Ryanair e il business travel non sono poi così distanti se pensiamo alle PMI. E’ il messaggio di Eddie Wilson, da settembre neo amministratore delegato della compagnia low cost irlandese. Oggi per la prima volta a Milano insieme a Chiara Ravara, head of sales and marketing, il manager ha annunciato 500 rotte da e per l’Italia nel 2020. L’anno prossimo il vettore prevede di trasportare 43,2 milioni di passeggeri, dichiarando una market share del 28%.
“Il concetto di viaggio d’affari è legato alle compagnie aeree tradizionali e agli aeroporti principali, in passato è stato così – osserva -, tuttavia chi viaggia per lavoro vuole un prodotto che noi abbiamo: puntualità, frequenze di volo, accessibilità degli scali seppur secondari, convenienza perché no. Quindi sì, è la nostra tipologia di servizio, molto valida per le piccole e medie imprese”.
Incalza Giacomo Cattaneo, direttore aviation di Sacbo, società di gestione dell’aeroporto di Bergamo che deve a Ryanair la crescita fino diventare il terzo scalo del Paese con 13 milioni di passeggeri sfiorati nel 2018: “Vediamo in forte crescita questo segmento di passeggeri, proprio grazie a compagnie aeree che realizzano fino a 5 voli al giorno verso destinazioni business; siamo cresciuti andando ad occupare la terza posizione nazionale soddisfando le esigenze di mobilità delle piccole e medie imprese del Nord Italia”.
Peraltro, Bergamo si è distinta durante la chiusura di Linate, accogliendo i voli di Alitalia e British Airways molto apprezzati dal business travel.
Ryanair e il business travel, passando per compagnia green
Del tutto nuovo l’approccio di Wilson, che dopo 22 anni trascorsi in azienda come interlocutore dei sindacati da chief people officer, oggi si trova a presentare una compagnia – anzi un Gruppo – dall’anima green. “Da maggio pubblichiamo il report sulle emission di C02 e siamo la prima compagnia in Europa a farlo”, sottolinea Ravara. La flotta registra appena 67 grammi di CO2 per passeggero al chilometro, contro i 120 grammi di Lufthansa.
Contro la tassa ambientale sui voli aerei
Il tema è l’opportunità per chiamare in causa la proposta di tassare nuovamente i voli aerei in vista del recupero di risorse per la prossima Legge di Bilancio. “E’ una iniziativa che non stimola affatto la crescita, l’Italia dovrebbe favorire il turismo, già paghiamo 630 milioni di euro in Europa in tasse ambientali”, spiega Wilson.
L’obiettivo della politica ambientale di Ryanair proiettata al 2030 è di raggiungere la soglia di 60 grammi di anidride carbonica emessi, mentre Iata ha un orizzonte “climatico” al 2050 che auspica la riduzione del 50% rispetto ai livelli del 2005. Inoltre, dall’anno scorso l’app di prenotazione permette di raccogliere fondi a favore di cause ecologiche, e ha raccolto 2,5 milioni di euro.
Insomma, da aerolinea che ha sovvertito l’ordine delle quote di mercato dei voli a breve raggio in tutta Europa, creando di fatto nuova domanda e qualificandosi al primo posto per accesso diretto alle regioni e alle località minori tutto l’anno, Ryanair si ripensa in chiave sostenibile. Infine, incassa i complimenti dell’Enav per il buon lavoro svolto in termini di puntualità e si allea con il Codacons per al risoluzione dei reclami.
500 rotte in Italia
Ryanair e il business travel contano su un network di 500 rotte per l’estate 2020, avendo per focus i collegamenti da 29 scali italiani di 236 europei. Per le aziende alcune novità assolute come Katowice e Marsiglia da Alghero, Cefalonia da Bologna, Cagliari su Trieste e Breslavia, Pisa con Manchester e Verona sulla base di Dublino. Gli aumenti di frequenza vanno sulla Madrid-Bologna a 10 alla settimana, il Cagliari-Londra Stansted operato cinque volte.
Brexit e Boeing 737 Max
Le spine nel fianco di Eddie Wilson sono rappresentate dallo spettro di una hard Brexit e dal ritardo di consegna dei B737 Max. Questi ultimi comportano il rilascio di centinaia di risorse tra piloti e personale di terra e di cabina. In merito a questo dossier, la compagnia conferma un rallentamento della crescita per il 2021, infatti dei 58 Boeing previsti prima dell’estate 2020 ne verranno consegnati 30.
Un gruppo, non più una no frills standing alone
L’ultima significativa trasformazione che Ryanair sta compiendo è l’evoluzione in un gruppo di aerolinee riunite nella holding che porta il suo nome e a cui capo è Michael o’ Leary. Ruolo ancora una volta di vertice per l’istrionico Ceo che l’ha portata ai livelli di oggi, incarnando in sé il Dna disruptive, ortodosso nel business model, senza fronzoli come l’origine di vettore no frills volle. O’ Leary guiderà Ryanair Holdings fino al 2024: in essa 4 brand e altrettanti vettori tra Ryanair Dac (registrata in Irlanda), Buzz in Polonia, Lauda in Austria e Malta Air.
“Ognuna di loro è competente nel proprio mercato di origine e dove opera, gli obiettivi di questa aggregazione sono rappresentati dal’efficienza e da una maggiore competitività – conclude Wilson -, ma il Dna rimane quello di Ryanair: prezzi bassi più performance. Restiamo concentrati su quello che sappiameo fare; i vettori che fanno parte del gruppo impareranno anche dal confronto tra loro. Continuiamo a monitorare altr possibilità di acquisizione”.
A tal proposito, su Alitalia, e a richiesta, conferma quanto il suo predecessore ha ripetuto un numero considerevole di volte. “La nostra offerta di feederaggio è stata rinnovata a più riprese, Alitalia è un brand rispettabilissimo e dovrebbe focalizzarsi sul lungo raggio, mentre sul business domestico fatica a competere con le nostre tariffe. Il long haul è più redditizio per la sua struttura”.
Vedi qui la presentazione di Ryanair per le rotte 2020 in Italia