Compagnie low cost, dodici anni dopo. Dal 2000 al 2012, com’è cambiato il mercato e quali sono, in particolare, le ultime tendenze in Europa e in Italia? A un primo sguardo, il cielo dei vettori a basso costo sembra sereno da oltre un decennio: nella ricerca “Evoluzione del traffico low cost a livello europeo e nazionale” (condotta da KPMG per Enac e pubblicata a maggio 2011) emerge chiaramente come queste compagnie siano cresciute velocemente a livello mondiale, favorendo lo sviluppo del traffico complessivo a fronte di risultati poco entusiasmanti da parte dei full service carrier (Fsc). In particolare, dal 2004 al 2009 le low cost sono passate dal 13% al 22% del totale dei posti offerti, con un tasso di crescita annuale composto (CAGR) pari al 14%. I vettori tradizionali, invece, sono scesi dall’87% al 78% con una percentuale CAGR del +1%.
Passando ai dati più recenti, le cifre diffuse da Elfaa (European Low Fares Airline Association) rivelano che nel 2012 è continuato il trend di crescita, nonostante la difficile situazione economica. Nel periodo gennaio-dicembre 2012 i vettori aderenti all’associazione hanno trasportato più di 200 milioni di passeggeri, con un incremento del 7,2% rispetto all’anno precedente. Il load factor è rimasto stabile all’83,2% e questo indica che le compagnie Elfaa hanno volato con aerei più pieni dei loro competitor, con maggiori efficienze in termini di business e di tutela dell’ambiente. Inoltre, il numero di aerei a disposizione di questi vettori è aumentato del 9,4% in confronto al 2011, a ulteriore conferma della crescita ininterrotta di questi player.
Non è tutto oro quello che luccica
Non bisogna dimenticare però che, a fronte di numerosi successi di alcune compagnie, si sono verificati anche diversi fallimenti da parte di altri operatori. In Europa sono nate 75 compagnie low cost tra il 2000 e il 2009, molte di più che in altre aree geografiche (48 in Asia, 22 in Nord America, 9 in Sud America e in Africa, 6 in Medio Oriente e in Oceania). Il Vecchio Continente, tuttavia, ha il primato anche delle chiusure nello stesso periodo: 34 in totale, ovvero il 45%. La situazione che ne risulta è un mercato in cui si sono affermati pochi vettori leader con elevati volumi di traffico, a cui si affiancano piccole compagnie specializzate su particolari segmenti. Ma i player meno strutturati e con meno solidità finanziaria non sempre riescono a fronteggiare la concorrenza, percorrendo una parabola discendente che può portare alla sospensione della licenza. In Italia, uno degli esempi più recenti ed eclatanti è stato quello di Wind Jet. Fallite le trattative per la fusione con Alitalia, il vettore ha lasciato a terra centinaia di passeggeri. E non è l’unico caso nell’isola: si pensi ad Air Sicilia.
In Italia il low cost parla straniero
Dai dati Istat relativi al trasporto aereo in Italia, emerge che tra il 2003 e il 2011, a causa della forte penetrazione dei vettori Lcc, i viaggiatori in arrivo/partenza dagli aeroporti della Penisola hanno scelto sempre di meno gli operatori nazionali. La quota di utilizzo di questi ultimi è progressivamente scesa dal 66% al 40% e, in particolare, questa tendenza si è accentuata tra il 2007 e il 2011 con un calo di 16 punti percentuali (dal 56% al 40%).
Uno scenario confermato anche nel 2012, a quanto risulta dalle informazioni diffuse da Enac. Gli Lcc hanno trasportato più di 60 milioni di passeggeri, raggiungendo una quota pari al 41,30%; i vettori tradizionali, invece, hanno totalizzato circa 85 milioni e 700mila viaggiatori, arrivando a una quota del 58,70% (-4,61% rispetto al 2011). Sui voli internazionali, le low cost hanno incrementato il loro peso sul mercato del 4,24% rispetto al 2011, per un totale di 37.649.817 passeggeri, mentre le compagnie di linea hanno perso lo 0,29%, scendendo a 47.973.191 unità. Sul traffico nazionale è ancora più evidente l’ascesa delle low cost, che sono cresciute anno su anno del 2,90%, mentre i vettori tradizionali sono calati del 9,59%, con quote di mercato rispettivamente del 37,50% e 62,50%.
