Viasat Group, la telematica italiana conquista l’estero

Non poteva che scegliere Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa di Milano, il Viasat Group per raccontare alla stampa e alla comunità finanziaria gli ambiziosi piani di sviluppo di gruppo nell’ambito del Programma Elite del London Stock Exchange, di cui la società è membra dallo scorso novembre. Piani di sviluppo con un forte focus sull’internazionalizzazione che, dopo Spagna, Regno Unito, Romania e Portogallo, ha visto la società guidata, da Domenico Petrone sbarcare con un’importante acquisizione anche in Polonia. Con in più una seconda operazione che interessa l’Italia.

“In Polonia abbiamo acquisito il 100% di Cma Monitoring che opera nel segmento fleet con 19 mila mezzi connessi alla loro piattaforma. Grazie a questa operazione consolidiamo la nostra posizione tra i Top ten player globali con oltre 600 mila asset collegati alle proprie piattaforme telematiche, tra auto, veicoli commerciali, container, mezzi di trasporto agricoli, persone e movimento terra” afferma Massimo Getto, vice president e cfo di Viasat group, che sottolinea l’importanza della Polonia come mercato flotte, Dove il la “preda” è stata scelta “per la profonda conoscenza del mercato, con un management forte e capace per cui, pur facendo operazioni di maggioranza, in questo caso al 100% gli chiediamo di restare e crescere con noi”. Al momento Cma è il secondo player del mercato, con ricavi in crescita con 21 milioni di zloty come target 2016.

Un’operazione seguita da Giovanni Panigada di Nash Advisory, che spiega: “un’operazione chiusa in meno di sei mesi. Una delle tante opportunità che questo settore presenta e che noi dobbiamo analizzare sia per i numeri che per i processi, che non devono arrivare all’anno. Senza partecipare ad aste, com’e successo al numero uno polacco acquisto da Tom Tom. Per noi questa è stato il terzo dossier aperto in Polonia. Chiuso con estrema soddisfazione”. Mentre in Italia “i concorrenti vengono acquistati da società straniere: russe o come nel caso di Cobra, da Vodafone” dice il presidente.

Domenico Petrone, presidente e fondatore di Viasat
Domenico Petrone, presidente di Viasat

Panigada che anticipa un’acqusizione della “medesima portata nei prossimi sei mesi e altre 3 o 4 operazioni aperte”. “Aziende che già funzionano e che con la nostra acquisizione dovrebbero andare ancora meglio. Non come quando acquistammo Viasat che perdeva un milione di euro al mese…” spiega Petrone, che sottolinea come “ siamo stati capaci di produrre tecnologia migliore a minor prezzo dei cinesi, che proponiamo a tutti coloro che acquisiamo”. Perché Petrone, da fornitore di Viasat con la sua Elem, arrivò ad acquisire la società più grande.

In Italia invece Viasat ha fatto un’operazione su una start up italiana, Datamove, attiva nel settore dell’igiene urbana con  Siunet, con già 3 milioni di utilizzatori, con la quale già Viasat lavorava e di cui ha rilevato il 25%. “La nostra piattaforma gestisce i servizi e analizza i dati raccolti che possiamo erogare alle società municipali ma anche ai cittadini finali attraverso una app” afferma il fondatore e ad della società Gianni Barzaghi. Una società piccola ma in grande crescita, “come tutte le start up” con un fatturato di 400 mila euro, “che spero triplichi a breve” commenta Getto.

“Il tutto grazie al nostro Made in Italy che cura tutta la filiera, a partire dalla progettazione e dalla produzione, anche per società terze, di sistemi e servizi info telematici. Dal primo antifurto satellitare sino alla scatola nera di oggi, che abbiamo inventato noi, un sistema anti-frode e antifurto che dà anche un servizio al consumatore, che non si ferma solo al mero sconto dall’assicuratore ” afferma Petrone, che sottolinea la strategia di internazionalizzazione dal 2012, con un team che fa scouting all’estero. “E dove oggi siamo presenti in diversi paesi e dove esportiamo in 25 paesi grazie all’acquisizione di Enigma nel Regno Unito”. Per una società che si basa su quattro pilastri: “Fleet, insurance, antifurto satellitare più lo Storage e l’analisi dei big data con un team ad hoc, visto che abbiamo 70 terabyte di dati”. E che ci sta portando sempre di più all’internet of things.

Per un mercato Fleet che in Europa è composto fra 36,1 veicoli, dati Acea, di cui 29,5 autovetture, 5,9 milioni di trucks, coloro che necessitano di un cronotachimetro, e 0,7 bus. Di cui il 92% gestito da aziende con meno di 10 dipendenti e con il 95% delle aziende con meno di 10 vetture.

“Domani ci sarà l’assemblea a cui proponiamo un 2015 da record con ricavia a 46 milioni di euro, più 19%, e margini lordi a più 28%  è un Ebidta al 33%” chiosa Getto.

 

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