Chi viaggia per lavoro, come nel mondo tipico di Mission e Missionline, ben sa come sono i prezzi di prodotti food e no-food negli aeroporti, in giro per il mondo.
Da oggi anche gli italiani che non fanno frequenti voli o business travel estero, hanno gli echi dei prezzi elevati, grazie a un articolo forte, con tanto di ricerca e numeri, pubblicato da Il Corriere. Nel titolo i numeri definiti scandalosi, per chi già non li da per normali: acqua a 9 euro e panini a 16 euro, caffè 4 euro e croissant 5,5 euro.
Poi anche un allarme, altrettanto acquisito da chi viaggia e vola spesso per lavoro: non ci sono limiti, ai prezzi crescenti. Anche se certi gestori qualcosa possono fare e, parzialmente, in qualche occasione provano a fare.
I prezzi in aeroporto per l’Italia sono in media
Tutta Europa vede un bell’incremento dei prezzi di prodotti venduti in aeroporto, ultimamente, anche oltre il tasso d’inflazione. I principali aeroporti italiani contano fatturati milionari per le attività “non aviation” ovvero quelle dell’area commerciale, con un “aiuto” per quanto riguardi beverage e liquidi di utilità, dalla regola di sicurezza che vieta in accesso quanto sia oltre i 100 ml.
I prezzi record citati all’inizio, fortunatamente, non sono degli aeroporti italiani ma di quello di Istanbul e altri scali importanti per voli intercontinentali. La media di una bottiglietta da mezzo litro, da noi, è sotto i due euro, con i soli panini che a volta scandalizzano, arrivando ai 10 euro.
Di questo passo però, rilevano alcuni, si invertirebbe la classica teoria per cui è in aereo che costa di più mangiare e bere, almeno volando sulle low-cost.