Dopo la crisi in Ucraina, oggi il conflitto Israelo-palestinese impone una maggiore attenzione nelle trasferte di lavoro anche in quei Paesi reputati assolutamente sicuri. Chi si occupa di mobilità e di viaggi dei dipendenti dovrebbe inserire anche gli aspetti di safety e di security tra le variabili di cui tenere conto superando la mera pianificazione logistica della trasferta.
La travel security è un argomento che le aziende, specialmente quelle più piccole, non sono preparate ad affrontare eppure basterebbe davvero poco per iniziare a gestire anche questi rischi che oggi non sono più marginali.
Parlare di Travel Security significa parlare di sicurezza delle persone, un asset fondamentale delle nostre aziende che occorre proteggere e tutelare. Si tratta innanzi tutto di un dovere di natura etica e morale che grava sull’imprenditore e che dovrebbe essere recepito anche nel codice etico della società.
Ma La tutela dei lavoratori risponde anche a precisi adempimenti normativi che comportano gravi sanzioni penali o civili fin dall’art. 41 della Costituzione: “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana…”.
La norma fondamentale rimane tuttavia il D.Lgs 81/2008 sulla salute e sicurezza sui luoghi di lavoro che impone al Datore di Lavoro l’onere di garantire la sicurezza sul lavoro in tutte le sue fasi, individuando per tempo i possibili rischi e adoperandosi per eliminarli o mitigarli ove la loro eliminazione non sia possibile.
Sicurezza nei viaggi aziendali, secondo giurisprudenza
La tutela dei lavoratori all’estero ha anche registrato un’importante evoluzione giurisprudenziale che ha portato recentemente la AG a condannare i vertici di una società per omicidio colposo non avendo adottato idonee misure di sicurezza a tutela dei lavoratori. Proprio tale omissione, secondo l’ipotesi accusatoria, avrebbe contribuito a determinare la morte dei due tecnici.
Secondo un’ormai consolidata giurisprudenza, infatti, il concetto di “luogo di lavoro” si estende ben oltre i confini della fabbrica fino a ricomprendere qualsiasi posto in cui il lavoratore acceda, anche solo occasionalmente, per svolgervi concretamente la propria attività nell’ambito delle mansioni affidategli.
Proprio come tutti gli altri rischi sul lavoro, anche questo deve essere affrontato secondo i tre step fondamentali indicati dalla norma: formazione, informazione e mitigazione.
Sicurezza nei viaggi aziendali, Strumenti
Formare significa dare ai nostri Traveler gli strumenti per affrontare le situazioni che potrebbero trovarsi a dover gestire; dai banali aspetti sanitari (come è fatta una piccola farmacia di viaggio, quali sono le norme igieniche da osservare, cosa debbo fare se mi sento male…) ad aspetti relativi alla sicurezza (quali sono le stanze più sicure in un albergo, come mi devo comportare se vengo fermato dalla polizia, cosa debbo fare se mi rubano i bagagli…) per arrivare a situazioni più gravi e pericolose (come mi devo comportare davanti a una aggressione armata, come mi devo comportare se, mio malgrado, sono coinvolto in una manifestazione violenta, quali accorgimenti devo usare in un paese caratterizzato da elevato rischio sismico…).
Informare significa fornire ai nostri Traveler gli strumenti per muoversi in sicurezza; siano essi di carattere culturale (regole, usi, abitudini, norme particolari caratteristiche di ciascun Paese) o di carattere generale (situazione dell’ordine, pubblico scioperi, manifestazioni, eventi che possono incidere sulla sicurezza della trasferta) in tempo reale.
Evitare o Mitigare significa infine valutare correttamente e preliminarmente la necessità della trasferta e i suoi rischi e, qualora essa non sia altrimenti evitabile, adottare quelle misure di tipo assicurativo o di supporto operativo in caso di emergenza, prima tra tutte, la possibilità di avere un numero di riferimento sempre operativo che gli consenta di comunicare in ogni momento la propria situazione di difficoltà. Le possibilità e le misure da adottare sono infinite e ma occorre sempre considerare che qualsiasi misura perde di significato si mancano gli step precedenti: la formazione e l’informazione.
Sicurezza nei viaggi aziendali, Azioni
Premesso quanto sopra, come agire quindi? I passaggi da seguire sono apparentemente semplici; Più complesso è pervenire corretta e dinamica valutazione del rischio.
- Il primo passo è definire una mappa delle esigenze individuando i Paesi che sono oggetto di trasferte e il numero delle missioni calcolate in giornate/uomo.
- Il secondo step riguarda l’individuazione dei possibili rischi e la valutazione del livello di rischio per ciascuno di essi. Rientrano tra i rischi da prendere in considerazione quelli legati alla situazione sanitaria, sociale e politica, alla presenza criminale, agli aspetti culturali e ai rischi naturali.
- Il terzo passo sarà quindi quello di determinare le esigenze in termini di formazione, informazione e altre misure di mitigazione possibili.
Come in altri aspetti relativi alla security, talvolta basta poco per elevare considerevolmente il livello di sicurezza: individuare una struttura alberghiera che offra maggiori garanzie, consentire il fast track in aeroporto, predisporre una procedura di meet & greet, garantire un numero di emergenza…
In sintesi
La sicurezza è principalmente un fatto di maturità aziendale e di coinvolgimento personale. Per questa ragione, prima di intraprendere qualsiasi investimento (spesso tanto oneroso quanto inutile), è bene iniziare dall’ottimizzazione di quanto già presente in casa, sia in termini di sistemi che di procedure e policy.
Concludo citando un proverbio che per me rappresenta la sintesi perfetta e il modo corretto di approcciarsi alla Travel security: “i furbi sono coloro che sanno tirarsi fuori da quelle situazioni in cui le persone intelligenti non si sarebbero mai messe”.
Roberto Masi
-> In tema di sicurezza per un driver aziendale, alla guida di company car, potrebbe interessarti la guida “responsabile” secondo i corsi dedicati D6.