La telematica nelle flotte auto aziendali è più diffusa rispetto a tre anni fa, ma i driver rimangono indifferenti rispetto alle black box installate. Nel senso che la presenza o meno degli strumenti che registrano le attività non viene percepita come utile. Il 16% esprime una opinione negativa. E la privacy rimane la questione scomoda. «La maggior parte delle aziende riferisce di averla risolta tramite un’informativa interna, mentre altre non hanno fatto nulla, in quanto i dati vengono utilizzati solo dalla società di noleggio». E’ quanto afferma Top Thousand, associazione di fleet manager di grandi flotte, presieduta da Gianfranco Martorelli, fleet e mobility manager di Tim.
Giunta alla terza edizione, la ricerca che l’organismo porta avanti dal 2017 mostra alcuni dati incontrovertibili.
Le 82 aziende interpellate gestiscono 81.882 veicoli, l’88% dei quali in noleggio a lungo termine. Come noto il Nlt è un utilizzatore di telematica come necessità primaria. Ebbene, nel 2017 le black box erano installate sul 18% dei veicoli del campione intervistato. Oggi questa percentuale è salita quasi al 50%. Che diventa l’87% se consideriamo il numero di aziende che hanno adottato i dispositivi su una o più vetture.
Per i fleet manager una questione di sicurezza
Costi, servizi e funzionalità: i responsabili aziendali dei parchi auto si dicono soddisfatti. L’81% degli intervistati ritiene i servizi telematici disponibili adeguati alle proprie esigenze, mentre solo il 2% esprime un giudizio negativo. Lo scenario si conferma positivo anche in tema di costi: quasi il 90% li ritiene adeguati.
I vantaggi: il 35% pensa che le black box siano fondamentali per aumentare la sicurezza del driver. Il 30% considera la riduzione dei costi e il 25% pensa siano necessarie a semplificare la gestione della flotta. Il tema della sicurezza resta centrale e sottintende il monitoraggio degli stili di guida. Dunque il risparmio sulla manutenzione.
Le funzionalità della telematica da sviluppare
Sono diverse le possibili nuove funzionalità da introdurre, indicate nell’analisi.
Ad esempio, l’integrazione della gestione del car sharing con quella del car pooling. Ma anche la chiamata in caso di crash. Infine, il miglioramento della tempistica legata ai report da parte dei noleggiatori.
Interessante notare che per il 70% dei rispondenti, la telematica non ha nessun vantaggio sulle assicurazioni. L’utilizzo delle black box non consente di avere accesso a tariffe migliori, in quanto gli sconti restano a beneficio delle società di noleggio.
Telematica nelle flotte auto aziendali: per il noleggio a lungo termine è d’obbligo
In 7 casi su 10 la decisione di installarle viene presa dalla società di noleggio. I fleet manager che la scelgono consapevolmente sono quasi il 30% e utilizzano quotidianamente i dati ottenuti. Quali?
I sinistri (indicati dal 22% del campione) e i furti (20%), per cominciare. Poi il monitoraggio della manutenzione (13%). E ancora, il controllo dei consumi (12%), la gestione delle auto in pool (10%), gli stili di guida dei driver (9%) e la manutenzione predittiva (7%). Quest’ultima è una delle funzionalità emergenti più apprezzate.
Ancora poco utilizzati i dati sulle percorrenze chilometriche e per la geolocalizzazione dei veicoli.
Spiegano da Top Thousand: «Il motivo è da ricercarsi nella difficoltà di rendere compatibile il controllo dei percorsi dei veicoli con la privacy del dipendente. Non è un caso che la maggior parte delle scatole nere attive trasmetta dati solo in particolari circostanze, come i sinistri e i furti. Per il resto del tempo restano silenti».
Gianfranco Martorelli sottolinea: «L’offerta telematica sta crescendo in maniera esponenziale, accogliendo nuovi importanti servizi, anche se tra le aziende clienti si evidenziano ancora due diversi approcci: quelle che utilizzano già in maniera strategica i dati ottenuti dalle black box e quelle che invece non li sfruttano ancora, o solo parzialmente, e vorrebbero trarne maggiori benefici. In questi mesi viviamo inevitabilmente una fase di stallo, superata la quale, la telematica all’interno delle flotte potrà riprendere a crescere. Una crescita che, oltre che quantitativa, dovrà essere qualitativa».
Infatti, i fleet manager intervistati sono un po’ meno fiduciosi rispetto al passato in merito alla potenziale ulteriore diffusione delle black box: solo il 26% prevede di incrementarne il numero entro l’anno e la maggior parte delle aziende che non adotta la scatola nera non prevede di farlo, anche e soprattutto per politiche interne.
Diverse di loro hanno dichiarato apertamente di attendere il post-Coronavirus per valutare l’opportunità.