Dopo il caso storico di greenwashing contro KLM Royal Dutch Airlines dello scorso marzo, un’altra compagnia aerea è finita sotto i riflettori: Qantas.
L’accusa
La principale compagnia aerea australiana è stata accusata di greenwashing dopo che il gruppo di difesa ambientale Climate Integrity ha presentato un reclamo all’ente di controllo dei consumatori, sostenendo che la compagnia ha propinato ai consumatori informazioni fuorvianti in merito all’impatto ambientale dei suoi voli.
Di scivoloni su temi caldi come la sostenibilità tuttavia se ne sono visti parecchi. Quest’ennesima mossa è l’ultima di una serie di accuse di greenwashing proprio contro le compagnie aeree.
Cardine del reclamo è il prodotto «fly carbon neutral» che consente ai viaggiatori di acquistare crediti di carbonio «che rimuovono, riducono o evitano le emissioni nell’atmosfera», nonché sulla promozione di «carburanti sostenibili».
Gli ambientalisti
Secondo Claire Snyder, direttrice di Climate Integrity, l’azienda indurrebbe in errore clienti e azionisti facendogli credere che i propri prodotti e servizi siano più sostenibili di quanto in realtà non siano.
Secondo il gruppo ambientalista, la promozione di termini come “carburanti sostenibili” e “carbon neutral” da parte di Qantas non sarebbe solo fuorviante, ma potrebbe anche generare una falsa percezione riguardo l’effettivo impatto ambientale della compagnia. Nel 2024, infatti, Qantas ha emesso circa 17,6 milioni di tonnellate di CO2 a livello globale.
Per Climate Integrity, l’uso di espressioni come “carbon neutral” crea l’illusione che le emissioni prodotte dalla compagnia siano a zero, ma questo non è scientificamente provato, e le reali riduzioni delle emissioni sono ancora lontane dall’obiettivo di zero emissioni nette.
Inoltre un cliente che sceglie l’opzione “Fly carbon neutral” potrebbe erroneamente pensare che gli impatti climatici del suo viaggio siano completamente azzerati, ma questo non è il caso, e tale percezione distorta potrebbe indebolire gli sforzi collettivi per ridurre le emissioni a livello globale.
Anche l’impegno dichiarato dall’azienda nei confronti dell’accordo di Parigi sarebbe infondato e le attuali misure di riduzione delle emissioni sarebbero insufficienti per raggiungere gli obiettivi di zero emissioni nette.
Il pericolo del greenwashing è l’effetto di un illusorio progresso, che mina il raggiungimento delle zero emissioni entro il 2050.
La risposta dell’azienda
Non si è fatta attendere la risposta di Qantas, che ha affermato di essersi «offerto di lavorare a stretto contatto» con Climate Integrity e l’ACCC, riconoscendo il percorso verso le emissioni nette zero come non lineare.
L’azienda si dichiara comunque profondamente impegnata in un piano di compensazione delle emissioni di carbonio e di approvvigionamento SAF.
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