Il business travel cresce. Cresce e porta con sé un discreto ottimismo da parte delle aziende italiane, che nel 2015 hanno fatto viaggiare di più i propri collaboratori (+3%) e hanno anche speso il 2% in più rispetto al 2014, iniziando l’anno nuovo con un ottimismo che dovrebbe continuare per tutti prossimi mesi.
Questi i risultati chiave resi noti in occasione della presentazione della quindicesima edizione dell’Osservatorio Business Travel, basato sulla ricerca condotta da Andrea Guizzardi, realizzata col supporto scientifico e tecnico della Scuola Superiore di Scienze Turistiche e il patrocinio del Dipartimento di Scienze Statistiche dell’Università di Bologna. Sponsor ufficiali sono HRG Italia, HRS – Hotel Reservation Service e Vueling con il supporto di AirPlus International Italia e con in collaborazione con la casa editrice Ediman.
Nella raccolta dei dati, i curatori della ricerca hanno intervitato in tutta Italia i responsabili della gestione dei viaggi d’affari nelle aziende di un campione di imprese sparse su tutto il territorio nazionale, diversificando il settore produttivo e la dimensione stessa dell’impresa.
Le cifre: i viaggi di lavoro dei collaboratori delle aziende italiane sono aumentati del 3,3% rispetto al 2014, toccando quota 31,8 milioni, confermando quindi un andamento positivo iniziato 2 anni fa, proseguito per tutto il 2015 con la buona probabilità che prosegua anche per il 2016. I dati positivi riguardano sia gli spostamenti nazionali sia quelli internazionali e intercontinentali, dove quest’ultimo segmento è quello che cresciuto di meno (+1,7%) per motivi legati al rallentamento delle economie dei paesi emergenti dall’aumento del rischio in alcune aree geografiche (come il nord Africa), anche se gli investimenti diretti esteri delle imprese italiane è in crescita.
A livello geografico, dunque, è aumentato il business travel verso gli Stati Uniti, il Brasile, la Germania e la Francia mentre hanno segnato il passo quelli verso la Cina.
Se il numero dei viaggi è aumentato del 3,3% e la spesa è cresciuta solo del 2% ne deriva che è un po’ diminuita sia la durata dello spostamento (i pernotti sono aumentati del 2%) e sono parallelamente aumentate le trasferte in giornata, grazie all’aumentata offerta di posti in aereo e in treno.
Ed è proprio quest’ultimo mezzo di trasporto quello che registra la crescita maggiore (+3,9%) tra i businessmen italiani grazie anche all’aumento dei collegamenti effettuati con i treni ad alta velocità, di Trenitalia e di Ntv. L’automobile resta sempre la favorita, al punto che quasi uno spostamento su due (il 46,2%, per la precisione) è effettuato così, utilizzando però vetture di segmento inferiore rispetto al passato. In sostanza: non si rinuncia al viaggio di lavoro, ma si sceglie di tagliare su certi costi “superflui”.
Per quanto riguarda l’analisi della spesa, il già citato +2 si è tradotto in un importo complessivo di 19,5 miliardi di euro, con aumento maggiore per i viaggi nazionali (+3,3%, con calo del prezzo dei carburanti ma con l’aumento dei prezzi dei biglietti aerei e degli hotel), seguiti da quelli internazionali (+1,2%).
Il 2016? Per il terzo anno consecutivo dovrebbe chiudersi con segno positivo, con ottimisti soprattutto fra i manager delle imprese del settore terziario, che effettueranno soprattutto spostamenti di lavoro nel territorio nazionale ed europeo. La spesa dovrebbe aumentare ancora rispetto al 2015, di una percentuale compresa tra il 2,5 e il 4,5%.