Si conferma inoltre la scalata delle grandi compagnie a basso costo straniere – maggiormente strutturate e competitive – sul mercato italiano. Nella classifica dei primi 10 player per traffico, si posiziona al primo posto il Gruppo Alitalia Cai (25.330.103 passeggeri), seguito a stretto giro dalla low cost Ryanair (22.797.829) e da easyJet (11.590.088).
Quali sviluppi per il mercato italiano?
Abbiamo chiesto a Oliviero Baccelli, vicedirettore del Centro di Economia Regionale, Trasporti e Turismo dell’Università Commerciale L. Bocconi, un commento sullo stato dell’arte del settore e sulle possibili evoluzioni. Il docente evidenzia la diversità di strategie delle due principali compagnie low cost, Ryanair ed easyJet, che «fra 2008 e 2012 – afferma – hanno ampliato le rispettive quote di mercato, passando la prima dall’11% al 19% del totale posti offerti dagli scali italiani e la seconda dal 6% al 10%. easyJet opera principalmente dagli aeroporti maggiori delle grandi aree metropolitane, in particolare Fiumicino, Malpensa e Venezia, scali su cui Ryanair non vola. Inoltre, propone un servizio molto frequente (e per questo appetibile anche a una clientela business) verso le principali città europee. Il vettore inglese spesso sostituisce i network carrier e ha iniziato a offrire i propri voli anche attraverso i sistemi CRS, avvicinandosi ancor di più alle esigenze dei viaggiatori d’affari. La strategia di Ryanar, invece, è definibile come ultra low cost e in questo è imitata solo da Wizz Air che fornisce un buon ventaglio di servizi fra il nord Italia e l’Europa centro orientale. La compagnia irlandese ha come target la clientela leisure, più disponibile a utilizzare aeroporti secondari come Bergamo, Treviso o Roma Ciampino. Altri vettori, quali Vueling, Blue Express e Volotea, sebbene si differenzino da easyJet per alcuni dettagli e per dimensioni decisamente più ridotte, ne condividono sostanzialmente le strategie di fondo». Secondo Baccelli, il contesto italiano è molto difficile, perché soggetto a forti stagionalità. «Inoltre, la recessione che ha colpito il Paese – afferma il vicedirettore del CERTeT – ha ridotto notevolmente il mercato per i voli domestici, che infatti hanno accusato un -11% nei primi quattro mesi dell’anno. I recenti incrementi delle tariffe aeroportuali e degli oneri impropri (come il contributo al fondo per la cassa integrazione o per il ripianamento dei debiti di Roma Capitale o le nuove tasse sul rumore) diminuiscono la possibilità di utilizzare la leva del prezzo per far ripartire il business. L’evoluzione delle normative UE in materia di open sky con alcuni importanti Paesi del Mediterraneo (per esempio Israele, Egitto e Croazia), potrebbe favorire lo sviluppo di nuovi traffici diretti e valorizzare anche l’opportunità di connessioni attraverso scali italiani, come Roma Fiumicino o Malpensa. «Il mercato nazionale – conclude Baccelli – è complessivamente in difficoltà, pertanto nel breve periodo non vedo molte possibilità di sviluppo, ma già nel medio credo che in alcuni contesti geografici, come in Sicilia, nel nord-ovest e nella zona adriatica, ci potranno essere dei margini interessanti per le compagnie a basso costo, soprattutto su direttrici verso il nord Europa. Nel lungo periodo, non appena il layout dell’aeroporto lo potrà permettere, penso che Roma possa essere la base ideale per una low cost con focus sul Mediterraneo, sul modello di quanto fa Norwegian da Oslo per l’Europa settentrionale, da dove gestisce oltre 60 collegamenti diretti, valorizzando anche l’opportunità di utilizzare lo scalo quale elemento perno per i transiti, in logica di tipo hub&spokes adattata alle esigenze di un Lcc». Per tracciare un quadro ancora più concreto dell’industria low cost oggi, ecco i commenti di alcuni tra i principali operatori del settore.
