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Scioperi estate 2023, America col freno tirato non solo a Hollywood (tremano le Case auto)

Non è solo Hollywood in sciopero, ma anche il mondo degli alberghi, dell'auto e dei dipendenti insoddisfatti

Gli scioperi dei traporti sono un problema per i viaggiatori d’affari e per tutti, in Italia. Ora che il periodo d’agosto ne conta molti meno, quasi nessuno come elenchiamo su Missionline.it contando anche quelli europei dei voli, viene da domandarsi cosa accade altrove.

Magari lontano, magari in America, dove è noto anche per noi lo sciopero degli sceneggiatori nel cinema, supportati da molti attori.

Scioperi 2023 in America, chi oltre Hollywood

Non solo Hollywood in sciopero, durante l’estate americana 2023. Ci sono problemi anche per gli alberghi in California, per alcuni dipendenti pubblici, per il colosso delle consegne con corriere Ups, pronto a paralizzarsi se i sindacati non otterranno il pesante aumento salariale chiesto (circa 50% in cinque anni, pare).

Nubi anche sulla produzione auto

Sul finire d’estate, sono pronti a incrociare le braccia anche nell’automotive, dalle parti di Detroit: coinvolte insieme Gm, Ford e Stellantis. E’ pronta per settembre una piccola tempesta che, secondo alcune stime dei media finanziari, potrebbe e costare cinque miliardi alle Case coinvolte nella già costosa transizione. Uaw, il sindacato americano dell’auto, gioca duro. Soprattutto contro Stellantis per i rinnovi contratto (chiedendo aumenti di oltre il 40%). Lo sciopero dell’auto in America è previsto dal 14 settembre, con durata al momento incerta. Analisti del settore ipotizzano mezzo miliardo di utili persi per ogni settimana di sciopero nelle Case auto in America.

Numeri diversi dal passato recente

In totale, secondo dati che circolano sui media derivanti dalle comunicazioni sindacali americane, in sei mesi 650.000 lavoratori hanno scioperato o sono stati sul punto di scioperare. Si contano da inizio anno già oltre 200 scioperi in America e per i sindacati sembrano tornare gli anni Sessanta, o quasi, in termini di vivacità e interesse per certe azioni delle “union”.

A scioperare in America sono pronti anche autisti, baristi, operai e dipendenti di vari settori, non solo industria pesante. In genere, tra le lamentele, ci sono le paghe elevatissime per i top executive, contro le prospettive di una nuova generazione che per la prima volta sono peggiori di quelle di chi ha preceduto (ma i Ceo contano stipendi sempre centinaia di volte superiori a quello medio dei dipendenti).

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