Del ritorno del business travel si sente parlare da diversi mesi. Nel 2023? Nel 2024? O nel 2025? Secondo gli addetti ai lavori che ieri a Milano hanno partecipato a BizTravel Forum il settore è in dirittura d’arrivo per superare i livelli del 2019.
Durante il “Biz” – consolidato appuntamento annuale organizzato da Uvet – è emerso un certo ottimismo: il 2024 dovrebbe essere l’anno buono in cui dopo 3-4 anni di stop per Covid, le aziende ritorneranno a viaggiare in pieno.
Il ritorno del business travel secondo Travelport
«La spesa 2022 del business travel ha superato del 40% quella del 2021» ha detto Sandro Gargiulo, head of account management sud Europa di Travelport. Un aumento quasi scontato, visto che 2 anni fa il settore era rimasto quasi fermo. «Ha generato quasi 1.000 miliardi di fatturato. Di questo passo, a fine 2024 si avrà il pareggio sul 2019».
Questo se non succederà nulla a livello internazionale, ovviamente, dato che negli ultimi 2 decenni ci sono stati alti e bassi dati da varie “situazioni”. Come l’attentato delle Torri gemelle (2001) con tempi di recupero di 6 mesi, fino alla crisi della Lehman Brother (2009) con tempi di recupero di 12 mesi.
E poi: nel 2012-2013 la crisi del debito sovrano, con tempi di recupero di 14 mesi e business travel sceso del 30% e nel 2020 il Covid, che ha fatto crollare del 75% i viaggi d’affari, con un recupero che non è ancora avvenuto in pieno.
Infine: nel 2022 e nelle ultime settimane prima la guerra in Ucraina e poi quella in Medio Oriente.
«Intanto l’approccio al viaggio è cambiato» aggiunge il manager. «Il telelavoro sta diminuendo, al punto che il 90% delle aziende programma di far tornare le persone al posto di lavoro nel corso del 2024. Nel frattempo si assiste a un fenomeno legato alla qualità del viaggio: l’87% dei dipendenti cambierebbe azienda se i propri manager non si occupassero del benessere durante la trasferta».
Intanto Luca Patanè, presidente Uvet e organizzatore di BizTravel Forum spiega i motivi del ritorno del business travel. «Il reddito disponibile è in aumento anche nei paesi del terzo mondo. L’economia mondiale cresce ed è cresciuta l’attrattività dell’Italia e soprattutto di Milano. Ci sono grandi opportunità anche per le aziende che cercano nuovi mercati».
La ricerca di The European House – Ambrosetti
L’ottimismo di diverse aziende e di chi nel business travel lavora ogni giorno è forse solo una faccia di una medaglia. L’altra faccia è fatta di eventi negativi e recuperi. Insomma: un “saliscendi” caratterizzato da crisi economiche, sanitarie e geopolitiche seguite da recuperi forti.
«In Italia ha funzionato bene l’export, che ha raggiunto i livelli più alti di sempre con 624,7 miliardi di euro. E nel 2023 dovrebbe salire ancora a trainare il PIL e il business travel. Più della metà della crescita del Pil è dovuta al Pnrr» ha detto Corrado Panzeri, responsabile Innotech hub European House – Ambrosetti.
Interessanti anche gli altri dati emersi nel corso del BizTravel Forum. Sempre presentati da Ambrosetti. Innanzitutto il numero di presenze straniere in Italia dal 2003 a oggi: da 66 a 97 milioni (+47%), che ha ampiamente bilanciato il dato sugli italiani, passati da 114 a 113 milioni.
Secondo: come si vede dalla tabella qui sotto, la differenza tra la spesa degli stranieri in Italia e quella degli italiani all’estero lascia un saldo positivo.
Dalla ricerca di The European House – Ambrosetti emerge anche che 7 imprenditori su 10 ritengono che a fine 2023 il fatturato della propria azienda aumenterà rispetto al 2022. Addirittura 1 su 3 ritiene che tale crescita sia superiore al 10%.
Altro dato che ha un rifletto sui consumi e sulle spese di viaggio sono i salari medi dei dipendenti italiani. Paragonati con quelli dei più grandi paesi UE (a parità di potere d’acquisto) dal 1991 al 2022 ci sono differenze notevoli. Già, perché quello di ciascun tedesco è aumentato in media di 13.747 dollari e quello di ciascun francese di 13.125.
Più sotto la Spagna a +1.508 dollari. Male l’Italia, dove in questi 31 anni lo stipendio reale di ogni dipendente italiano è diminuito di 488 dollari.
Infine una nota dolente, evidenziata da Corrado Panzeri: l’innovazione. «L’Italia investe poco rispetto agli altri paesi europei e agli Stati Uniti, che sono i leader».
