Si continuano a susseguire le notizie sullo “scandalo emissioni” del gruppo Volkswagen. Che, inevitabilmente, interessano anche il nostro paese. Dove, da questo fine settimana, non si vendono più “tutte le vetture Euro 5, come misura precauzionale in attesa di ricevere ulteriori chiarimenti e dettagli” dei brand del gruppo, ovvero Volkswagen, Audi, Seat, Skoda e i Veicoli commerciali, come si legge nella comunicazione che da Verona, sede principale del gruppo, è stata spedita a tutti i concessionari d’Italia. Dove ora sono bloccate circa 40 mila auto. La lettera, firmata Massimo Nordio, amministratore delegato della filiale italiana del gruppo di Wolfsburg, sottolinea come “Volkswagen sta lavorando a pieno ritmo per fare chiarezza su alcune problematiche che riguardano un particolare software utilizzato sui nostri motori Diesel. Come misura precauzionale, vi preghiamo di sospendere, con effetto immediato, la vendita, l’immatricolazione e la consegna dei soli veicoli equipaggiati con motori diesel Euro 5 tipo EA 189”. Motore che equipaggia 19 modelli del gruppo che, ricordiamo, conta ben 12 marchi. E sono le Audi A3, A4, A5, A6, TT, Q3 e Q5, le Seat Leon (che equipaggia anche la Polizia dopo aver vinto una commessa con lo Stato Italiano. Vedi i dubbi sollevati da Il Fatto Quotidiano su questa fornitura), Altea e Alhambra, le Skoda Yeti, Octavia e Superb e le Volkswagen Maggiolino, Sharan, Touran, Golf, Passat e Tiguan. Naturalmente nessun problema per i motori diesel euro 6 e quelli a benzina.
Ma 40 mila auto sarebbero un numero infinitesimale rispetto a quelle che sarebbero veramente coinvolte se fosse vero quello che ha detto il viceministro Riccardo Nencini, che ha parlato di “un milione di vetture coinvolte”, riportando anche dichiarazioni del ministro dei trasporti tedesco, Alexander Dobrindt: “Siamo stati informati che in Europa i veicoli con motori diesel sono stati manipolati”. Quindi anche in Italia. E sono 11 i milioni di auto diesel del gruppo vendute nel Vecchio Continente… Che stringe sui controlli, anche se iniziano a trapelare voci di pressioni da parte dello stesso governo tedesco a posticipare quelli nuovi “su strada” invece che in laboratorio al 2020, e non nel 2016 come si spinge da più parti. Una modalità di controllo che neppure il governo britannico, secondo quanto pubblicato dall’Observer, l’edizione domenicale del Guardian, vorrebbe diventasse operativa, in quanto avrebbe chiesto ai suoi europarlamentari di votare “no” alle nuove leggi europee sui controlli delle emissioni auto.
Sempre dall’Inghilterra si legge, questa volta sul Sunday Times, che la Banca Centrale Europea ha congelato temporaneamente l’acquisto dei pacchetti di finanziamenti per l’acquisto di auto Volkswagen, uscendo così dai 60 miliardi di euro di titoli acquistati ogni mesi dalla Bce nel cosiddetto “quantitative easing”.
Intanto Daimler ha scritto a circa 11 mila proprietari di van Mercedes Sprinter per un aggiornamento del software collegato al sistema di emissioni, in modo da prevenire “possibili inconvenienti con autorità e controllori” sottolineando però che questo richiamo risale al giugno scorso e che, quindi,”non ha assolutamente niente a che vedere con gli attuali problemi Volkswagen”. Insomma, almeno da noi giornalisti, si cerchi di non alimentare inutili e dannose cacce alle streghe…che di fatti da riportare certamente ne abbiamo molti. E ne avremo per parecchio tempo.