Non è certo amato in tutto il mondo il presidente Trump e per un brand globale come Tesla, avere il proprio “supremo” Elon Musk molto coinvolto nella politica americana, non sembra un vantaggio come abbiamo da poco rilevato per i dati vendita, grigi in varie aree nonostante la politica di prezzo aggressiva.
Ma, a livello finanziario? Tesla è stata un fenomeno fuori da ogni schema dell’economia e finanza classiche, per come ha “reso” nel tempo pur di fronte a indebitamenti e progetti di lungo termine non sempre tangibili. Gli ultimi mesi, vedono le azioni Tesla crollare nel valore sui mercati: -40% in Borsa, in due mesi.
Che per chi ama fare i conti in tasca a Musk, indica un calo di 137 miliardi nel patrimonio, stimato. Ci sono poi i fatti di cronaca, che nemmeno stiamo a dettagliare, presso alcune sedi del brand oggetto di proteste, non solo negli USA.
Mentre scriviamo le azioni Tesla valgono 278 euro l’una, contro i 423 euro di metà dicembre, nel post-elezioni USA. Che fare? Vendere prima che l’Europa si faccia realmente forte, tanto da ridurre la forza sul campo nostrano dei brand americani? Prima che i cinesi arrivino a un livello realmente analogo rubando quote importanti (per ora no)?
Oppure comprare, confidenti nel recupero come più volte è stato… Non siamo su un media di finanza che può consigliare investimenti, ma di certo la volatilità permette di speculare, su Tesla, soprattutto a chi nel tempo ha dovuto piegarsi all’indubbio successo della Casa anche in termini finanziari e oggi può provarci.
In termini di prodotto, dopo le prove delle Model Y e Model 3 MY24, attendiamo al test le nuove versioni 2025, apprezzabili anche in flotta.