I dati di una ricerca sui viaggi LGBTQ+ (fatta da Booking.com) in 27 Paesi del mondo, evidenziano progressi e difficoltà di queste comunità, in materia di viaggi. L’83% dei viaggiatori LGBTQ+ dichiara di dover considerare la propria sicurezza e il proprio benessere, quando sceglie una destinazione. Un dato che aumenta anche per i viaggiatori intersessuali (90%), gender fluid (90%), transfemminili (89%) e transmaschili (87%).
Tre quarti degli intervistati ammettono che le polemiche hanno avuto un forte impatto sulla scelta della destinazione. Sono i viaggiatori LGBTQ+ provenienti da Australia, Hong Kong e Stati Uniti che indicano di essere i più cauti.
La rivoluzione LGBTQ+ fa un passo indietro?
Nel mondo, ci sono 64 Paesi che criminalizzano le relazioni omosessuali, di questi 11 possono prevedere anche pena di morte. Ovvio che alcune destinazioni siano completamente off-limits. Anche dopo aver prenotato un viaggio, i viaggiatori LGBTQ+ restano all’erta: il 48% ha annullato un viaggio nell’ultimo anno. Fino al 63% per coloro che sono transgender.
La discriminazione rimane una preoccupazione fondamentale nell’intera esperienza di viaggio. Tra tutti i viaggiatori LGBTQ+ il 27% dice di essere stato oggetto di stereotipi. Il 23% afferma di essere stato osservato, deriso o insultato da altri nel viaggio. Il 12% dichiara di essere stato minacciato o intimidito dalle forze dell’ordine locali, questo dato sale a quasi uno su tre (32%) per i viaggiatori intersessuali e a quasi uno su quattro (24%) per i viaggiatori transgender.
Per i transgender, i viaggi possono comportare ulteriori barriere. Se la loro identità di genere, il nome o l’aspetto non corrispondono a quelli del passaporto. Sebbene viaggiare possa infondere un senso di libertà, una percentuale significativa di persone LGBTQ+ si sente limitata. Il 31% ha modificato il proprio comportamento per evitare giudizi o interazioni imbarazzanti con altri (era il 20% nel 2022),
Alleanza nel settore per viaggi LGBTQ+
Esiste una necessità che le compagnie di viaggio si presentino come alleate per implementare politiche inclusive e accoglienti per i viaggiatori LGBTQ+. Il 67% fa ricerche su brand ed esperienze di viaggio prima di partire. La stessa percentuale afferma di essere più propenso a prenotare viaggi ed esperienze con brand gestiti da proprietari LGBTQ+.
Il 74% concorda sul fatto di tendere a favorire compagnie aeree e brand con politiche inclusive. Al momento su Booking.com sono presenti più di 24.000 strutture certificate in tutto il mondo, con accoglienti alloggi Travel Proud disponibili in 118 Paesi e territori e oltre 7.030 città.
6.000 strutture proud certified in Italia
“Noi di Booking.com crediamo che tutti dovrebbero poter essere se stessi ovunque. L’industria dei viaggi ha un ruolo importante affinché questo avvenga”. Afferma il Regional Manager di Booking.com, Alessandro Callari. “Ecco perché il programma di formazione gratuito Travel Proud, disponibile in italiano, è così importante. Siamo lieti che l’Italia abbia il maggior numero di strutture Proud Certified a livello globale – avendo recentemente superando quota 6000. È una conferma che i nostri partner abbracciano la formazione e la possibilità di rendere l’ospitalità più inclusiva.”