La ripresa dopo il Coronavirus è un enorme punto interrogativo. Tra il quando e il come, gli opinion leader del travel non si sbilanciano. L’unica cosa da fare oggi è marcare stretto il Governo per difendere l’industria dei viaggi in tutti i suoi settori. Abbiamo raggiunto Luca Patanè, presidente di Uvet e di Confturismo-Confcommercio, per sentire entrambe le voci, dell’imprenditore e del rappresentante della categoria che più di ogni altra rischia molti caduti alla fine dell’emergenza Covid-19. «Dobbiamo rimanere in piedi. Il turismo è una ricchezza italiana che non deve andare in mano ad altri che hanno più forza finanziaria. Ci deve essere consapevolezza di questo. Chi ci governa deve capire quanto vale e quanto è importante per tutta l’economia: si sappia che ogni 100 euro di transazioni, 86 sono generati dalle filiere», argomenta.
In questi giorni, i tavoli di confronto con le istituzioni sono con i ministeri di Turismo, Economia e Trasporti. I dati che Confturismo porta sono drammatici: tra marzo e maggio l’Italia prevede una diminuzione di 45 milioni di presenze, per una perdita di 11 miliardi di euro. Un terzo del totale annuale. «Per intermediazione ed eventi abbiamo chiesto due miliardi, per l’alberghiero ci stanno pensando altri: sul settore dell’hospitality è caduta una mannaia. Per le destinazioni che si basano sui viaggiatori internazionali servirà molto più tempo a ripartire», dice Patané.
Infatti, a questo proposito, la stima di Federalberghi Roma ipotizza un recupero non prima dell’anno prossimo, come vi abbiamo scritto qui.
«La cassa integrazione? Può attutire il colpo sui costi, ma ci sono troppe spese attive: gli affitti, ad esempio. E le moratorie, quanto dureranno? C’è bisogno di tanta liquidità. E lo stesso vale per il business travel».
Le aperture di accesso al credito fatte al Governo sono di 30 miliardi per tutto il comparto, con finanziamenti a tasso zero da restituire in due anni.
Ripresa dopo il Coronavirus, il business travel ripartirà con le imprese
Continua Patané: «I viaggi d’affari ripartiranno prima delle vacanze, ma dove andranno le imprese? In Europa usciremo prima dall’emergenza, ma il tema è di quanto resisteremo. Quanto può durare un’azienda senza fatturare? Ed è ciò che dobbiamo fare quest’anno: tenere duro. In questi mesi dobbiamo costruire un buon rapporto con i partner. L’innovazione da questo punto di vista è un tratto positivo».
Emendamento in arrivo per il trasporto aereo
Da proprietario della compagnia aerea Blue Panorama, il Gruppo Uvet può dire di avere la fotografia più esaustiva oltre che essere coinvolto nella crisi a tutti i livelli.
Come noto, il decreto Cura Italia del 17 marzo fa una differenza negli aiuti al settore del trasporto aereo.
In pratica, stabilisce sostegno solo per Alitalia in quanto opera un servizio pubblico. Soprattutto in questo periodo con i numerosi rimpatri (leggilo qui), peraltro serviti da altri vettori tra cui la stessa aerolinea del gruppo di Patanè. Ecco che il provvedimento esclude dai benefici dell’articolo 79 comma 2 le aziende che «non sono titolari di licenza di trasporto aereo di passeggeri rilasciata dall’Enac che esercitano oneri di servizio pubblico».
«Perciò è stata presentata la proposta di un emendamento, appoggiata da forze politiche trasversali e di cui stiamo attendendo risposta in queste ore», fa sapere il presidente. Inoltre, ad aprile è attesa una nuova Legge per ulteriori sostegni.
I rimpatri di Blue Panorama
Sono mille gli italiani riportati a casa dalla flotta di Blue Panorama. I passeggeri sono rientrati dalla Repubblica Dominicana, dall’Angola, dalla Nigeria, dal Portogallo e dalla Francia.
In particolare, la compagnia aerea di bandiera italiana ha organizzato due voli provenienti da Santo Domingo, il primo il 22 marzo e il secondo il 29 marzo, trasportando in totale 532 passeggeri.
Da Luanda, in Angola, e dalla Nigeria sono state circa cento in totale le persone che hanno fatto il proprio rientro in Italia.
E ancora, il 25 marzo sono stati 150 i connazionali provenienti da Lisbona e altri 150 quelli provenienti da Marsiglia.
Un altro rescue flight è stato già predisposto per domenica 5 aprile con partenza da L’Avana e arrivo lunedì 6 aprile a Roma Fiumicino.
Le risorse straordinarie servono ora
«Di certo è un’attività che non colma le spese – conclude Patanè -: con un aereo che vola e 13 a terra la cassa è un problema. E se non pagassimo i fornitori creeremmo un problema maggiore. Lo ripeto, servono risorse straordinarie. Stiamo tenendo l’azienda in coma farmacologico. Il Governo ci ha sentito e spero ci dia risposte velocemente».
Inutile ipotizzare stime di chiusura per il 2020: «Ho congelato anche quelle, voglio arrivare prima in fondo al tunnel», conclude.
Leggi qui una precedente intervista al presidente Patanè, sul futuro prima del Coronavirus.