easyJet
«Nel 2012 abbiamo trasportato 12,5 milioni di passeggeri – spiega Frances Ouseley, direttore easyJet per l’Italia – registrando una crescita del 9,4% rispetto al 2011. Siamo il terzo vettore per numero di viaggiatori nella Penisola e nel 2013 abbiamo già annunciato 15 nuovi collegamenti al fine di potenziare ulteriormente l’offerta verso le principali destinazioni leisure e business in Europa».
La compagnia opera da 17 aeroporti italiani su 14 rotte domestiche e 124 internazionali, e raggiunge 19 paesi in Europa e Nord Africa. «Investiamo costantemente in Italia – prosegue Frances Ouseley – sin dal 2006: con noi lavorano 870 persone assunte con contratti italiani. Abbiamo due basi nella Penisola, Fiumicino e Malpensa: quest’ultima, in particolare, è un aeroporto sul quale abbiamo puntato particolarmente, vista la dimensione di passeggeri (6 milioni) che ogni anno sceglie di volare con noi».
Quanto alle principali difficoltà che caratterizzano il business nel nostro Paese, Frances Ouseley sottolinea che «una criticità tutta italiana riguarda le imposizioni fiscali e gli oneri che vengono caricati sotto varie forme sulle compagnie aeree, per sostenere spese o esigenze di cassa che hanno poco a che vedere con il settore. Questo non aiuta a rendere la nazione attraente dal punto di vista di un investitore, né favorisce la domanda, poiché inevitabilmente tale aggravio di costo non può che trasformarsi in aumenti di prezzi a discapito del consumatore finale e in ultima analisi dell’economia. Considerata l’importanza dell’aviazione per la ripresa del paese, per il futuro auspico una maggiore cooperazione e dialogo fra le istituzioni e i player di mercato».
Nonostante la crisi e le difficoltà degli ultimi anni, easyJet non smette però di crescere, confermandosi una case history di successo. «La soddisfazione dei nostri clienti è elevata (82%) e il livello di servizio in termini di puntualità, con un tasso dell’88%, è tra i migliori del settore. Tuttavia, come già accennavo, l’Italia deve bilanciare la necessità di reperire risorse a supporto di esigenze non-travel con le imposizioni e gli oneri trasferiti sulle compagnie aeree. Il rischio è che gli investimenti si riducano e/o che i prezzi aumentino. Una strategia miope, se si pensa che su altri fronti, quelli aeroportuali, alcuni scali rischiano o hanno rischiato la bancarotta pur di incentivare la crescita del traffico. Credo che una politica più equilibrata in questo senso possa favorire il rilancio dell’intero comparto e attrarre capitali da parte di chi, come easyJet (che ha investito nel Paese a un tasso medio del 17% negli ultimi anni), accetta di essere presente in Italia secondo le regole del gioco».
Per quanto riguarda invece la tipologia dei passeggeri trasportati dal vettore e in particolare quelli business, nel 2012 la compagnia è stata scelta da 10 milioni di viaggiatori d’affari. «È un segmento di clientela sempre più in crescita – dichiara Ouseley – che richiede soprattutto collegamenti frequenti verso gli aeroporti principali, un servizio efficiente e tariffe accessibili. Per andare incontro alle esigenze dei passeggeri business, easyJet ha introdotto le tariffe flessibili Flexi, disponibili a partire da 90,50 euro a tratta, che includono cambi di volo illimitati, imbarco prioritario, un bagaglio da stiva, pre-assegnazione dei posti nelle prime file dell’aeromobile senza pagare costi aggiuntivi. Inoltre, abbiamo un’offerta dedicata alle aziende in partnership con le principali agenzie che gestiscono il business travel, che consente di risparmiare il 30-40% sulle spese di viaggio. A partire da maggio, poi, abbiamo introdotto il fast track gratuito tra i vantaggi per i viaggiatori Flexi in partenza da 27 aeroporti europei e stiamo attualmente testando in 16 scali del network il servizio di mobile boarding pass, attraverso cui i passeggeri potranno effettuare il check-in e scaricare la carta d’imbarco direttamente sul proprio telefonino, in meno di 10 secondi. Dal 5 giugno Venezia è il primo aeroporto in Italia in cui è possibile utilizzare questa nuova opportunità».
