Il viaggiatore, soprattutto quello d’affari, è sempre più digitale. E’ quello che ha affermato Sabre sul palco della recente BTO, dove ha, appunto, presentato lo studio “Il Viaggiatore D’affari Digitale“, con il quale ha preso in esame le app maggiormente utilizzate dai viaggiatori d’affari durante i propri spostamenti.
Il risultato è abbastanza chiaro: i viaggiatori pensano che la tecnologia sia il miglior strumento per garantire un’esperienza di viaggio perfetta e sotto controllo, con il 77% dei viaggiatori d’affari italiani che preferisce utilizzare tecnologie self service per gestire i propri viaggi, avvicinandosi alle percentuali registrate negli Stati Uniti (78%) e in Spagna (73%), ma distanziandosi dal 60% raggiunto nei paesi Nordici.
Conta naturalmente il massiccio uso di tecnologia peri proprio viaggi leisure, per cui si attendono le stesse perfomance sulla tecnologia che usano per lavoro. Ecco (anche) il perché di tante applicazioni lesiure che in seguito si sono lanciate sul bt (una su tutti Booking con Booking for business) .
Tra le app di viaggio utilizzate quelle per effettuare il check-in o l’aggiornamento sui voli, per generare le carte d’imbarco o per la prenotazione di voli o hotel. E i viaggiatori d’affari italiani sono quelli più propensi a effettuare i propri pagamenti tramite mobile, con una percentuale che raggiunge il 75%. Con Millennials e Generazione X (tutti coloro che sono nati tra il 1964 e il 1980) più inclini al pagamento tramite mobile rispetto ai Baby Boomers (la generazione degli anni 1945-1964).
Dallo studio emerge infine che il duty of care è una delle prime tre priorità per i travel manager, anche se in questo ambito si preferisce ancora utilizzare processi prevalentemente manuali. Un Duty of care per il quale i viaggiatori sacrificano tranquillamente la privacy. Soprattutto gli italiani, con l’87%, rispetto al 61% negli Stati Uniti e al 48% nei Paesi Nordici.
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