T&E riscaldamento climatico

T&E: modificare il tragitto dei voli giova al riscaldamento climatico

Modificando l’itinerario del 3% dei voli si abbatterebbe più del 50% dell’effetto climalterante delle contrail

Capita di volgere lo sguardo al cielo e scorgere un’impronta apparentemente sottile, una scia bianca, lunga e inconfondibile. Un segno evanescente che manifesta un provvisorio passaggio nel vasto oceano dell’atmosfera. Ma ciò che non svanisce è l’effetto che questo transito provoca, risonante nell’aria che lo ospita.

Le scie degli aerei, le cosiddette contrail, raccontano una storia dal tetro epilogo. Una storia di cambiamenti climatici, di riscaldamento globale e di un equilibrio atmosferico sempre più precario. Gli scienziati, con occhi esperti e strumenti avanzati, hanno iniziato a seguire queste scie, come tracce nel vento, per cercare di decifrare il loro linguaggio e scoprire il loro impatto sul nostro clima.

Ma cosa nascondono veramente queste scie?

Un report di Transport&Enviroment (T&E), la principale organizzazione indipendente europea per la decarbonizzazione dei trasporti, ne considera le emissioni come equivalenti a quelle della CO2.

Latitudine e orario del volo incidono sull’impatto delle scie

L’incidenza degli effetti dipende soprattutto da latitudine e orari, infatti l’impatto maggiore è riconducibile alle scie di condensazione, che si formerebbero a contatto con l’aria fredda e umida, ma anche alle zone più trafficate che, da sole, sarebbero responsabili di oltre la metà del riscaldamento globale causato dalle scie.

Nord America, Europa e Atlantico settentrionale sarebbero le principali indiziate, ma modificando l’itinerario del 3% dei voli si abbatterebbe più del 50% dell’effetto climalterante delle contrail.

T&E

Ridurre le scie costerebbe il 5% in più

Oltre a rappresentare una soluzione climatica semplice e rapida, l’allungamento degli itinerari di volo risulterebbe anche economicamente vantaggioso in quanto implicherebbe un aumento del carburante minimo, pari al 5% per volo, e costerebbe ai consumatori soltanto da 1 a 2 euro in più a biglietto. Il risultato? Una riduzione dell’80% dell’effetto climalterante.

Prevenire dunque si conferma meglio che curare, soprattutto perché evitare la formazione di contrail è una no regrets strategy. Ciò significa che l’effetto climatico netto è sempre positivo, poiché i benefici derivanti dalla mancata formazione di scie sono sempre maggiori degli impatti delle emissioni addizionali di CO2 generate dal cambio delle traiettorie.

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