Tra le altre novità per i clienti easyJet, il “bagaglio a mano garantito” su tutti voli in partenza dal 2 luglio: «la nostra idea – conclude la manager – è assicurare ai passeggeri di poter portare un bagaglio a mano in cabina, di dimensioni non superiori a 50x40x20 cm (ruote e maniglie comprese), che potrà essere collocato nelle cappelliere o sotto il sedile di fronte».
Vueling
«Dall’inizio delle operazioni, nel dicembre del 2004 – afferma Massimo Di Perna, country manager per l’Italia e la Svizzera – Vueling ha trasportato oltre 12 milioni di passeggeri in Italia. In termini generali, nel corso del 2012, la compagnia è stata scelta da 14,8 milioni di viaggiatori, registrando un incremento del 20,1% rispetto all’anno precedente. Inoltre, nel 2012 Vueling ha triplicato il suo utile netto, raggiungendo un risultato pari a 28,3 milioni di euro, in aumento del 173% in confronto al 2011. L’Italia rappresenta certamente un mercato prioritario per la nostra compagnia, come dimostra l’importante processo di crescita e consolidamento che abbiamo messo in atto negli ultimi anni sul territorio. Basti pensare che dall’inizio del 2013 abbiamo cominciato a operare in sei nuovi aeroporti nazionali e inserito dieci nuove rotte dall’Italia per la stagione estiva. Inoltre, dal prossimo 27 ottobre, Vueling lancerà il collegamento Firenze-Catania, un passo importante per il vettore che introduce così la prima rotta domestica nel nostro Paese. Dai primi mesi del 2013 abbiamo inaugurato sia dieci nuovi collegamenti diretti dall’Italia che la nostra base operativa presso l’aeroporto di Firenze, la seconda nella Penisola dopo Roma Fiumicino». In particolare, la compagnia ha avviato le operazioni in sei nuovi scali italiani (Torino, Bologna, Catania, Bari, Olbia e Cagliari), offrendo dei voli diretti per Barcellona. Inoltre, in concomitanza con l’inaugurazione della base nel capoluogo toscano, Vueling ha introdotto quattro nuovi collegamenti diretti per Londra, Copenaghen, Amburgo e Berlino che si sono aggiunti alle tre destinazioni già disponibili (Barcellona, Madrid e Parigi Orly).
Parlando delle difficoltà del mercato italiano, Massimo Di Perna sottolinea che «la crisi degli ultimi anni è un fattore con il quale ogni realtà economica deve confrontarsi. Vueling vanta però la seconda struttura di costi più bassa in Europa, fattore che le consente di mantenere tariffe competitive senza rinunciare a offrire ai propri passeggeri servizi eccellenti, tipici delle compagnie aeree tradizionali. In termini generali Barcellona, l’hub principale di Vueling, è una destinazione che continua ad attrarre milioni di persone, sia per motivi di lavoro che per trascorrere un weekend o un breve soggiorno nella capitale catalana. Dall’aeroporto El Prat, inoltre, grazie ai voli in connessione, i nostri viaggiatori in partenza dall’Italia possono raggiungere a prezzi molto competitivi numerose destinazioni di interesse internazionale come Bilbao, Madrid, Siviglia, le isole Baleari e Canarie ».