Il ritorno del business travel nelle ferrovie
Per Pietro Diamantini, direttore business alta velocità di Trenitalia, il fatturato sta avendo risultati positivi. Con una ricaduta sul ritorno del business travel. «La crescita del turismo corre molto veloce, con il settore del business travel che è cresciuto più lentamente del leisure. Il 2019 resta ancora l’anno migliore per la Tav in Italia in termini di passeggeri. Trenitalia ha capito l’importanza di creare sinergie tra il settore dei viaggi d’affari e quello del leisure. Per questo abbiamo investito risorse nel bleisure e nel collegamento tra business travel e propungamento del soggiorno».
Infine un cenno a Milano, città che tradizionalmente ospita il BizTravel Forum. «La città rappresenta un’attrattiva anche leisure, in un settore dove Roma e Milano sono la spina dorsale. Abbiamo intenzione di essere presenti sul capoluogo lombardo in maniera più significativa».
(Leggi di più sul BizTravel Forum 2023)
ITA Airways punta sul lungo raggio
Dai trasporti su rotaia a quelli aerei. Al Forum è intervenuta Emiliana Limosani, Cco di ITA Airways che ha spiegato che il 2023 chiuderà a circa il 95% rispetto al 2019.
«Il recupero totale sarà nel 2024» dice. «Le stime Iata dicono che i viaggi internazionali da e per l’Italia a fine 2024 recupereranno il 114% sul 2019. Sui viaggi intercontinentali siamo al 91% mentre, a livello globale, i passeggeri 2023 aumenteranno del 30% rispetto al 2022 con aumento dei posti del 28%».
Per quanto riguarda la compagnia, fino a 0ttobre ha trasportato 12 milioni di passeggeri (+53% sul 2022), con un aumento del 68% dell’offerta e dei ricavi passeggeri del 77. E’ aumentato il load factor (+7%) mentre è “esploso” il lungo raggio, che il segmento più profittevole e che supporta gli altri collegamenti. Oggi il 55% dei passeggeri ITA viaggiano in connessione
«Entro fine 2023, la flotta ITA sarà di 85 aerei. Sul fronte del business, la carta Volare sta andando bene con 1,7 milioni di iscritti, il 63% dei quali sono italiani. Nel 2024, aumenteranno del 36& la nostra offerta con un focus sul lungo raggio, soprattutto verso nord America, con un occhio anche all’Arabia Saudita. Tra un anno arriveremo ad avere 96 aerei, col 60% della flotta rinnovata. Infine, avremo un focus sul business travel, dove i passeggeri sono cresciuti del 56%, soprattutto grazie all’Italia. Senza dimenticare le Pmi».
Il sistema aeroportuale milanese
Sul fronte aeroportuale a parlare di andamento del mercato è Andrea Tucci, vicepresidente Sea – Aeroporti di Milano.
Nel 2023, la prima piacevole sorpresa: non ci si aspettava una ripresa così veloce. «Uscire da una crisi come quella del Covid in maniera così rapida è stato sorprendente, al punto che il 2023 è sopra le aspettative. La guerra in Ucraina ha pesato per il 6% del traffico mentre la guerra in Medio Oriente per il 4%».
Intanto Sea – che oltre a Linate e Malpensa gestisce una quota del 31% nell’aeroporto di Orio al Serio – prevede di chiudere il 2023 sui livelli del 2019.
«Ma il mercato è completamente diverso rispetto al periodo pre Covid: c’è una fortissima ripresa del lungo raggio, con uno share di passeggeri del 51% di stranieri e 49% di italiani. Mentre prima era il contrario. Per il 2024 puntiamo sia a raggiungere nuove destinazioni sia ad aumentare le frequenze. E lo facciamo generando nuova domanda. Per quanto riguarda il nostro traffico, circa l’85% è “punto a punto” dove il restante 15% è attraverso altri hub. Il 5% passa fa scalo in un altro aeroporto per scelta mentre circa il 10% è costretto a farlo».
Infine alcune considerazioni generali. Primo: Malpensa ha ancora capacità di crescita. «Nel 2018, facevamo lo stesso numero di passeggeri ma col 30% dei voli in meno. Questo significa che transitano aerei più grandi,soprattutto nel lungo raggio. E più il lungo raggio cresce, più aumenta l’attrattività di uno scalo».
Infine un cenno a Linate, appena raggiunto dalla nuova linea della metropolitana e aeroporto simbolo del business travel. «La M4 è perfetta per Linate anche perché attrae vettori e aumenta la catchment area. A questo punto speriamo che ITA aumenti le destinazioni raggiunte da qui».