Dopo la prova della Tesla X (vedila qui), ecco la Tesla S, provata per voi nella versione P100D, quella più potente, dove D ovviamente non sta per Diesel ma per Dual Motor, ovvero a trazione integrale, con il potente motore posteriore affiancato da un motore anteriore ad alta efficienza, in modo da raggiungere un’accelerazione da record da 0 a 100 km/h in soli 2,7 secondi, grazie ai 613 cavalli di potenza ma, soprattutto, a una coppia incredibile di 967 Nm. Limite a cui noi non siamo arrivati anche se confessiamo di esserci andati vicino, perché abbiamo voluto provare la modalità di guida iper-sportiva Ludicrous (ovvero Ridicola, Assurda…). che, se troppo potente, è possibile smorzare con la modalità Chill, salita a bordo della S grazie a un recente aggiornamento, che ha l’obiettivo di garantire un’accelerazione meno brusca e più graduale, stabilendo sulla base delle proprie esigenze il tempo necessario all’auto per passare da 0 a 60 km/h.
Tesla S, provata per voi. Ma è anche auto da flotta?
Design con molti spunti futuristici, come le maniglie a scomparsa, che aiutano l’aerodinamica, e che anche la Range Rover ha adottato sulla nuova ammiraglia, la Velar, interni supercomodi e tanta tecnologia. Ma può essere adottata dalle flotte delle aziende italiane? Scoglio prezzo a parte, che può anche trovare a meno di 600 euro al meno con diverse soluzioni finanziarie, per i Fleet manager tutti gli altri componenti del costo di un’auto aziendale sono eccezionali, grazie alla bassa manutenzione visto i pochi elementi di consumo su quest’auto, che sono principalmente le gomme e, ma solo in parte visto l’ottimo freno motore, le pastiglie dei freni (come ci spiegò a noi di MissionFleet l’allora presidente global sales & services di Tesla Motors Jon McNeill), e ai bassissimi costi di approvvigionamento elettrico, che si annullano con i Tesla Supercharger in continua crescita anche in Italia (vedili qui). Il che comporta anche fermi macchine minimi, visto che molti aggiornamenti vengono fatti in modalità remota, grazie al fatto che la Tesla è naturalmente un’auto connessa. In tutta Europa. Con il solo dubbio della cosiddetta “Range anxiety“. Della quale abbiamo chiesto a chi, in azienda, ha optato proprio per uan Tesla: “Probabilmente non può essere ad oggi l’unica auto in famiglia ma io non tornerei mai indietro. Scesi due anni fa da una auto premium tedesca per salirci e ora, dopo 50 mila chilometri percorsi, ne sono ancora più convinto” ci ha confessato Giuseppe Turconi, Responsabile della piattaforma Business Service di Bayer Italia e driver di una Tesla S. Casa farmaceutica tedesca che ha introdotto le Tesla come un “primo segnale da parte della nostra azienda per la riduzione delle emissioni e per perseguire quello che è il nostro obiettivo societario, ovvero Science for a better life” aggiunge il manager Bayer, sottolineando come delle 1100 auto in flotta, sono una ventina quelle per i senior manager, che possono appunto scegliere Tesla S, “e cinque, tra cui io, l’abbiamo fatto. Ora ci attendiamo, oltre naturalmente a una infrastruttura di ricarica degna di questo nome, veicoli elettrici meno costosi anche per il resto del parco, dalla stessa Tesla con la 3 ma anche dalle altre. Ci vorrà una decade per questa rivoluzione ma avverrà. E per il passaggio stiamo pensando a ridurre i contratti dal tipo 48 mesi”. Mette l’accento sulla economicità d’suo anche Paolo Pisati, Direttore produzione di CbG Acciai, che conduce una Tesla X presa in leasing. Pisati che un po’ di range anxiety ce l’ha, “soprattutto in montagna e in inverno” ed è completamente d’accordo con Turconi sulla doppia auto familiare: “usiamo sempre la X, mi sono dei casi in cui purtroppo dobbiamo…fare un salto indietro tecnologico e usare l’auto di mia moglie. E lo vedo soprattutto quando siamo in coda; l’Autopilot a me che faccio tantissimi chilometri ha cambiato la vita”.
Tesla S, provata per voi, cura le flotte con Enterprise Sales
La Casa californiana cura le flotte aziendali con Enterprise Sales, per curare con le aziende dalla A alla Z. Aziende a cui ha dedicato il programma Workplace Charging, grazie al quale le imprese possono richiedere l’installazione di un Wall Connector in un garage o nel parcheggio dell’azienda gratuitamente. Programma con un focus aziendale che si affianca a quello chiamato Destination Charging, che Tesla ha lanciato per ristoranti o alberghi che, anche in questo caso prevede l’installazione gratuita, purché i proprietari degli immobili coprano il costo dell’elettricità.
Tesla S, provata per voi. A bordo si gestisce con il tablet da 17″, da fuori con la app della Casa
A bordo l’auto si gestisce facilmente, oltre che, naturalmente, dal volante multifunzione (bello, anche se ne abbiamo visto di migliori), anche dal touchscreen da 17” che troneggia sul cruscotto, dove navigare con Mappe Google, utilizzare il menù telefono e quello relativo al consumo, con diversi grafici che potranno aiutare a migliorare l’autonomia, vedere posteriormente con la telecamera in HD anche durante la marcia, il tutto anche in modalità split-screen. Bello anche lo schermo da 12 pollici del quadro strumenti, che con un’ottima risoluzione riproduce le informazioni di infotainment, lo stato delle batterie e l’autopilot. Ma l’auto si gestisce anche…da casa, grazie a una app con la quale è possibile addirittura accedere l’auto. Un’altissima tecnologia presente anche nell’AutoPilot, nelle luci a led, nel sistema di filtraggio dell’aria. Insomma per tutto quello che ti fa dire che la Tesla è sì un’auto, ma è sinceramente anche molto altro. Ottima per le flotte per coloro che non fanno 500 chilometri ogni giorno.