Lasciata definitivamente alle spalle la crisi degli anni passati, il settore del trasporto aereo ha ricominciato a crescere: per il 2014 si prevede infatti uno sviluppo medio su base annua di oltre il 5%,destinato a trovare conferma anche nel 2015. A segnalarlo è stato il prof. David Jarach, Ceo di diciottofebbraio Aviation Advisory e noto esperto del mercato (nella foto), durante il webinar “Outlook sul trasporto aereo 2015”, organizzato lo scorso 10 novembre dalla travel management company Carlson Wagonlit Travel. Oggi l’industria aerea dimostra una maggiore competitività rispetto al passato e risente in minor misura delle crisi geopolitiche (Ebola, primavera araba ecc.). L’anno, dunque, si chiuderà per i principali vettori Iata con profitti pari a 18 miliardi di dollari: un risultato decisamente positivo trainato in particolar modo dall’ottima performance dei vettori nord americani (+4%), che hanno saputo riposizionarsi sul mercato in maniera eccellente grazie alla messa in atto di fusioni e acquisizioni. Più moderata, invece, la crescita dei profitti per le aerolinee europee (poco meno del 2%).
Modelli di business in evoluzione
A detta di David Jarach, oggi il trasporto aereo del Vecchio continente esibisce alcune tendenzedestinate, nel futuro, a modificarne il Dna: prima fra tutte, la convergenza dei modelli di business delle compagnie di linea e dei low cost carrier. Da un lato, infatti, il vecchio concetto di compagnia di linea è stato superato in favore di una più profittevole offerta di servizi “à la carte”: basti pensare che la rinnovata redditività del comparto deriva per l’80-90% dalla generazione di extra revenue (ancillary services e fuel surcharge). Una tendenza, questa, che è ormai stata ampiamente “digerita” dal settore turistico (ormai i Gds visualizzano l’intera gamma dei servizi ancillari), ma che forse deve ancora essere adeguatamente recepita dalle aziende e, conseguentemente, inclusa nelle travel policy. Dall’altro lato, si assiste all’ibridazione di vettori a basso costo “puri”: un esempio per tutti è Ryanair, che non opera più esclusivamente su scali secondari, ma ha aperto basi a Roma, Madrid, Bruxelles e Copenhagen allo scopo di catturare una più ampia fetta di traffico business. Le low cost, inoltre, oggi puntano all’offerta di collegamenti a lungo raggio: fino ad oggi a fare da apripista sono state le compagnie Norwegiane Wow Air, con un numero ridotto di rotte e frequenze. Nel 2015, però, il modello LCLC (Low-Cost Long-Haul) potrebbe prendere piede, anche in considerazione del fatto che nel prossimo triennio (2015-2017) è prevista la consegna ai vettori a basso costo di ben 300 aeromobili nuovi.
I vettori tradizionali risponderanno alla concorrenza delle no frills adottando una politica tariffaria aggressiva, di cui beneficeranno anche i business traveller. Un ausilio su questo fronte, soprattutto nell’ambito dei viaggi d’affari, sarà fornito dalle nuove tecnologie in grado di catturare e elaborare i dati per profilare più efficacemente la clientela: le wearable technologies, come Google Glass o gli smart watch, saranno utilizzate dai vettori su base abituale per il riconoscimento del passeggero e l’offerta di servizi e proposte commerciali personalizzate. Inoltre, le aerolinee si affideranno sempre più spesso a sistemi di app integrate e orientate alla “gamification” del cliente.
Protagoniste Lufthansa e Turkish Airlines
Tra i player europei, nel 2015 assumeranno un ruolo di primo piano Lufthansa e Turkish Airlines: il gruppo tedesco, infatti, ha annunciato il lancio di un vettore low cost sul lungo raggio (Wings). L’operazione, della quale non si conoscono ancora i dettagli, consentirà al gruppo tedesco di dare battaglia ai suoi principali competitor, come airberlin. Turkish Airlines, invece, proseguirà la sua politica di espansione in Europa, giocando sull’offerta di servizi di alta gamma a tariffe competitive. Una strategia già visibile in Italia con la recente inaugurazione di Bari quale decima destinazione da Istanbul.
In Italia crescerà il low cost
Secondo David Jarach, nel nostro Paese si prospetta una sempre maggiore penetrazione dei vettori low cost. Ad oggi 20 scali sui 37 inseriti nel recente Piano nazionale degli aeroporti ospitano una compagnia a basso costo. La formula degli scali mono-base LCC, però, sta tramontando per fare il posto a quella delle aerostazioni con più basi di vettori no frills: già oggi, ad esempio, Roma Fiumicino ne accoglie tre.
Si attendono, inoltre, le ripercussioni sul mercato di Expo 2015, che potrebbe stimolare un aggiustamento della capacità offerta nei vettori già presenti in Italia (attraverso l’utilizzo di aeromobili più grandi, come gli A380), ma anche l’ingresso di nuovi attori attraverso la stipula di accordi di code share.
Testo di Arianna De Nittis, Mission n.7, novembre-dicembre 2014