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Vaccini Covid19 in azienda al via: il piano prende corpo dopo il Protocollo

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Vaccini Covid19 in azienda: il piano prende corpo dopo la firma del protocollo nazionale fra imprese, sindacati e Governo. Secondo le ultime informazioni, le organizzazioni che hanno aderito superano le 700. Una volta vaccinati anziani e pazienti fragili, tutte le Regioni potranno dare il via anche a questa campagna in base all’andamento del proprio programma. L’iniziativa nasce dalla volontà del commissario straordinario dell’emergenza Covid-19, il generale Francesco Paolo Figliuolo, di aumentare i punti di somministrazione degli antidoti in tutta Italia.

Perciò ai 2.300 hub operativi, andranno ad aggiungersi anche gli spazi aziendali autorizzati.

Vaccini Covid19 in azienda: il via libera è vicino

Con probabilità si potrà partire a maggio. Lo stesso Figliuolo, nei giorni scorsi ha dichiarato: «Siamo vicini, mettiamo in sicurezza gli over 70 e poi si farà mano mano che procediamo a vaccinare i 65 anni».

Il progetto è in dirittura d’arrivo, dunque, approssimandosi il periodo dell’apertura della campagna vaccinale alla fascia d’età tra i 50 e i 59 anni, cioè la 4^ categoria del piano vaccinale nazionale.

Tra le aziende e gli enti accreditati ad eseguire le somministrazioni ai loro dipendenti ci sono Rai, Stellantis, Unipol e Ferrovie dello Stato. E ancora, Tim, Enel, Intesa San Paolo, Eni, Poste Italiane, Leonardo. Tra gli enti figurano la Figc (Federazione gioco calcio), la Federazione dei medici sportivi, Coldiretti e l’Agenzia del Demanio.

Il protocollo degli hub vaccinali nei luoghi di lavoro

Di fatto, l’iniziativa chiarisce che i vaccini in azienda rappresentano un’attività di sanità pubblica all’interno del Piano strategico nazionale per la vaccinazione anti-Sars-CoV-2/Covid-19 predisposto dal commissario straordinario.

I datori di lavoro offrono la propria disponibilità ad allestire spazi singolarmente oppure in forma aggregata, indipendentemente dal numero di lavoratrici e lavoratori occupati, al fine di vaccinare chi ne fa espressamente richiesta tra i dipendenti e i collaboratori (in modalità volontaria, ndr). Va comunicato all’Asl di appartenenza il numero di vaccini richiesti, per una corretta distribuzione delle risorse.

La somministrazione non segue un ordine che considera l’età dei dipendenti.

Per l’avvio dell’attività, è necessario che l’azienda sia in possesso di alcuni requisiti, elencati nel documento “Indicazioni ad interim per la vaccinazione nei luoghi di lavoro”. Tra i quali possedere una popolazione lavorativa sufficientemente numerosa. Chi, invece, ha pochi dipendenti può considerare modalità organizzative promosse dalle associazioni di categoria.

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Costi per l’azienda e somministrazione

I costi per la realizzazione e la gestione dei piani aziendali, anche per la somministrazione, sono interamente a carico del datore di lavoro. Antidoti e siringhe sono invece forniti dai servizi sanitari regionali. Il medico del lavoro dell’azienda è la figura preposta alle informazioni su vantaggi e rischi connessi alla vaccinazione.

Dunque acquisisce il documento di “consenso informato” del lavoratore. Inoltre, svolge la funzione di triage preventivo sullo stato di salute e la tutela della riservatezza dei dati.

Il protocollo stabilisce che la somministrazione è riservata ad operatori sanitari «in grado di garantire il pieno rispetto delle prescrizioni sanitarie adottate per tale finalità» e in possesso di un’adeguata formazione per la vaccinazione anti Sars-CoV-2/Covid-19.

Tutte le persone vaccinate vengono registrate al servizio sanitario regionale, che fornisce lo strumento di registrazione.

Oltre agli spazi per eseguire le somministrazioni direttamente in azienda, le imprese possono sia rivolgersi a strutture sanitarie private sia a quelle dell’Inail.

Per la formazione sull’esecuzione della vaccinazione, ai medici e al personale sanitario di supporto è offerto il corso sulla piattaforma di educazione continua dell’Istituto superiore di sanità (Iss), realizzato con l’Inail.

Approfondisci su tutti i documenti ufficiali correlati al Protocollo nazionale per l’attivazione di punti straordinari di vaccinazione nei luoghi di lavoro.

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