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Tesla, profondo rosso: utili giù del 71% e Musk fa marcia indietro dalla politica

La causa? Poche novità nei modelli, boicottaggi in Europa per le prese di posizione politiche di Musk e la concorrenza cinese che corre

Elon Musk torna alle auto. Dopo un primo trimestre da dimenticare per Tesla, con un crollo dell’utile netto del 71%, il patron della casa di Austin annuncia: “Il mio lavoro al Doge è quasi finito. Da maggio, più tempo a Tesla”.

Il dato è chiaro: tra gennaio e marzo 2025, gli utili sono scesi da 1,39 miliardi a soli 409 milioni di dollari. Anche il fatturato è in calo, passando da 21,3 a 19,3 miliardi, al di sotto delle attese di Wall Street. E il mercato europeo è un disastro: le vendite sono crollate del 45%, secondo i dati di Acea, il peggior risultato tra i big del settore.

Il motivo? Una miscela esplosiva.
Poche novità nei modelli Tesla, boicottaggi in Europa per le prese di posizione politiche di Musk (troppo vicino a Trump e invadente nelle elezioni tedesche), e una concorrenza che corre. Come Byd, il colosso cinese che promette batterie con ricarica in pochi minuti.

Nel frattempo, Musk ha dovuto fare una parziale retromarcia sul suo ruolo nel Doge, il Dipartimento governativo USA per l’efficienza, lasciando intendere che la sua esperienza politica è (quasi) al capolinea.

“D’ora in poi, mi occuperò di politica uno o due giorni a settimana”, ha detto agli analisti in conference call, rassicurando così gli investitori. Il risultato? Dopo l’affermazione di Musk il titolo di Tesla ha constatato un +5% nel dopo Borsa.

Musk rilancia, ma gli analisti restano scettici.
Elon promette una nuova Model Y low cost entro l’anno, il lancio dei robotaxi a guida autonoma da giugno ad Austin, e addirittura “milioni di Tesla che guideranno da sole entro la fine del 2025”. “Potrete dormire in auto e svegliarvi a destinazione”, dice. Ma molti non ci credono. Secondo Sam Abuelsamid, analista di Telemetry Insight, “il sistema fa ancora troppi errori”.

E mentre Musk annuncia auto senza volante né pedali, le autorità americane continuano a indagare sul sistema Autopilot. Al centro delle indagini: la reale efficacia degli avvisi al conducente e il legame con alcuni incidenti, soprattutto in condizioni difficili.

Insomma, il visionario Musk ha perso terreno.
La politica lo ha distratto, l’Europa lo punisce, la concorrenza lo supera. E ora, serve più che qualche utopia per rimettere in carreggiata Tesla.

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