settore degli eventi

Il settore degli eventi cresce e punta a quota 1.183 milioni in 2 anni

Le previsioni del “XX Monitor sul Mercato degli eventi in Italia”, la ricerca promossa da Adc Group e dal Club degli Eventi e realizzata da Astra Ricerche

Per il quarto anno consecutivo, gli eventi crescono a 2 cifre e più di una azienda su 2 intende incrementare gli investimenti nei prossimi 2 anni.

Sono questi i dati che emergono  dal XX° Monitor sul mercato degli eventi in Italia. Cioè la ricerca sul settore degli eventi promossa da Adc Group e dal Club degli Eventi e realizzata da Astra Ricerche. La survey si basa ssul monitoraggio dei dati e su interviste condotte su un campione di oltre 300 aziende.

La ricerca ha evidenziato come, per il quarto anno consecutivo, gli eventi crescono a 2 cifre (+16.3% negli ultimi 12 mesi, il terzo risultato migliore dei 20 anni di Monitor Astra Ricerche/Adc Group). Inoltre più della metà delle aziende (53%) intende incrementare gli investimenti nei prossimi 2 anni. Infine aumentano gli eventi promossi da enti pubblici e le celebrazioni/ricorrenti. Invece scendono (dopo la crescita di un anno fa) le fiere, e anche gli eventi culturali.

I dati del “Monitor sul Mercato degli Eventi e della Live Communication in Italia” portano a una stima del mercato complessivo di 1.001 milioni di euro. Un valore simile a quello del 2010 e superiore a quello degli ultimi 13 anni.

Quindi con questo anno non solo si è recuperato il crollo causato da Covid-19 ma si è ottenuta una crescita che fa superare anche il periodo pre-Covid.

Le prospettive del settore degli eventi

Le prospettive del settore degli eventi sono decisamente molto positive.

Infatti secondo il XX° Monitor sul mercato degli eventi in Italia gli investimenti dovrebbero raggiungere quota 1.183 milioni entro i 2 anni. Il 53,0% degli intervistati afferma che aumenterà l’utilizzo degli eventi nei prossimi 2 anni. Solo il 7.3% che ripiegherà (1,3% fortemente, 6,0% moderatamente).

Questo fenomeno sarà trasversale. Infatti le aree geografiche sono abbastanza compatte (tra il 46% del Centro e il 57% del Nord, ancora trainante), e ridotte anche le differenze tra secondario (55%) e terziario (49%).

A differenza degli anni precedenti, le aziende che intendono incrementare il budget destinato agli eventi non sono soprattutto ad alto budget di comunicazione.

Cioè la propensione è trasversale al budget di comunicazione, mentre è maggiore al cresce della quota-parte destinata agli eventi (come a dire che chi investe già fortemente in eventi accelererà ancor di più di chi investe debolmente).

Come saranno gli eventi del futuro

Cosa immaginano gli intervistati per gli eventi del futuro, da qui a 10 anni? Se è vero che prevalgono “sempre più basati sulla tecnologia” (46.9%), “senza componente fisica” (43.4%), “con più eventi piccoli e meno grandi eventi” (39.5%), è anche vero che nel 2024 rispetto al 2023 si rileva un riduzione di questa previsione iper-digitale e frammentata.

Infatti crescono “con più grandi eventi e meno piccoli eventi” (ben +5.7%), “sempre con una componente fisica, con presenza del pubblico fondamentale” (+3.4%) e “sempre più basati sulla relazione umana” (+2.7% – tanto che “sempre più basati sulla tecnologia” è la previsione più indicata con in crollo del -5.7%)

Non stupisce, quindi, che la parola chiave per il 2025 sia Intelligenza Artificiale (30.6%) ma che autenticità (19.3%) e creatività (15.1%) la seguano ‘ribilanciandola’ nella classifica.

