati membri e associati di Schengen a prolungare in modo coordinato l’applicazione delle restrizioni ai viaggi non essenziali da paesi terzi verso l’area UE fino al 15 maggio 2020. Qualsiasi ulteriore proroga di questo periodo dovrebbe essere valutata ancora una volta, a seconda degli sviluppi della situazione epidemiologica».
Viaggi non essenziali limitati fino al 15 maggio
La vicepresidente per la promozione dello European Way of Life, Margaritis Schinas, spiega: «Tutti gli Stati membri hanno implementato con successo misure di distanziamento sociale per limitare l’interazione e rallentare la diffusione del virus».
Continua: «La restrizione ai viaggi non essenziali da paesi terzi verso l’UE completa queste misure alle frontiere esterne. Mentre possiamo vedere i primi risultati incoraggianti, è necessario prolungare le limitazioni ai viaggi per continuare a ridurre ulteriormente i rischi della diffusione della malattia. Non dovremmo ancora lasciare la porta aperta mentre stiamo assicurando la nostra casa».
Approfondisci sull’approccio dell’Oms sulla mobilità durante la pandemia.
Viaggi in Europa durante il Covid19, l’Irlanda fa di testa sua
Sull’invito europeo del 16 marzo di limitare i viaggi verso l’Europa hanno preso decisioni nazionali tutti gli Stati europei, ad eccezione dell’Irlanda. Gli Stati associati al patto di Schengen si sono detti d’accordo, si tratta di Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera. In tutto, 30 nazioni coinvolte.
Il consiglio non si applicava a chi doveva fare ritorno a casa e a categorie di viaggiatori con funzioni o bisogni speciali. Anche se le decisioni degli Stati sono state prese in date diverse, dal 20 marzo la maggior parte di esse è stata attuata.
Per assistere gli Stati membri nell’appliczione delle disposizioni, la Commissione ha adottato il 30 marzo 2020 alcune linee guida. Esse hanno agevolato i rimpatri da tutto il mondo e la gestione delle persone i cui visti scadevano a causa delle restrizioni alla mobilità.
La guida è stata elaborata con il contributo dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (Frontex). Insieme al Centro europeo per la Prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) e all’Europol.
A questo link si può scaricare un documento sulle Domande e Risposte frequenti per chi viaggia verso l’Europa durante il Coronavirus.