Quest’anno a MissionForum 2024 si parla anche di effetti sulla mobilità dell’ondata digitale e, tra le altre cose, un momento della giornata è per divulgare lo studio commissionato da Newsteca e dalle riviste Mission ad Ambrosetti, per fare il punto della situazione. Partendo da un elemento noto e di applicazione globale, nel B2B, come i pagamenti digitali.
Se fino a qualche anno fa i pagamenti digitali potevano essere considerati una frontiera dell’innovazione, oggi sono a pieno titolo protagonisti dell’ecosistema di innovazione e sempre più uno strumento alla base dello sviluppo di nuovi servizi.
Il primo fattore di successo è chiaramente la loro diffusione con transazioni cashless che in Italia hanno oggi superato i 450 miliardi di Euro. Si tratta, per dire, di valori 3 volte superiori a quelli registrati nel 2015.
Il secondo aspetto chiave è costituito dalla “logica plug-in” che li rende un fattore di innovazione trasversale e che abilita use case capaci di intercettare i bisogni della quotidianità di cittadini e imprese. Questa capacità di innovazione non si limita all’ambito B2C ma si estende oggi anche alla componente B2B in cui il 35% delle imprese italiane hanno attivato canali digitali e integrato di sistemi di pagamento digitali.
Mobilità e servizi
Uno degli ambiti in cui il potenziale di innovazione dei pagamenti digitali è più evidente è quello della mobilità. Da diversi anni si parla di Mobility-as-a-Service (MaaS) come paradigma in grado di combinare integrazione dei dati, integrazione tariffaria e dei servizi di mobilità. I fondi del PNRR hanno destinato 40 milioni di Euro per sperimentazioni MaaS in città selezionate, a partire da Roma, Milano e Napoli, e 16 milioni di Euro per sperimentazioni su scala regionale.
Tuttavia, se guardiamo alle scelte degli utenti, sono i servizi di mobilità extra-urbana (come treni e pedaggi) ad avere le percentuali più elevate di pagamenti digitali (>75%) e una maggiore percezione di digitalizzazione del servizio. Per sostenere la diffusione del MaaS nel Paese, sarà quindi fondamentale analizzare le “lesson learned” delle sperimentazioni promosse nel contesto del PNRR e concentrarsi sugli use case più efficaci e facilmente personalizzabili per gli utenti, al fine di accelerare il percorso di digitalizzazione della mobilità.
Il MaaS è, quindi, una componente centrale dell’innovazione nella mobilità, ma non è l’unica. La mobilità avanzata è sempre più una mobilità, in cui la generazione e la gestione dei dati consentono di abilitare nuovi servizi.
Prospettive future
Il mercato globale dell’IoT nella mobilità è stimato crescere entro il 2030 di circa 5 volte rispetto ad oggi, raggiungendo valori superiori a 470 miliardi di Dollari. La valorizzazione dei dati nella mobilità apre la strada allo sviluppo di nuovi servizi, come prodotti assicurativi su misura basati su età, track record e stile di guida, promozioni basate sulla localizzazione e/o abitudini dell’utente, servizi di fidelizzazione e altri servizi di mobilità.
Inoltre, la crescente digitalizzazione dei veicoli consente di generare dati con un ruolo sempre più importante nella componente del travel, come tempo di viaggio, velocità media e consumo, che possono ulteriormente abilitare nuove opportunità per il fleet management. Grazie a tali elementi, sarà, infatti, possibile ottimizzare sempre più la composizione delle flotte, in termini di mix tra veicoli elettrici e tradizionali, tenere monitorati i costi delle diverse componenti della flotta e sviluppare nuovi modelli di noleggio a breve e lungo termine.
—> Lo studio completo, fatto ad-hoc da The European House – Ambrosetti e il commento allo stesso, sono parte della giornata di MissionForum 2024, a Milano.