Non solo Zoom, Meet o Teams. C’è un’altra risorsa per le videoconferenze. Si chiama Starline ed è una creatura di Google.
Rispetto ai competitor richiede una tecnologia più complessa e, quindi, più costosa ma secondo gli sviluppatori capace di garantire una “reale” interazione tra i partecipanti. E senza il rischio della Zoom fatigue.
Frutto di un processo di creazione iniziato circa 6 anni fa, Starline sino a oggi era rimasto chiuso nei laboratori di Mountain View. Pensare alla sua commercializzazione era davvero impossibile. Infatti i prototipi occupavano uno spazio notevole, simile a una cabina di regia, richiedendo hardware complesso come emettitori di luce a infrarossi e telecamere speciali per creare un modello 3D dal vivo della persona con la quale interagire.
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La nuova videoconferenza 3D di Google
Durante la conferenza I/O 2023 Google ha annunciato di avere migliorato e semplificato il prototipo grazie a nuove tecniche di intelligenza artificiale che richiedono solo poche fotocamere standard per produrre immagini 3D realistiche e di qualità superiore. E la cabina di telepresenza è stata sostituita da un monitor grande quanto una televisione di grandi dimensioni.
L’attuale prototipo ora assomiglia a un sistema di videoconferenza più tradizionale, più implementabile e accessibile. Ed è in fase di test: aziende quali T-Mobile, Salesforce e WeWork lo stanno infatti utilizzando.
I plus di Starline
Ma quali sono i vantaggi di Starline rispetto ai competitor? Secondo i suoi sviluppatori Starline supera le tradizionali videoconferenze in termini sia di dinamiche di conversazione sia di minor affaticamento e aumento dell’attenzione.
Questo perché la creazioni di Google dà la sensazione di volume e profondità alle persone, dando quindi l’impressione di stare avendo conversazioni “fisiche” non virtuali.
Negli studi qualitativi compiuti da Google gli utenti spesso descrivono le conversazioni con Starline come più naturali e dinamiche. I partecipanti riescono infatti ad avere conversazioni con turni di parola fluidi. Si limita, cioè, il rischio che più utenti prendano la parola in simultanea sovrapponendosi gli uni agli altri.
Inoltre i partecipanti sono più animati, usando significativamente più gesti delle mani (+43%), cenni della testa (+26%) e movimenti delle sopracciglia (+49%).
I partecipanti hanno anche riportato una capacità significativamente migliore di percepire e trasmettere segnali non verbali rispetto alle videoconferenze tradizionali.
Ma più Zoom fatigue
Infine Starline riduce effettivamente l’affaticamento delle riunioni video rispetto alla conference call su Zoom.
I partecipanti di uno studio hanno tenuto riunioni simulate di 30 minuti in Starline e videoconferenze tradizionali. Il contenuto della riunione era stato standardizzato tra i partecipanti utilizzando un esercizio adattato dalla letteratura accademica che emula gli elementi chiave di una riunione di lavoro, come il brainstorming e la persuasione.
L’affaticamento delle riunioni video è stato misurato tramite la Scala Zef-Zoom Exhaustion and Fatigue.
Il risultato dello studio ha evidenziato che utilizzando Starline i partecipanti hanno riportato una riduzione significativa dell’affaticamento delle riunioni video sulla scala Zef (-31%) e hanno avuto tempi di reazione più rapidi (-12%) sull’attività cognitiva dopo l’utilizzo di Starline rispetto alle videoconferenze tradizionali.
Guarda il video di presentazione di Starline