Da un lato il lusso, il premium, che ancora si impone nel mondo del turismo per tanti viaggi d’affari, specie se visti da fuori. Dall’altro i voli, i biglietti aerei in classe economy per tratte brevi o lunghe di molte compagnie aeree. Per lavoratori che siedono tra mille impegni senza troppe coccole e con qualche rischio di sciopero.
Come va realmente il mercato? Italia non è uguale a resto del mondo, ovviamente e nemmeno Europa. Ad ascoltare i commenti di molti viaggiatori d’affari italiani, magari over50, ci si lamenta del come essere passeggeri “in prima” come un tempo, capiti sempre meno. Altrove si sente invece dire che la domanda di posti aerei premium è in forte ripresa.
Viaggi aerei premium oggi come nel 2019
A leggere i dati, in effetti, il numero di passeggeri che viaggiano nelle cabine delle compagnie aeree premium in Europa ha raggiunto il 90% e oltre, dei livelli pre-Covid. La domanda è tornata, fortemente, con l’associazione delle compagnie aeree IATA che fornisce dati certi: il numero di passeggeri premium in Europa, sia viaggiatori d’affari sia di prima classe, ha raggiunto il 93,1% dei livelli del 2019. Solo un anno fa, si era al 56%.
La stessa IATA osserva che il traffico premium si è ripreso più rapidamente del traffico passeggeri in generale. Parlando di settore aereo globale. Il numero di passeggeri aerei in Europa ha raggiunto l’86% dei livelli 2019 a febbraio, anticipando altre zone, soprattutto l’Asia Pacifico, ancora in ritardo per ora.
Il Nord America è quello che ha registrato la più forte ripresa del traffico aereo premium: a febbraio 2023 +8% del pre-Covid. Insomma, le lamentele di certi “vecchi” ben abituati sin dal vecchio secolo, che a volte dicono di sentirsi ora come dei pacchi Amazon, sballottati dai corrieri, si scontrano con la tendenza generale positiva, per i viaggi aerei di classe premium.