Poppi, un esercizio di stile per la compagnia del futuro

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Al tempo di AirBnB e di Uber, che stanno rivoluzionando il mondo dell’accomodation globale e della mobilità cittadina, nei cieli …non ci sono invece molte novità da anni, da quanto nacquero le low cost e si cercarono di lanciare le compagnie all business (leggi: I voli all business avranno un futuro?).

Ma ora, dall’Airline Passenger Experience Association Expo di Portland, Oregon, arriva Poppi, la “provocazione” di Teague, uno dei più importanti studi di progettazione per l’aviazione civile fondato negli anni ’20 a Seattle e che dal ’46 disegna gli interni degli aerei della Boeing (che da anni ha avuto la sede principale a Seattle, poi spostatesi a Chicago).  Si tratta di un “esercizio di stile” che il Principal Brand Strategist di Teague, Devin Liddell, ha presentato sottolineando che è “un regalo alle aerolinee esistenti, poiché non lanceremo una startup. Poppi deve servire ad aprire una strada, anzi a suggerire quelle che le attuali compagnie non hanno mai considerato”.

Ma vediamo quali sono i contenuti di Poppi: innanzitutto pochi bagagli, soprattutto da stiva. Con cappelliere disegnate per accogliere solo una giacca e una borsa per il computer. In questo modo, dice Liddell, gli imbarchi sarebbero più rapidi del 71% e si risparmierebbero tonnellate di carburante. Al massimo, per chi proprio non ne può fare a meno, i bagagli li disegna la stessa compagnia, che li integra negli arredi dell’aereo, e te li viene a prendeere a casa e te li consegna a destinazione.

Una grande idea è poi il posto “sponsorizzato”, per “premiare” coloro che occupano i posti meno comodi, come quelli di mezzo in una linea a tre. “Proponiamo di trasformare la poltrona in mezzo in una sorta di posto promozionale” ha suggerito Liddell, ovvero un posto brandizzato da qualche sponsor che voglia offrire gadget, privilegi, la possibilità di servizi a terra o in volo, e sconti, magari da acquistare direttamente con il Wifi dell’aereo.

Ma anche la distribuzione dovrebbe cambiare, con tessere non per raccogliere punti o miglia, bensì da caricare con alcuni servizi, ad esempio i pasti, non legati alla classe di viaggio, o carnet di voli a prezzo fisso, “rendendo così i passeggeri partecipi di un brand”, ha sottolineato Liddell. Voli acquistati che potrebbero esser rivenduti a terzi (si aprirà l’era del bagarinaggio dei voli?…) , che si aggiungerebbero ad altri servizi quali snack venduti da vendor machine a bordo, dove si potrebbe trovare anche una classe cinema e un merchandising nuovo, con oggetti venduti durante il volo che possano essere riutilizzati a casa. E qualcosa per il business traveller Mr. Lindell?

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