Bruciati 12,9 miliardi di euro di capitalizzazione, sanzioni fino a 18 miliardi di dollari e il possibile coinvolgimento in un procedimento penale e in una class action. Per il gruppo Volkswagen oggi è stata una vera e propria Caporetto, che potrebbe avere conseguenze immaginabili per la società di Wolfsburg e per tutto il tessuto produttivo tedesco. Tanto che i vertici del gruppo sono stati subito convocati dalla Cancelleria di Berlino. I fatti sono chiari, anche perché lo stesso ceo, Martin Winterkorn, si è detto “profondamente dispiaciuto” affermando che la società farà “tutto il necessario per riparare il danno provocato”.
Un danno che è anche d’immagine, soprattutto per una casa che nelle ultime campagne pubblicitarie ha fatto leva sulle basse emissioni di CO2 e sui consumi contenuti delle sue auto. Soprattutto diesel. E sono proprio le auto con motorizzazione a gasolio, circa 482 mila tra Jetta, Beetle, Golf, Passat e Audi 3, costruite dal 2009 a 2015, a essere nell’occhio del ciclone. E delle autorità americane dell’Environmental Protection Agency (EPA). Volkswagen ha ammesso di aver sistematicamente eluso i test di inquinamento atmosferico delle proprie vetture diesel vendute negli Stati Uniti dopo il 2008, grazie a un software progettato per ingannare i controlli sulle emissioni tossiche. Fino a 40 volte quelli dichiarati.
Insomma per Winterkorn, che sembrava destinato a rimanere al timone fino al 2018 dopo aver vinto la “battaglia” con il patriarca Ferdinand Piech, e per Herbert Diess, l’ex top manager Bmw da qualche mese a capo del marchio VW, sembra non esserci scampo.
Il Governo tedesco ha chiesto ai costruttori automobilistici di fornire informazioni per verificare che non ci siano state anche in Germania manipolazioni dei dati anti-inquinamento, simili a quelle ammesse da Volkswagen negli Stati Uniti. “Ci attendiamo dai costruttori automobilistici informazioni affidabili, affinché la Kba, l’autorità competente, possa verificare se manipolazioni comparabili abbiano avuto luogo anche in Germania o in Europa”, ha detto Andreas Kubler, il portavoce del ministero dell’Ambiente. In effetti, dei 10 milioni di auto diesel vendute a livello globale, 7,5 milioni sono state acquistate l’anno scorso da consumatori europei. E magari sono coinvolte anche altre case, tanto che nei corridoi del Salone di Francoforte, in pieno svolgimento, serpeggia un grande nervosismo. Soprattutto ora che il settore, finalmente, sembrava stesse uscendo da una crisi epocale…
E la Rete, come sempre si scatena….qui sotto un esempio di cosa si può trovare su questo scandalo tutto teutonico.