Le previsioni per il business travel nel 2024 sono all’insegna dell’ottimismo. Naturalmente, tutto va valutato al netto di eventuali “sorprese” in arrivo a livello internazionale come crisi, guerre o epidemie.
Un sondaggio effettuato dallo staff del Business Travel Show Europe, uno dei più grandi eventi mondiali sul business travel che a fine giugno celebra i 30 anni, ha mostrato dati inequivocabili.
Prima di tutto: il sondaggio ha come fonte le domande poste a 322 addetti ai lavori di vari paesi europei. Mediamente prevedono in anno in salute per tutta l’industria dei viaggi d’affari, con budget in crescita e con un terzo dei rispondenti che hanno già raggiunto o superato i livelli del 2019.
Per addetti ai lavori si indendono travel buyer, manager delle risorse umane o dell’ufficio acquisti o personale molto vicino ad amministratori delegati o top manager d’impresa. Le domande risalgono a dicembre 2023, quindi con guerre o crisi già in atto.
Previsioni business travel 2024:
Il sondaggio con le previsioni per il business travel 2024 inizia chiedendo come si ritiene che sia il budget 2024. Sostanzialmente la maggioranza assoluta (il 50,9%) ritiene che aumenterà. Il 28,6% pensa che rimarrà lo stesso mentre il 17,7% ritiene che ci sarà una diminuzione. Il restante 2,8% non sa rispondere.
La seconda domanda punta a capire quando il business travel delle aziende ritornerà ai livelli del 2019. Per una organizzazione su 5 (il 20,2%) ha già raggiunto “l’asticella” dell’annata pre Covid. Addirittura il 16,2% dei rispondenti ha già superato quel livello. E la somma fa 36,4%.
Per il 22,7% ormai ci siamo: il pareggio avverrà nel corso del 2024 mentre 1 su 3 (il 33,5%) crede che si andrà oltre la fine di quest’anno. I pessimisti sono solo il 4,7%: per loro la propria azienda non ritornerà mai al numero di viaggi e alla spesa del 2019. C’è poi sempre un 2,8% che non sa (o non vuole) rispondere.
(Scopri come il telelavoro non abbia “ucciso” il business travel)
L’attenzione all’ambiente e il taglio alle spese riducono il BT?
Ma chi sono quelli che hanno risposto “mai”? E per quale motivo? Quasi la metà (il 43,8%) ha spiegato che tutto sta nell’aumentata attenzione alla sostenibilità e all’obiettivo di ridurre le emissioni di anidride carbonica.
Uno su 3 (il 31,2% ammette che il motivo è solo uno: ridurre le spese. Il 12,5% spiega che la colpa è delle restrizioni ai viaggi da parte della situazione mondniale contingente. La minima parte (il 6,3%) ha risposto dicendo si tratta semplicemente di una riluttanza dei dipendenti a mettersi in viaggio.
«Questi nuovi dati sono incredibilmente positivi da vedere» commenta il vicepresidente esecutivo di Btn Group, Louis Magliaro.
«Riflettono perfettamente un settore sempre più sano che è più che tornato sulla buona strada dopo la pandemia, qualcosa che era lungi dall’essere garantito anche solo due anni fa. Questo non vuol dire che il lavoro del travel manager di oggi sia facile. Anzi. La legislazione, la tecnologia e le situazioni geopolitiche sono solo alcuni dei tanti parametri che cambiano costantemente. Quindi è essenziale che si tengano aggiornati ogni anno con le informazioni, le offerte dei fornitori e i loro colleghi di durante il Business Travel Show Europe. Questo affinché i loro programmi possano continuare ad andare avanti in modo progressivo e responsabile».
Si ricorda che l’evento ritorna al ExCeL di Londra nei giorni del 19 e del 20 giugno prossimi. Le registrazioni inizieranno a partire dal mese di marzo.