Se in molti, legati al passato, si meravigliano di certi parchi auto aziendali con la spina, in ottica flotta elettrica 2024, figuriamoci chi, fuori dalle aziende, sente di regole sicurezza per viaggiatori (d’affari) Lgbtq+.
Eppure il tema è rilevante, nelle aziende che curano al massimo i diritti delle persone e hanno molte attività in trasferta (sui social è indicato come #LGBTQtravel). Ci sono norme e anche aspetti culturali, che possono influire sulla sicurezza dei viaggiatori d’affari appartenenti alla comunità Lgbtq+ (lesbiche, gay, bisessuali, transgender e queer). Il consiglio, che arriva nientemeno che da un colosso del Travel come BCD, per i travel manager, è quello di utilizzare la pianificazione e l’informazione, per promuovere la sicurezza dei viaggiatori Lgbtq+.
Sicurezza per viaggiatori Lgbtq+
Durante la Convention Gbta 2023 di Dallas, parlando della discriminazione nel BT e della tutela della forza lavoro Lgbtq+, la responsabile Bcd Kathy Bedell ha ricordato come “L’informazione è fondamentale per prepararsi prima, durante e dopo il viaggio“. I viaggiatori d’affari che fanno parte della comunità Lgbtq+ devono informarsi sulle leggi, sulle mentalità e sulle norme culturali che potrebbero influenzare la loro sicurezza. I travel manager, per tutelarli, dovrebbero lavorare per un ambiente che garantisca sicurezza durante i viaggi. Il programma di viaggio può essere di aiuto cercando e collaborando con fornitori capaci di garantire la sicurezza e di assistere, i viaggiatori appartenenti a questa comunità.
Consigli per la sicurezza in viaggio di viaggiatori Lgbtq+
Essere parte della comunità Lgbtq+ è illegale in alcuni Paesi e le leggi anti-discriminazione, non sempre forniscono una protezione adeguata. Serve quindi conoscere, informandosi anche online da fonti ufficiali, la situazione giuridica del Paese dove si viaggia ed i livelli di tolleranza sociale, nella destinazione. Non da poco i dettagli di genere, sul passaporto: i viaggiatori devono consultare le normative locali relative ai contrassegni di genere sul passaporto. Compreso il genere X, ora consentito da alcuni Paesi, ma non riconosciuto in altri.
Esistono quindi dei protocolli, per la sicurezza e la sensibilizzazione, ma in alcune destinazioni è comunque consigliabile mantenere attenzioni e non esporre i viaggiatori a temi di politica, religione o orientamento sessuale. Anche certi contatti con la comunità Lgbtq+ locale, certi siti e certe app di incontri o social, possono essere base per autorità che cercano di incriminare viaggiatori per un reato.
Altro punto è avere dell’assistenza, potendo h24 , tramite contatti remoti invece che fruire di autorità locali. Potrebbero non essere la migliore opzione per la comunità Lgbtq+. Un piano di emergenza, dovuto per le aziende più tutelanti, è anche quello di avere sempre modo di far rientrare i viaggiatori Lgbtq+ rapidamente.
Destinazioni da controllare per sicurezza Lgbtq+
Se l’Italia è tra i Paesi con maggiori tutele, presso le strutture, ci sono al mondo vari luoghi in cui l’omosessualità è considerata illegale.
Talvolta sono previste sanzioni, in nazioni come: Afghanistan, Algeria, Antigua e Barbuda, Arabia Saudita, Birmania, Brunei, Burundi, Camerun, Ciad, Comore, Dominica, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Eritrea, Etiopia, Gambia, Ghana, Giamaica, Grenada, Guinea, Guyana, Indonesia, Iran, Iraq, Isole Cook, Isole Salomone, Kenya, Kiribati, Kuwait, Libano, Liberia, Libia, Malawi, Maldive, Malesia, Marocco, Mauritania, Mauritius, Namibia, Nigeria, Oman, Pakistan, Palestina, Papua Nuova Guinea, Qatar, Repubblica Centrafricana, Saint Kitts e Nevis, Saint Vincent e Grenadine, Samoa, Santa Lucia, Senegal, Sierra Leone, Singapore, Siria, Somalia, Sri Lanka, Sudan, Sudan del Sud, Swaziland, Tanzania, Togo, Tonga, Tunisia, Turkmenistan, Tuvalu, Uganda, Uzbekistan, Yemen, Zambia, Zimbabwe.