Un ritorno al passato per Alitalia. Di dieci anni quando un Berlusconi in campagna elettorale bloccò la vendita ad Air France, mettendo un macigno di svariati miliardi di euro sui conti pubblici, ma anche di oltre 15 anni fa, quando il leghista di ferro Giuseppe Bonomi, è stato al comando della ex-compagnia di bandiera, per poi passare in Eurofly e in Sea. Nome “nuovo” per le Ferrovie dello Stato, le massime indiziate per ri-nazionalizzare Alitalia, come ha paventato il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli: “Torneremo a farla diventare compagnia di bandiera, con il 51% in capo all’Italia e con un partner che la faccia volare”. Cancellando anni di incapacità dei manager che “hanno fatto danni straordinari”. Tra i quali evidentemente non mette Bonomi.
Ritorno al passato per Alitalia. Tornerà pubblica? Dopo Toninelli, anche Di Maio tuona contro gli amministratori passati e punta al ritorno al pubblico
Anche il ministro del Lavoro e vicepremier Luigi Di Maio durante l’audizione alla Camera sulle crisi aziendali ha assicurato che si spenderà “in prima persona con tutti i player internazionali per trovare un futuro ad Alitalia”, e che “sono in corso da parte di questo governo le interlocuzioni necessarie per assicurare un futuro a questa azienda, per tutelare al meglio le esigenze dei lavoratori e del Gruppo” (interlocutori anche cinesi?, Leggi qui), senza dimenticare un passato dove andare a individuare i “colpevoli di questo disastro”.
Dopo la parte “gialla” del Governo anche quella verde dice la sua sulla situazione Alitalia, la favorita resterebbe sempre la tedesca Lufthansa, “un’offerta interessante” senza dire molto di più commenta il sottosegretario della Lega Armando Siri, che attende il prossimo incontro con i commissari il 27 luglio, al ministero dell’economia.Serve quindi un partner industriale ma anche tanti soldi che dovrebbero venire da CdP, un’ennesima iniezione di soldi pubblici per cui i più si dicono “inorriditi”. Chissà cosa direbbero sul web gli elettori pentastellati o i tanti lavoratori del varesotto elettori della Lega lasciati a piedi con il dehubbing di Malpensa da parte di Alitalia nel 2008…Tra i più anche Andrea Giuricin, docente dell’università della Bicocca e dei nostri corsi aziendali nonché esperto di trasporto aereo, che su diversi canali continua a tuonare contro la ri-nazionalizzazione del vettore tricolore (seguitelo qui su Twitter ad esempio).
Una bocciatura arriva anche dalla Confindustria, per bocca del suo presidente Vincenzo Boccia: “Dovremmo evitare, al di là dei dogmi, di pubblicizzare le perdite e privatizzare i profitti. A noi serve un’Alitalia competitiva che faccia bene in termini aziendalistici perché è nell’interesse del nostro paese”.