A proporre una visione significativa dell’andamento del turismo d’affari nell’ultimo anno e mezzo è stata un autentico guru del settore: Betty Low, direttore della rivista Business Travel Word fino a tempi recentissimi, oltre che fondatrice di numerose altre testate e partner di prestigiosi progetti nel campo del business travel management e della comunicazione. Il suo intervento, dal titolo “Come siamo e come eravamo. I diciotto mesi che hanno cambiato il business travel in Europa”, ha offerto una chiave di lettura interessante sull’evoluzione di questo mercato. Nel 2008 i supplier navigavano ancora in buone acque e riuscivano a fronteggiare problematiche come l’aumento del prezzo del petrolio o l’ingresso sul mercato di compagnie e alberghi low cost. Quest’anno, invece, complice la crisi finanziaria mondiale, il settore ha subito un forte scossone, con un crollo del traffico aereo (specialmente domestico). Contemporaneamente, la recessione ha obbligato le aziende a ritoccare il budget sui settori ritenuti non necessari, come quello dei meeting e convegni, sostituiti sempre più spesso dalle teleconferenze.
L’analisi di Betty Low prende le mosse dal 1 gennaio 2008: un tempo ancora felice, quando il valore delle azioni di aziende come Lehmans, Merrill Lynch, AIG, General Motors era alto e i più importanti indicatori dell’economia mondiale, come il Dow Jones, l’FTSE 100 (l’indice azionario delle 100 società più capitalizzate quotate al London Stock Exchange, ndr) e il Brent crude (ovvero la quotazione del greggio) non davano segnali di crisi. Dopo 18 mesi il crollo degli indicatori economici e delle grandi aziende mondiali è sotto gli occhi di tutti: alcuni colossi, come Lehman Brothers, sono andati in bancarotta. E i dati recenti (giugno 2009) mostrano che solo il petrolio è in leggera ripresa.
Tempi difficili
Nel gennaio 2008, le compagnie aeree erano ancora solide e impegnate in opere di consolidamento e fusione, nonostante la preoccupazione per il caro carburante. Quest’ultimo, infatti, nel periodo maggio-giugno 2008 aveva toccato la cifra record di 150 dollari al barile. Allo stesso tempo, cominciava a destare inquietudine l’utilizzo sempre più consistente, da parte dei business traveller, dei voli low cost. Le compagnie aeree, però, hanno saputo reagire, potenziando la business class e rafforzando così una nicchia di mercato tutt’altro che scomparsa. Con il passare dei mesi, però, la situazione si è aggravata: basti pensare che tra gennaio 2008 e gennaio 2009 il traffico dei passeggeri – soprattutto domestico – delle maggiori compagnie europee (Air France, British Airways e Lufthansa) ha subito flessioni superiori al 6%. Per sopravvivere, i vettori sono stati costretti a cancellare numerose tratte.
Un andamento simile ha caratterizzato il settore alberghiero. Già nel 2008 le aziende hanno cominciato a orientarsi verso catene di alberghi più economici, ma che offrissero comunque ai viaggiatori servizi indispensabili per lavorare. La risposta è stata, di nuovo, “creativa”: perché infatti non sviluppare prodotti
nuovi per i nuovi viaggiatori? Sono nati così gli hotel per soggiorni lunghi, provvisti di cucina e a prezzi decisamente competitivi. Queste iniziative, però, non sono bastate per mantenere il settore in salute: tra gennaio 2008 e gennaio 2009 si è registrato un brusco calo delle tariffe alberghiere nelle principali città europee, quali Londra, Parigi, Amsterdam. Tra i cambiamenti più consistenti dell’ultimo anno, inoltre, merita particolare attenzione la crescita del trasporto ferroviario, sempre più “gettonato” dai business traveller non solo per il prezzo spesso competitivo, ma per la possibilità di effettuare velocemente le prenotazione online e di continuare a lavorare per tutta la durata del viaggio.
Le strategie delle aziende
Ma come hanno affrontato la crisi economica le aziende? Quali ripercussioni ha avuto la recessione sul settore dei viaggi d’affari? Al sorgere di nuove necessità, come l’apertura di contatti verso Oriente (in particolare verso l’India e la Cina), le imprese hanno reagito con la ricerca di nuove tratte e di nuovi hotel, nell’ottica di ridurre i costi, garantendo comunque gli spostamenti necessari. Oggi le aziende
cercano di effettuare solo i viaggi strettamente indispensabili, ma anche di riunire più appuntamenti in un’unica trasferta e di puntare maggiormente sulle nuove tecnologie di comunicazione e su nuove forme di trasporto, come appunto il treno.
Il settore più penalizzato è quello dei convegni, sostituiti sempre più spesso dalle tele e videoconferenze. Soprattutto, si sta delineando una nuova figura di travel manager: esperto anche di acquisti, oltre che di viaggi, e in grado di garantire saving all’azienda.
Testo di Maria Elena Arcangeletti, Mission n. 6, settembre 2009