Ieri, è stato presentato a Roma l’Osservatorio dei congressi 2022, ricerca promossa da Federcongressi & eventi e realizzata dall’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Dal 2014, lo studio fa il punto della situazione sull’industria dei convegni, tra le più importanti per l’economia italiana e tra le prime colpite dalla pandemia (leggi qui dell’Osservatorio 2020).
Sintetizzando: il settore è ripartito, anche se non tutte le imprese sono tornate ai livelli pre-pandemici (Leggi i dati Oice 2019, il momento più alto per il Mice in Italia).
I dati? Eccoli: nel 2021 in Italia sono stati complessivamente realizzati 86.438 eventi in presenza o in formato ibrido (partecipanti in parte in aula e altri collegati da remoto). Numero che rappresenta un aumento del 23,7% rispetto al 2020.
I convegnisti in presenza sono stati 4.585.433 (+14,7% rispetto al 2020) e le presenze 6.798.425 (+16,3% rispetto al 2020).
Sono quindi positivi gli indicatori dei congressi e degli eventi svolti in Italia nel 2021. Va ricordato che lo scorso anno le norme hanno reso possibile la realizzazione degli eventi in presenza solo dal primo luglio 2021 e con capienza ridotta sino al 2 dicembre.
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La ripartenza della meeting industry secondo l’Osservatorio dei congressi 2022
Prima della battuta d’arresto dovuta al Covid-19, il mercato italiano dei congressi e degli eventi registrava un tasso di incremento medio annuo del numero di eventi pari al 4,1%. E oggi ci sono le premesse per riprendere il trend: la domanda da parte di aziende e associazioni è ripartita in maniera significativa dopo il “via libera” del governo.
«In questo momento tutte le imprese della filiera stanno rispondendo a richieste persino superiori alle aspettative», commenta la presidente di Federcongressi&eventi Gabriella Gentile.
Continua: «Il mercato chiede eventi. E li vuole in presenza. Il virtuale è stato una risorsa importante durante la pandemia e continuerà a rappresentare una modalità possibile anche in futuro. Ma il valore degli incontri di persona è sicuramente uscito rafforzato dallo stop imposto dal Covid. Il ruolo economico, culturale e sociale degli eventi e dei congressi è sempre più riconosciuto anche dalle istituzioni. Con le quali stiamo dialogando per dare il nostro contributo alla crescita del comparto».
La ripartizione geografica dei congressi e degli eventi? Per il 65,2% al Nord, per il 21,8% al Centro, per il 9,4% al Sud e per il 3,6% nelle isole.
Osservatorio dei congressi 2022, i dati per area geografica
Per quanto riguarda le sedi: gli alberghi congressuali sono la tipologia più utilizzata.
Infatti, concentrano il 72,8% degli appuntamenti totali. I centri congressi e le sedi fieristico-congressuali ne hanno ospitati il 4,4% mentre le dimore storiche non alberghiere (abbazie, castelli, antiche locande e casali, palazzi storici, ville) il 3,6%.
Il 67% delle venues ha ripreso l’attività registrando un aumento del fatturato rispetto al 2020 e per quasi la metà di queste (il 48,9%) è stato almeno pari al 50%.
Le norme in essere nel 2021, con particolare riferimento al distanziamento, hanno delineato una differente modalità di utilizzo delle sedi a favore di quelle di grandi dimensioni. Per questo, le sedi con una capacità complessiva di oltre 2.500 posti hanno infatti aumentato di ben il 73,2% gli eventi ospitati.
Le norme che regolavano gli spostamenti tra Stati e Regioni hanno poi fatto sì che la maggior parte degli eventi abbia avuto una dimensione locale. Ossia con partecipanti provenienti prevalentemente della stessa area della sede ospitante. Infatti, nel 2021 per il 71,8% delle sedi almeno la metà degli eventi ospitati ha avuto un ambito di riferimento locale.
Gli eventi nazionali (con partecipanti provenienti prevalentemente da fuori Regione) hanno rappresentato almeno la metà del totale per il 42,4% delle sedi. Gli internazionali – con partecipanti provenienti in percentuale significativa dall’estero – sono stati ospitati dal 38,3% delle sedi. E per l’84,8% di queste hanno rappresentato meno di un quarto degli eventi totali.
Le prospettive future del settore MICE
La riduzione del mercato internazionale ha inciso anche sulla tipologia degli eventi ospitati in Italia nel 2021.
Infatti, i congressi associativi hanno rappresentato meno del 25% degli eventi ospitati per il 44,5% delle sedi rispondenti. Gli eventi aziendali, invece, hanno rappresentato più della metà per il 63% delle sedi rispondenti.
Per affrontare le restrizioni dovute alla pandemia, la maggioranza (67,6%) delle strutture per congressi ed eventi che ha ospitato almeno un evento è stata sede di eventi ibridi. Nonostante la stima del numero complessivo di eventi ibridi ospitati sia difficile per la disomogeneità delle strutture, si ipotizza che siano stati circa 17.900, ossia il 20,7% del totale degli eventi.
La fase di ripresa che stiamo vivendo è confermata anche dalle risposte dalle sedi al momento della rilevazione dei dati. Nei primi mesi del 2022, quasi il 40% stimava di ritornare ai livelli pre-Covid di eventi ospitati in presenza già nel 2022 e il 37,2% nel 2023.
I ricercatori che hanno raccolto i dati (tra febbraio e aprile 2022) precisano di aver considerato eventi e congressi con un minimo di 10 partecipanti e della durata minima di 4 ore. L’invio dei questionari ha raggiunto 5.443 sedi operanti in Italia.
Il realismo di Federturismo e i progetto del CB Italia
Se i dati dell’Osservatorio dei congressi 2022 mostrano una ripresa del settore – sempre considerando che il 2020 è stato un anno di stasi – le considerazione del direttore generale di Federturismo, Antonio Barreca, portano con i piedi per terra. E indicano un settore – quello turistico in generale – piuttosto in affanno.
«Le previsioni del 2022 non sono in linea con quanto preventivato», esordisce laconico.
Il manager punta il dito su criticità che a molte imprese sono ben note. «L’aumento dei prezzi dell’energia e l’aumento dell’inflazione determineranno un deterioramento delle condizioni con cui le imprese opereranno. Pertanto l’anno in corso non sarà un periodo di ripresa. Addirittura molti hotel non accettano eventi perché non possono garantire servizi a tariffe adeguate, visto che i costi aumentano».
In autunno non andrà meglio, con costi di gestione sempre più alti. «Che non sempre si possono ribaltare sul cliente finale. E quando si erode la marginalità, le aziende chiudono. Chi riceve le bollette a fine mese, sa che non va tutto bene». C’è poi il tema legato alla politica.
Secondo Carlotta Ferrari, presidente del Convention Bureau Italia, manca ancora un po’ di consapevolezza.
Intanto, la manager sta lavorando con Federcongressi & eventi «a un progetto di mappatura del congressuale italiano, che sottoporremo al ministero del Turismo. Il fine è attrarre finanziamenti: accogliamo intanto l’apertura del dicastero, perché da soli non ce la possiamo fare».
[Scarica da questa pagina la ricerca OICE 2022 su dati 2021]