ncc riforma Salvini

Ncc: in piazza contro il decreto Salvini

Stop forzato di 20 minuti tra un servizio e l’altro e obbligo di comunicare al Mit dati su clienti e tragitto

Il Ministro delle Infrastrutture e dei Servizi Matteo Salvini sembra di nuovo aver siglato riforme a tavolino, sterili e controproducenti. Nel mirino il Dm 226/2004 dell’ottobre scorso che penalizza gli operatori di NCC, apportando nuovi obblighi. Il decreto entrerà in vigore a gennaio, con diverse novità avverse agli Ncc, come lo stop forzato di 20 minuti tra un servizio e l’altro, e l’obbligo di comunicare al Mit dati su clienti e tragitto.

Tuttavia, queste disposizioni rischiano di causare solo disservizi e attese prolungate per i passeggeri, soprattutto in vista del Giubileo 2025 a Roma.

In tal senso, MuoverSì, una delle sigle più rappresentative degli operatori di auto nere, manifesterà oggi, 12 dicembre, dalle 14 alle 18, scendendo in piazza Capranica a Roma, vicino ai palazzi della politica, nella speranza di ottenere un incontro con la premier Giorgia Meloni.

I manifestanti sono disposti al compromesso: se non si otterrà un passo indietro, richiedono almeno che si posticipi l’attuazione del decreto al prossimo anno, anche in vista della necessità una riforma strutturale più ampia.

Secondo un recente sondaggio di SWG, il 64% degli italiani ritiene infatti che l’attuale disponibilità di taxi e NCC sia insufficiente per gestire i flussi turistici previsti dal Giubileo 2025, con possibili impatti negativi sull’immagine del Paese.

Inoltre la stessa ricerca indica che quasi il 60% degli italiani chiede una maggiore diffusione degli NCC per migliorare gli spostamenti nelle città. Una voce, quella popolare, che appare in contrasto con quella del Ministro delle Infrastrutture e del Turismo italiano.

Andrea Romano, leader di MuoverSì, ha chiarito:

“Alla vigilia del Giubileo e degli altri grandi eventi del 2025, con le città già oggi bloccate da una drammatica carenza di trasporto pubblico non di linea, Salvini ha deciso di peggiorare ulteriormente la situazione. Impone agli Ncc un tempo minimo d’attesa di 20 minuti (ostacolo demenziale, assente da ogni altro paese europeo), inaugura il dossieraggio di Stato costringendo gli utenti di Ncc a comunicare tragitto e orari del servizio, colpisce il turismo vietando l’intermediazione di agenzie turistiche e alberghi. Una vera gabbia burocratica – per cittadini, imprese e operatori – che il Governo dovrebbe fermare per aprire invece ad una riforma legislativa che archivi la legge del 1992 e adegui anche l’Italia ad un mondo del trasporto che è completamente cambiato da 33 anni fa”.

Oltre alla manifestazione di Roma, raduni Ncc sono in programma tra le 10 e le 14 anche in altre 11 tra le principali città, tra cui Milano, Torino, Bologna, Firenze, Roma, Venezia, Trieste, Cagliari, Catanzaro e Palermo.

A braccetto con gli Ncc scenderà in piazza anche Uber, contrariato dalla normativa “allunga-code”, che favorirebbe i taxi, agevolati perché non tenuti a pause obbligatorie. In concomitanza delle manifestazioni saranno temporaneamente sospesi i servizi in segno di solidarietà con le migliaia di operatori Ncc che stanno lottando per la loro sopravvivenza.

Lorenzo Pireddu, General Manager di Uber Italia, spiega:

Dobbiamo concentrarci su una riforma più ampia del trasporto pubblico non di linea, che preveda leggi che vedano nella tecnologia uno strumento per offrire un servizio adeguato alle necessità degli utenti con l’obiettivo di rendere le nostre città meno trafficate, più verdi e più piacevoli da visitare”.

E il Ministero del Turismo si dichiara dispiaciuto, propinando la solita vecchia scusa del “ve l’avevamo detto” (sei anni fa per l’esattezza). Ma il reale motivo di questo rammarico sembra essere un altro: il Ministro Matteo Salvini potrebbe disattendere alle proprie promesse di ridurre i disagi nei trasporti, anche in vista dello sciopero del 13 dicembre. Sarà anche una magra consolazione, ma all’inaffidabilità della politica abbiamo fatto il callo.

Immagine: Sciopero Ncc contro i decreti Salvini © Ansa

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