Dal 2017, in Europa le telefonate da cellulare saranno più convenienti. Niente extra costi legati al roaming internazionale, che fino a oggi faceva sì che ogni utente che si trovasse all’estero pagasse una quota aggiuntiva al proprio abbonamento per ogni chiamata e per ogni sms fatto o ricevuto.
Il Parlamento europeo, dopo 2 anni di discussioni, ha infatti approvato il “Telecom single market” che punta proprio in questa direzione. A trarne vantaggio non saranno solo i business traveler che sempre più spesso si spostano per lavoro all’interno della Ue ma anche i turisti che una o 2 volte l’anno varcano il confine nazionale, rendendo il continente europeo ancora più unito. Oltre che nei 28 stati membri, la misura sarà valida anche in Svizzera, Norvegia e Islanda.
A questo risultato si arriverà per gradi: dal 30 aprile 2016 le telefonate dai cellulari saranno meno care rispetto a oggi ma avranno comunque un sovrapprezzo di 2 centesimi per gli sms, di 5 centesimi al minuto per le chiamate e di 5 centesimi per megabyte scaricato (oggi sono di 6, 19 e 20 centesimi di euro). Dal 30 giugno 2017, poi, tutto sarà uniformato, per la gioia di chi ha frequenti contatti di lavoro con l’estero.
A tal proposito, lo scorso anno la Commissione Ue aveva interpellato 28 mila cittadini circa le loro abitudini telefoniche durante soggiorni all’estero, dove è emerso che la prassi è quella di usare parsimonia nel connettersi, nell’inviare messaggi e nelle conversazioni proprio a causa degli alti costi. Il 47% del panel di intervistati aveva dichiarato che non avrebbe mai utilizzato il proprio smartphone per collegarsi a internet dall’estero mentre la quasi totalità (94%) non si collega ai servizi dei social media. Un po’ di pausa dalle connessioni per svago può far bene. Meno se si tratta di un utilizzo lavorativo: addirittura solo il 10% consulta le mail con la stessa frequenza di quando è a casa mentre solo 3 viaggiatori su 4 tengono il telefono acceso una volta varcato il confine anche se, dal 2007 a oggi, il costo delle chiamate intracomunitarie tramite cellulare si è progressivamente ridotto.
Da più parti, però, sono sorti dei forti dubbi in merito all’efficacia del provvedimento comunitario dove si sottolinea che le compagnie telefoniche potrebbero far rientrare i costi “dalla finestra”, spalmando su tutti i propri abbonati le spese extra. Un esempio? Un businessman italiano utilizza il proprio telefono quando si trova in Danimarca, utilizzando automaticamente la rete X danese. Una volta rientrato a casa, questa rete estera chiederà il “conto” al gestore italiano che alla fine spalmerà queste spese su tutti i propri abbonati, a danno soprattuto di chi all’estero non va mai. C’è però da considerare un altro punto, fatto presente da chi è favorevole alla misura: crediti e debiti tra compagnie telefoniche europee andranno molto spesso a compensarsi, al punto che a fine anno potrebbero non esserci “surcharge” sugli abbonati.
Ma non è finita: ogni compagnia potrà fissare un numero massimo di giorni di utilizzo del telefono quando si è oltreconfine. Questo tetto è fissato in base a dei calcoli statistici che prendono in considerazione quanto a lungo e quanto spesso i propri abbonati viaggiano in Europa durante l’anno. Ne uscirà un numero medio di giornate, che sarà appunto il tetto massimo oltre il quale la compagnia potrà applicare dei supplementi approvati dalle authority delle comunicazioni. E questo punto gioca a svantaggio di chi si reca spesso all’estero o all’estero risiede per lunghi periodi.