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Ricerca Aefi: le aziende che partecipano alle fiere crescono il doppio

Negli ultimi 10 anni le imprese che hanno partecipato alle fiere internazionali nei macrosettori – agroalimentare, tecnologia ed edilizia e arredo – sono cresciute di quasi il doppio rispetto al trend generale

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Le imprese che si affidano alle fiere per migliorare le proprie performance si rivelano decisive per la crescita del sistema Italia.

È quanto sostiene il rapporto promosso dall’Associazione esposizioni e fiere italiane-Aefi e realizzata da Prometeia.

Secondo il report la crescita generata negli ultimi 10 anni dalle imprese che si sono affacciate alle fiere internazionali nei macrosettori – agroalimentare, tecnologia, edilizia e arredo – è stata quasi doppia rispetto al trend generale dei comparti di riferimento.

Il panel della ricerca è rappresentato da 3.800 imprese che valgono il 25% del giro d’affari complessivo dei 3 settori. Ma che sono tra le principali protagoniste della crescita dei loro comparti, con un’incidenza sull’incremento dei fatturati del 62% (+39 miliardi di euro su un totale di +62 miliardi).

Secondo il presidente di Aefi Maurizio Danese: «Il rapporto stima un’evoluzione positiva del fatturato al 2026 di oltre 50 miliardi di euro (+5,7%) grazie soprattutto alle esportazioni che cresceranno in valore dell’11% a fronte di un mercato interno poco più che stabile.

La nostra call al settore e al governo riguarda possibili aggregazioni tra eventi leader del made in Italy per essere maggiormente presenti all’estero.

Una piattaforma a regia unica per le fiere tricolori oltre confine su cui è fondamentale l’adesione dei dicasteri coinvolti e di agenzie come Ice e Simest».

Pmi e l’importanza di partecipare alle fiere

Inoltre secondo il report l’effetto fiera potrà rivelarsi ancora più incisivo in maniera direttamente proporzionale all’adesione di Pmi (15 mln di euro il fatturato medio) alle manifestazioni internazionali, in Italia e all’estero.

Infatti l’ingresso di 4150 nuove piccole e medie realtà alle fiere tricolori porterebbe un beneficio di un altro +0,6% sull’aumento complessivo di fatturato dei 3 settori (+56 miliardi di euro), con un incremento ascrivibile alla sola partecipazione fieristica che si attesterebbe a +5,7 miliardi di euro, anziché 3,1.

A beneficiarne di più sarebbero, ancora una volta, i volumi d’affari dei comparti tecnologici (meccanica, elettronica, elettrotecnica, aerospazio e altro), che chiuderebbero il 2026 a +39 miliardi di euro, e quelli agroalimentari, a +20 miliardi.

Foto di Product School su Unsplash

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