«I passeggeri business – specifica il manager – rappresentano il 44% dei nostri clienti totali e uno dei principali obiettivi di Vueling è il proprio consolidamento come vettore di riferimento per chi viaggia per affari. Le rotte italiane con maggiore affluenza di business traveller sono quelle che hanno multifrequenza giornaliera (per esempio Roma Fiumicino-Barcellona, Roma-Parigi e Milano-Barcellona): la nostra compagnia offre una gamma di servizi Premium, tipici dei vettori tradizionali, in grado di soddisfare le esigenze di questa categoria di passeggeri. In particolare Excellence, una tariffa che a prezzi molto competitivi garantisce massima flessibilità, rapidità e convenienza. Un ulteriore plus dedicato ai viaggiatori d’affari è l’opzione “Anticipa il tuo volo”, che consente di anticipare l’orario del viaggio gratuitamente nella stessa giornata, a seconda della disponibilità dei posti, recandosi al banco vendite dell’aeroporto fra due ore prima della partenza del nuovo volo e la chiusura del check-in».
Massimo Di Perna illustra poi alcune novità riguardanti la flotta. «Per la stagione estiva 2013 Vueling ha introdotto nove nuovi aerei di cui otto dotati di Sharklet, innovativi dispositivi alari alti 2,4 metri, posizionati nella parte finale delle ali dell’aeromobile, che grazie alle loro proprietà aerodinamiche garantiscono una riduzione del consumo di carburante e delle emissioni di CO2. I nuovi aerei rappresentano un passo avanti nella strategia di Vueling, che prevede un miglioramento continuo dei prodotti e servizi offerti a bordo. Oltre al già annunciato progetto di introdurre il wi-fi, la nostra compagnia è costantemente impegnata nel perfezionare la varietà delle sue proposte, con una particolare attenzione ai passeggeri business. In questo senso, Vueling ha recentemente esteso la gamma dei servizi inclusi nella tariffa Excellence – di cui accennavo prima – con l’introduzione di corsie dedicate per i controlli di sicurezza e l’accesso alle sale Vip dell’aeroporto di Barcellona e di altri 16 scali (Madrid, Palma di Maiorca, Alicante, Malaga, Amsterdam, Bruxelles, Parigi, Roma, Milano, Bologna, Cardiff, Berlino, Amburgo, Lisbona, Stoccolma e Goteborg). Excellence, inoltre, include anche il check-in istantaneo, la registrazione di un bagaglio al momento della prenotazione, i banchi di accettazione dedicati presso l’aeroporto e la possibilità di accumulare punti con i programmi fedeltà sia di Vueling che di Iberia.
Durante il volo, il passeggero che viaggia in Excellence potrà altresì beneficiare dell’imbarco prioritario, del posto in prima fila con sedile centrale libero, dello spazio riservato a bordo per il bagaglio a mano ecc.»
Volotea
«Siamo molto soddisfatti dei traguardi raggiunti finora: in poco più di un anno di attività abbiamo già superato il milione di viaggiatori trasportati a livello europeo e il nostro network è in continua espansione». Così Valeria Rebasti, commercial country manager Volotea per l’Italia, commenta i risultati della compagnia. «Attualmente – prosegue – i nostri aerei decollano da 52 aeroporti, 20 dei quali nella Penisola, mentre le rotte operate sono 97 e toccano 7 differenti paesi: Italia, Francia, Spagna, Grecia, Croazia, Germania e Repubblica Ceca. Stiamo lavorando in stretta collaborazione con il management degli aeroporti per offrire ai nostri viaggiatori un carnet di proposte ancora più vario e accattivante. E sono tante le novità degli ultimi mesi: a marzo, a Palermo è stata inaugurata la nostra nuova base a livello europeo, che si va ad aggiungere a quelle di Venezia, Nantes e Bordeaux. Il 17 maggio abbiamo invece annunciato l’avvio delle nostre attività presso lo scalo di Torino-Caselle, investendo sul Piemonte con due nuovi collegamenti per Palermo e Napoli. Infine, non vanno dimenticate le novità che riguardano i nostri voli estivi: per esempio si può arrivare in Grecia da Venezia, Bari, Palermo e Napoli. Sempre dal capoluogo veneto si può partire per Lampedusa e Pantelleria, mentre le Baleari sono raggiungibili da Bari e da Palermo.