Le tipologie di eventi più gettonate

Cvent eventi presenza ibridi
Foto dalla banca immagini Unsplash

Quali sono gli eventi più richiesti?

Mentre non ci sono rilevanti cambiamenti sui macro-gruppi (B2B leader – realizzato almeno una volta nell’anno dal 61.7%, seguito a pari livello da B2C e B2I 41.0%, con il primo dei 2 in crescita e il secondo in decrescita), sono da notare i cambiamenti per i singoli tipi di evento.

Gli eventi più diffusi (con percentuali non molto dissimili) sono fiere, lancio di prodotto/servizio, convention aziendaleevento pubblico ed evento privato.

Ma i trend sono molto differenti: crescono evento pubblico, celebrazione/ricorrenza, evento non profit e roadshow.

Invece decrescono (molto) proprio le fiere e i lanci di prodotto/servizio a cui si aggiungono eventi culturalieducationaleventi di inaugurazione e sportivi.

Perché si fanno gli eventi

I motivi principali per realizzare eventi sono 2.

Cioè ‘comunicare in modo più efficiente con un ricordo più elevato per qualità e durata’ (82.3%) e  ‘comunicare in modo diretto con il target presente e partecipe’ (79.1%).

A crescere di 6,5 punti percentuali arrivando al 39,4% è un motivo indicato in fondo alla classifica, cioè ‘comunicare in modo distintivo con stili e modalità fuori dalla norma’.

Ricordiamo che al terzo posto della classifica c’è ‘comunicare in modo più emozionale’, seguito da ‘comunicare in modo più approfondito cioè facendo passare più concetti’. 

L’impatto ambientale del settore degli eventi

settore degli eventi

Per quanto riguarda il tema ambientale la ricerca conferma l’impressione che gli eventi abbiano un forte impatto ambientale per loro natura (65,3%). Quindi  non è facilissimo ridurre l’impatto del settore degli eventi perché questo comporta ulteriori costi spesso insostenibili per chi li organizza (59,8%).

Sale però anche l’impegno per ridurre l’impatto ambientale degli eventi. Negli ultimi anni siamo al 70.7% con una crescita di 3.1%.

Però l’argomento che cresce più di tutti è relativo alle polizze assicurative.

Infatti per effetto del cambiamento climatico e possibili fenomeni atmosferici estremi in futuro verranno stipulate polizze assicurative per ridurre l’impatto economico (69.5%). Sette su 10 stanno pensando sottoscrivere polizze (+6,5 %).

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Le criticità del Mice

Tra le criticità segnalate dalle aziende, le prime (35,4%) sono quelle operative dovute alla burocrazia della pubblica amministrazione (cioè i permessi e chiarimenti sulle norme).

La seconda voce (34.7%) sono regole, norme e leggi non coerenti con le caratteristiche specifiche del settore oppure non applicate in modo prevedibile e coerente.

Un’azienda su due afferma di gestire le gare in una maniera sostanzialmente non coerente con quello che è il decalogo del Club degli Eventi. Il 54,7% dichiara di fare sempre o spesso partecipare alla gara aziende di tipo differente (agenzie di eventi a servizio completo insieme a location o partner tecnici), il 54,3% di valutare le agenzie essenzialmente in base al prezzo, il 48.9% di non rispettare la regola che vuole che il brief lo stesso tutte le agenzie e il 47.3% che sempre o spesso fa partecipare alla gara 5 o più agenzie.

Infine le aziende non si rendono conto che stanno creando una situazione di pressure, di stress sulle agenzie.

Per esempio, parlando di budget, il 57.2% delle aziende afferma che è molto o abbastanza normale chiedere all’agenzia di applicare i prezzi previsti per un full digital anche per un hybrid event (con una parte aggiuntiva in presenza).

E il 56.3% afferma che è giusto chiedere all’agenzia di progettare e realizzare eventi in termini strettissimi e rapidissimi.

Leggi le prospettive del settore dell’incentive travel.

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