Ricerca sui viaggiatori d’affari italiani

La ricerca sui viaggiatori d’affari italiani a cura di Sap

Uno studio effettuato da Sap Concur mostra le tendenze, le abitudini e i desideri dei travel manager e del business traveler residenti nella Penisola in tema di viaggi d'affari

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Una nuova ricerca sui viaggiatori d’affari italiani, curata da Sap Concur, evidenzia le criticità che incidono sui loro percorsi professionali. Ed evidenzia una volta di più l’importanza del business travel sia a livello personale sia aziendale.

Questi dati fanno luce sul panorama in evoluzione dei viaggi d’affari in Italia, evidenziando sia le opportunità che le sfide affrontate dai viaggiatori e dalle loro aziende.

Punto primo: l’importanza della carriera rispetto alla flessibilità. Il 61% dei viaggiatori d’affari italiani considera ancora il viaggio cruciale per l’avanzamento di carriera. L’85% ha sperimentato una flessibilità ridotta, come limitazioni al lavoro a distanza durante i viaggi personali.

Relativamente a quest’ultimo punto, il 22% lamenta tagli all’autorizzazione del lavoro da remoto durante i viaggi personali per evitare di prendere giorni di ferie. Il 15% critica l’impossibilità di aggiungere viaggi personali a quelli di lavoro. E per questo motivo rifiuterebbe un viaggio che non consentisse loro di estenderlo per motivi personali.

Ricerca sui viaggiatori d’affari italiani, costi e imprevisti

Secondo: l’impatto delle misure di riduzione dei costi. Nonostante apprezzi la flessibilità, il 49% crede che le loro aziende diano priorità al taglio dei costi rispetto alla necessità di avere una certa flessibilità nella scelta del viaggio.

Terzo: affrontare le sfide di viaggio. Negli ultimi 12 mesi, il 78% degli intervistati ha dovuto prendere decisioni impreviste a causa di interruzioni del viaggio. Addirittura il 27% ha dovuto annullare o riprogrammare le riunioni.

Partendo dal dato che il 40% dei business traveler ha subito scali più lunghi o ritardi, il 22% rifiuterebbe un viaggio per evitare simili inconvenienti. Per questo motivo c’è la necessità di prevedere dei margini di tempo tra un impegno e l’altro o tra l’arrivo e l’impegno. Ad esempio, il 54% prevede del tempo extra per il proprio arrivo e il 44% del tempo extra per la partenza.

Intelligenza artificiale: nodi e opportunità

Quarto: l’intelligenza artificiale nei viaggi. La ricerca sui viaggiatori d’affari italiani indica che questi vedono l’intelligenza artificiale come una soluzione. Ma se implementata correttamente.

Mentre il 96% è aperto solo alle prenotazioni di viaggi abilitate all’intelligenza artificiale, solo il 5% le utilizza, sottolineando la necessità di supporto fornito dall’azienda e di garanzie sulla protezione dei dati.

Il 93% dei business traveler necessita del supporto fornito dall’azienda per sentirsi a proprio agio nell’utilizzare l’intelligenza artificiale per le prenotazioni. Inclusa la protezione dei dati personali (43%) o la formazione fornita dall’azienda (33%).

I viaggiatori sono più disposti a prendere in considerazione l’utilizzo dell’automazione basata sull’intelligenza artificiale per orientarsi su benessere e sicurezza (38%) o per trovare opzioni sostenibili (33%).

(Leggi dello studio Sap Concur su come la AI migliori la gestione delle spese)

Ricerca sui viaggiatori d’affari italiani, il tema sicurezza

Ci sono poi le preoccupazioni per l’uguaglianza tra colleghi. Già, perché un significativo 57% ritiene di non avere sempre le stesse opportunità di viaggio rispetto ai colleghi. E per questo cita fattori come l’anzianità (15%), età (14%) o luogo di residenza (9%).

Sesto: la sostenibilità e la flessibilità. Nonostante le iniziative di sostenibilità, il 19% vede le loro aziende dare priorità ai viaggi “green” rispetto alla flessibilità o al taglio dei costi.

Però il tema ambientale piace ai traveler, anche se sono la minoranza. Il 12%, addirittura, rifiuterebbe un viaggio se avesse un impatto troppo negativo sulla Terra e se fosse impossibile scegliere opzioni sostenibili.

Punto numero sette: in base alla ricerca sui viaggiatori d’affari italiani, Sap Concur rileva che questi ultimi stanno “puntando i piedi”. Nel complesso, il 93% rifiuterebbe un viaggio. I motivi? La (poca) sicurezza della destinazione (45%), per la (poca) sicurezza del mezzo di trasporto (24%) o per mancanza di flessibilità dei  manager nell’uscire (per emergenze) dalla policy aziendale (14%).

(Leggi dell’evento Sap Concur su sostenibilità e digitalizzazione)

La politica aziendale in tema di business travel

Punto numero otto: più di 3 intervistati su 5 (62%) notano una maggiore attenzione da parte della propria azienda alle approvazioni previaggio. Il 26% l’ha implementata per tutti i viaggi, mentre il 33% ha sostenuto spese aggiuntive durante un viaggio d’affari a causa di imprevisti.

C’è poi il tema della politica aziendali in tema di viaggi d’affari. In questo caso, i travel manager preferiscono che i propri collaboratori prenotino utilizzando i canali adeguati. Tuttavia, solo il 14% di loro lo fa (in media) anche perché talvolta sono costretti a effettuare prenotazioni direttamente con i fornitori a causa di imprevisti.

(Leggi di più su Concur.it)

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