Il no deal sulla Brexit, ovvero il divorzio senza accordo tra la Gran Bretagna e l’Unione Europea, avrà un impatto drammatico sui viaggi. Uno studio di Euromonitor International afferma che entro il 2022 i cittadini del Regno Unito potrebbero compiere 5 milioni di viaggi in meno (scopri di più su Euromonitor International). Il Paese maggiormente penalizzato sarebbe la Spagna, dove il 21% dell’incoming proviene proprio dal Regno Unito. Lo studio calcola, in particolare, che le entrate turistiche della destinazione potrebbero diminuire di circa 747 milioni di dollari, la metà dei quali rappresentati dal turismo UK.
No deal sulla Brexit, difficoltà anche per altri Paesi
Ad oggi l’ipotesi più probabile è che, anche se in ritardo, si giunga a un accordo di libero scambio tra UK e Ue. Ma se ciò non dovesse accadere, le conseguenze non riguarderebbero solo la Spagna, ma tutte le mete preferite dai turisti britannici. Caroline Bremner, responsabile travel di Euromonitor International, ha infatti dichiarato: “Gli Usa, la Francia, il Portogallo sarebbero tutti colpiti. Se non dovesse esserci un accordo, la sterlina si deprezzerebbe. Sarebbe quindi più difficile per i cittadini del Regno Unito andare all’estero e quindi il numero dei turisti diminuirebbe. Nel caso di un no deal sulla Brexit ci aspettiamo un calo del mercato outbound, con una ripresa sul medio periodo”.
Deprezzamento della sterlina
Lo studio di Euromonitor prevede una stagnazione delle partenze dalla Gran Bretagna nei prossimi due anni. Il deprezzamento della sterlina, calcolato nella misura del 10%, potrebbe però rendere il Regno Unito più attraente per i viaggiatori stranieri.
La società Euromonitor International non è l’unica a esprimere preoccupazione riguardo alle conseguenze sul turismo dell’uscita del Regno Unito dall’Europa. Anche l’industria dell’aviazione britannica è in allarme. Si teme, in particolare, il blocco dei voli internazionali, che dovrebbero poi essere rinegoziati bilateralmente. Leggi qui i dettagli.