Prima di tutto, puntualità

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Vita dura, quella del business traveller. Alzatacce mattutine, coincidenze da prendere al volo, e magari qualche attesa di troppo in aeroporto rappresentano la routine di chi, per ragioni di lavoro, percorre molte migliaia di chilometri. È il caso, per esempio, di Vincenzo Nielfi, Finance & I.T. director presso la filiale italiana del gruppo farmaceutico multinazionale Ipsen. Dagli uffici milanesi dell’azienda, il nostro viaggiatore intraprende una ventina di trasferte all’anno in occasione di incontri di lavoro nazionali o internazionali. Le sue mete sono soprattutto europee, a cominciare da Parigi, dove ha sede la casa madre del gruppo.

Impressioni di volo
Vita dura, dicevamo. Anche perché, almeno a parere di Nielfi, «negli ultimi anni la qualità dei servizi a disposizione di chi si sposta per lavoro è decisamente peggiorata». Viaggiatore esigente, il manager di Ipsen vola soprattutto con Alitalia e Air France. E quando gli chiediamo che cosa maggiormente apprezza in un vettore, non ha dubbi: «Senz’altro la puntualità e l’affidabilità – è la sua risposta –, due doti che purtroppo non sempre le compagnie con cui volo riescono a mettere in campo. Di recente, per esempio, mi è capitato di attendere tre ore a bordo di un aereo prima di poter decollare. E volete sapere perché? Le ali dovevano essere sbrinate e gli addetti non erano disponibili! Altre cose che non mi piacciono sono la scortesia o gli eccessivi formalismi che, talvolta,  gli operatori a terra e il personale di bordo usano nei confronti dei viaggiatori».
Quando vola, Nielfi preferisce sedersi sul lato del corridoio. Una preferenza che nasce da ragioni di sicurezza e comodità, e che lo porta a guardare con diffidenza a quelle compagnie – tipicamente i low cost – che non offrono la possibilità di scegliere il posto al momento del check-in. «Anche se, in generale, questi vettori sono utili per calmierare i costi dei viaggi – spiega –, risultano quasi sempre piuttosto scomodi se si viaggia per motivi di lavoro. A onor del vero, però, devo dire che quando ho provato easyJet, una cosa mi ha colpito favorevolmente: la puntualità».
Fruitore “tiepido” di lounge aeroportuali («le uso solo se ne ho il tempo»), Nielfi boccia invece senza mezzi termini il treno, compreso il celebrato Frecciarossa: «La qualità del servizio è generalmente insoddisfacente, e mi è capitato di arrivare a Milano Centrale, provenendo da Roma, con quasi mezz’ora di ritardo».

E a proposito di hotel…
Una volta giunto a destinazione, comunque, il Finance & I.T. director di Ipsen ha le idee chiare anche in tema di alberghi. «Tra i plus più significativi per la clientela business, figurano senz’altro la comodità rispetto ai mezzi di trasporto locali e la disponibilità di connessioni wireless – dice –. Essendo un tipo sportivo, poi, apprezzo anche la disponibilità di una palestra o di una piscina, dove rilassarmi dopo una giornata di riunioni. Non sopporto, invece, la mancanza di canali televisivi in lingua italiana: pur parlando inglese, la considero una questione di principio».
Infine, due note sulla travel policy di Ipsen: ridotti al minimo gli extra in hotel («Anzi – precisa Nielfi –, per quanto possibile l’indicazione è di evitarli»), è invece consentito l’utilizzo del taxi per gli spostamenti urbani.

Le nostre schede
Azienda: Ipsen SpA
Viaggiatore: Vincenzo Nielfi
Inquadramento nell’organigramma: Finance & I.T. director
Numero annuo delle trasferte: una ventina
Destinazioni frequenti: Francia ed Europa in generale
Compagnie aeree preferite: quelle che garantiscono prima di tutto la puntualità
Strutture alberghiere preferite: quelle dotate di connessioni wireless, palestra o piscina e canali tv in italiano

 

Testo di Marco De Rosa, Mission n. 1, gennaio-febbraio 2010

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