Un viaggio intercontinentale, due viaggi in Europa e dieci su territorio nazionale. Questo il conto delle trasferte effettuate ogni mese da Armando Tamai, amministratore delegato di Seli. Dal Nord al Sud America, dall’Estremo Oriente alla Spagna e la Grecia. Tamai viaggia soprattutto per concludere negoziazioni fondamentali per l’azienda oppure per risolvere di persona problematiche di tipo contrattuale con clienti e fornitori. «Il mio modo di viaggiare per lavoro – spiega Tamai – è sicuramente cambiato negli ultimi anni. Cerco per primo di dare il buon esempio, riducendo il numero dei pernottamenti e privilegiando gli spostamenti nelle ore notturne in modo da ottimizzare i tempi di trasferta».
Viaggiatore esigente, Tamai non risparmia critiche e apprezzamenti. «Per quanto riguarda i viaggi aerei, tranne poche compagnie, generalmente andrebbe intensificata la frequenza delle connessioni negli
hub, per non perdere troppo tempo negli aeroporti. Da questo punto di vista noi italiani siamo molto penalizzati, dobbiamo per lo più fare scalo a Francoforte e Parigi perché nel nostro Paese non esiste
un vero e proprio hub. Un aumento del numero di voli quotidiani su una determinata tratta significa avere la possibilità di modificare il volo a seconda delle esigenze anche all’ultimo minuto». E nello specifico quali vettori preferisce per i suoi spostamenti? «Io che maggiormente apprezzo la rapidità e la qualità del servizio a bordo, prediligo Lufthansa, estremamente pragmatica ed efficiente in questo senso. Cosa che purtroppo non posso più dire di Cathay Pacific, che recentemente ha cambiato la configurazione dei posti a bordo, posizionandoli a spina di pesce: sono davvero scomodi».
L’amministratore delegato segue i programmi fedeltà di tutte le compagnie aeree che utilizza più spesso: Lufthansa, Alitalia, Iberia e Cathay. «Sono strumenti che offrono vantaggi concreti. La Senator Club di Lufthansa, per esempio, aiuta parecchio nella modalità con cui si trascorre il tempo in aeroporto prima dell’imbarco: salette riservate, desk con pc e molti altri servizi».
Ciò che più disturba Tamai quando si appresta a prendere un volo è il limite di sette chili per il bagaglio a mano: «Oggi, tra personal computer e borsa è un peso davvero modesto.
Essere costretti a spedire il bagaglio significa, oltre a volare col terrore di non vederselo recapitare una volta arrivati a destinazione, una fastidiosissima perdita di tempo, visto che in sempre più aeroporti l’attesa per la restituzione bagagli è notevolmente aumentata».
E della nuova Alitalia dice: «il monopolio sulla tratta Roma-Milano ha peggiorato le cose, manca elasticità: per problemi di tariffa non è più possibile cambiare volo all’ultimo momento nell’arco della stessa
giornata, anche se gli aerei sono mezzi vuoti. Mi sembra assurdo. Per questo, se i tempi lo consentono, utilizzo sempre molto volentieri il treno Freccia Rossa, che arriva direttamente in centro città e permette anche di lavorare in tutta comodità durante il viaggio».
Tamai è un ex fumatore e come spesso accade per gli ex non transige sul mancato rispetto di questi divieti, specie negli alberghi. «In troppe strutture capita di entrare nella propria camera, che dovrebbe essere riservata ai non fumatori, e sentire un forte odore di nicotina. Le direzioni degli alberghi dovrebbero essere più solerti nel far rispettare il divieto. Mentre un’altra nota negativa sempre più diffusa negli hotel è la mancanza di spazi comuni, punti di raccolta dotati di poltrone e tavolini dove poter trascorrere
del tempo con altre persone, parlando anche di lavoro».
L’amministratore delegato di Seli ha degli appunti da rivolgere anche alle società di autonoleggio, sempre
per problematiche di tempistica. «Il servizio offerto da queste
società – dice Tamai – è inappuntabile al momento del ritiro del mezzo, mentre diventa carente quando si consegna l’auto: i parcheggi sono lontani dall’ingresso in aeroporto, le verifiche sullo stato dell’auto sono troppo lunghe e spesso vengono addebitati 20 o 30
euro di carburante, anche se nel raggio di chilometri non c’è un distributore».
Insomma, Tamai ha le idee chiare sulle qualità che dovrebbero contraddistinguere una trasferta di lavoro. E a proposito della travel policy di Seli dice: «Dovremmo mettere maggiormente in concorrenza
tra loro i nostri fornitori. È un settore complesso quello dei viaggi, con costanti novità. Non bisogna adagiarsi sugli accordi con vettori e catene alberghiere, perché ci possono essere condizioni migliori proprio dietro l’angolo».
Le nostre schede
Azienda: Seli
Viaggiatore: Armando Tamai
Inquadramento nell’organigramma: amministratore delegato
Destinazioni frequenti: Estremo Oriente, Spagna e Grecia
Iscrizioni a frequent flyer program: sì (programmi di Lufthansa, Alitalia, Iberia e Cathay Pacific)
Servizio maggiormente apprezzato: lounge aeroportuali con salette riservate, desk e personal computer
Utilizzo del treno ad alta velocità: sì
Strutture alberghiere preferite: quelle dotate di spazi comuni dove incontrare persone e parlare di lavoro
Testo di Michele De Gennaro, Mission n.7, ottobre 2009