Tariffe business travel

Gli aumenti delle tariffe del business travel secondo GBTA e CWT

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Le tariffe del business travel sono in aumento. La previsione è contenuta nel Global Business Travel Forecast, studio di Cwt e Global Business Travel Association (Gbta), voce dell’industria dei viaggi d’affari. Le aziende di tutto il mondo, quindi, dovranno metter ulteriore mano al portafoglio per far viaggiare i propri collaboratori. I motivi?

Aumento dei prezzi del carburante, carenza di manodopera qualificata e boom dell’inflazione sono i primi responsabili degli aumenti. Aumenti che riguardano le tariffe aeree (nel 2023 a +8,4% in media), quelle degli hotel (+8,2%) e quelle del noleggi auto (+6,8%).

Si tratta di variazioni previste a livello mondiale. Quindi soggette a variazioni da Paese a Paese. «Andando a caratterizzare la ripresa del business travel e dei meeting» commenta Patrick Andersen, amministratore delegato di Cwt. Sottolineando che i prezzi medi sono in linea con quelli registrati nel 2019, prima del “cataclisma” sanitario che ha investito il mondo.

Lo studio parte dal dato macroecocnomico dell’economia mondiale, che nel 2020 è calata del 3,4% in uno dei peggiori risultati dalla fine della guerra. Attualmente le previsioni per il 2022 sono di crescita del 3% rispetto al 2021 mentre per il 2023 si prevede un +2,8%.

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Tariffe business travel: perché aumentano?

Per l’anno prossimo, il Global Business Travel Forecast elenca 3 fattori che metteranno pressione sull’economia e sulle tariffe del business travel. Primo: l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Secondo: l’inflazione. Terzo: il rischio di una ripresa del Covid-19 e delle conseguenti restrizioni.

C’è poi un quarto punto che non mette pressione al settore, ma rappresenta una tendenza: tra le priorità delle aziende c’è la sostenibilità del business travel.

Spazi MICE: più cari del 25%

Per quanto riguarda i meeting e gli eventi, i prezzi salgono in tutto il mondo.

Domanda fiacca e prospettive economiche incerte sono le ragioni. Nel 2023, il costo medio per partecipante dovrebbe essere di circa il 25% superiore al 2019. E la previsione è che nel 2023 aumenti di un ulteriore 7%.

Oltre a ciò c’è anche il fatto che ora gli eventi aziendali si aggiungono a quelli che sono stati cancellati nel 2020 e nel 2021 e che vengono riprogrammati oggi. A incidere c’è anche un altro motivo: molte imprese hanno rinunciato agli uffici durante la pandemia a favore del lavoro a distanza. Questo porta a un’elevata richiesta di spazi per riunioni in presenza, alimentando ulteriormente la domanda.

A peggiorare le cose c’è poi il fatto che gli eventi sono organizzati sotto data: in media da uno a 3 mesi prima, rispetto ai 6-12 mesi di un tempo.

Ciò è particolarmente evidente nella regione Asia-Pacifico, che è stata più lenta di altre a riaprire. Senza contare che le restrizioni in corso in Cina hanno spinto i clienti ad affrettarsi nel’organizzare il proprio evento.

Le tariffe aeree sono in crescita, ma ancora inferiori al 2019

In questo caso bisogna partire dal presupposto che i prezzi dei voli sono scesi in media del 12% nel 2020 e di un ulteriore 26% nel 2021. Nel complesso, tra il 2019 e lo scorso anno sono diminuiti di un quarto, che arriva a un terzo se si considerano i posti “premium”.

Ne deriva che lo studio di Gbta e Cwt stima un aumento delle tariffe aeree che mediamente sarà del 48,5%.

Nonostante questo boom, si spenderà ancora meno rispetto al periodo prepandemico. Soltanto nel 2023 si tornerà alle cifre del 2019, con una progressione delle tariffe aeree dell’8,4% rispetto al 2022, come già accennato.

Nel frattempo, le compagnie aeree stanno facendo i conti da un lato con un aumento della domanda – segno confortante – e dall’altro con il rincaro del carburante. Che in alcune zone del mondo è raddoppiato.

Il ritorno dei biglietti delle classi Premium

Discorso a parte per i biglietti aerei di classe premium, che nel 2019 rappresentavano oltre il 7% di tutti quelli acquistati.

Tale quota è scesa al 6,5% nel 2020 e al 4,5% nel 2021, ma ha iniziato ad aumentare nel 2022. Al punto che nella prima metà di quest’anno hanno rappresentato il 6,2%.

Una quota crescente di ticket di classi d’affari si tradurrà in tariffe medie più elevate poiché la media comprende economy e premium.

C’è un altro fattore: le prenotazioni internazionali si stanno riprendendo nella maggior parte delle regioni. Il che si tradurrà in una aumento della loro “quota di mercato”. E siccome tali biglietti sono mediamente più cari di quelli sui voli nazionali, ne deriva una crescita delle tariffe medie.

Gli hotel concorrono all’aumento delle tariffe del business travel

Parlando di tariffe del business travel non si può dimenticare hotel e rent a car.

Nel primo caso, nel 2020 si è assistito a un calo generale del 13,3% rispetto all’anno precedente mentre nel 2021 tale discesa si è attestata a -9,5%.

Il report prevede che saliranno del 18,5% nel corso del 2022 e dell’8,2% il prossimo anno. In Europa, Medio Oriente, Africa e Nord America si è già tornati ai livelli prepandemia. Dall’altra parte dell’Atlantico, le tariffe medie del 2022 saliranno del 22% mentre in Europa, Medio Oriente e Africa toccheranno un +31,8%.

Questi dati sono influenzati da un boom dei viaggi leisure nel 2021. Ora lo sono anche dal business travel e dal Mice.

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Noleggio auto, tariffe altalenanti

Per quanto riguarda il noleggio auto, nel 2020 le tariffe sono scese del 2,5%, ma sono risalite del 5,1 lo scorso anno. Nel 2022 l’ascesa non si fermerà visto che le previsioni indicano un +7,3% che sarà +6,8% l’anno prossimo.

Il settore automotive è in subbuglio. La crisi dei microchip ha influenzato il settore del noleggio visto che i costruttori hanno rallentato la produzione e le società di rent a car hanno ridotto la flotta, anche a causa della pandemia. Queste ultime non hanno pienamente recuperato i livelli del 2019.

Per ovviare alla crisi, le imprese del noleggio hanno acquistato veicoli usati e hanno allungato la permanenza media in flotta. Molti travel manager stanno comunque considerando di utilizzare le auto a noleggio come mezzo di trasporto principale per i propri collaboratori.

Infine, l’attenzione verso le emissioni di CO2 sta spingendo tante aziende a considerare l’utilizzo di veicoli elettrici.

[Guarda il report completo su Mycwt.com]

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