«Il mercato italiano – prosegue Rebasti – gioca un ruolo fondamentale nelle nostre strategie di sviluppo e Volotea continua a investire sull’Italia. Come accennavo poco fa, a oggi sono ben 20 gli scali in cui operiamo nel paese, con voli diretti e tariffe convenienti. La particolarità della nostra compagnia è quella però di evitare i grandi hub come Roma, Milano, Londra o Parigi, privilegiando invece aeroporti di medie e piccole dimensioni. E i numeri sembrano darci ragione: più della metà dei passeggeri trasportati a livello europeo (550mila) è infatti transitata da uno scalo italiano. Nonostante Volotea abbia inaugurato le proprie attività in un momento di grande incertezza economica (il primo volo è decollato il 5 aprile 2012 da Venezia verso Palermo), stiamo comunque ottenendo ottimi riscontri, sia in termini di gradimento delle rotte che di passeggeri. Questi ultimi appartengono prevalentemente alla categoria leisure, sebbene tra i nostri viaggiatori annoveriamo anche molte persone che utilizzano i nostri Boeing per trasferte lavorative».
Sul fronte delle ultime novità, la compagnia ha da poco annunciato l’ingresso di Torino nel network.
Blue Panorama Airlines
Blue Panorama Airlines si rivolge principalmente al mercato italiano con un’offerta comprendente voli sia di lungo che di corto/medio raggio. «Le criticità del contesto nazionale sono palesi – spiegano dalla compagnia -: stiamo infatti vivendo un periodo di recessione, con un’eccessiva capacità di offerta da parte dei vettori aerei, cui si aggiunge, per i collegamenti del centro-nord Italia, la concorrenza dei treni ad alta velocità che hanno rapidamente conquistato passeggeri. Tra i punti di forza del mercato, segnaliamo bacini come la Sicilia, che risulta ancora una realtà “tonica”; invece per il leisure di medio raggio l’Egitto, che ha ripreso vigore generando flussi di traffico significativi; mentre il Mediterraneo, da parte sua, si sta confermando capace di soddisfare tutti i segmenti della domanda».
«L’effetto della crisi economica – afferma il management della compagnia – ha mediamente portato una riduzione nei consumi dei nostri prodotti di circa il 25-30%. Negli ultimi anni ciò che ha inciso negativamente è stato soprattutto l’incremento molto elevato del costo carburante, cui si sono aggiunti recentemente gli aumenti degli oneri/tasse ai passeggeri applicati da molti aeroporti italiani. Aumenti a nostro avviso ingiustificati, che finiscono per penalizzare vettori e consumatori». Parlando di questi ultimi, secondo il vettore « ciò che influenza notevolmente l’acquisto, più che un mutamento della tipologia del passeggero, è la sua capacità di spesa o meglio il prezzo, che in un periodo di crisi è un aspetto al quale il cliente è maggiormente sensibile. È però opportuno segnalare la crescita dei passeggeri etnici che, su alcune direttrici, hanno colmato parzialmente il calo dei viaggiatori italiani». Considerando nello specifico il business travel, «la clientela d’affari – dichiara la compagnia – risulta essere uno dei segmenti di mercato più colpiti dalla crisi economica. Blue Panorama Airlines, per incentivare questo tipo di viaggiatori a usufruire dei propri collegamenti, ha intensificato gli accordi commerciali con le agenzie strutturate per servire le aziende e i viaggi d’affari. Ha inoltre introdotto alcune facilitazioni presso gli scali per ridurre i tempi di imbarco, in particolare dal nostro hub principale di Roma Fiumicino».
Per quanto riguarda invece le novità a livello di destinazioni, il vettore ha inaugurato il primo volo low cost che collega Roma e Mosca con due frequenze settimanali. Infine, per l’estate 2013 Blu-express.com ha lanciato i collegamenti da Roma a Cefalonia e Zante, e da Catania per Mykonos e Santorini. Sempre dalla città siciliana si può raggiungere la Francia, volando senza scalo a Nizza.
Testo di Elena Corti, Mission n.5, settembre 2013