Tavares, Acea, tuona contro la Ue. L’industria dell’automotive è quella che più ha investito e sta investendo nella decarbonizzazione (leggi qui) e perciò non ci sta se i burocrati dell’Ue fissano obiettivi probabilmente poco raggiungibili, come la vendita di auto di auto full electric per il 15% del totale nel 2025 e del 30% entro il 2030. Perciò, per voce del suo presidente, Carlos Tavares, numero uno del gruppo PSA, a un mese prima delle votazioni chiave sui futuri obiettivi in materia di CO2 per le automobili in seno al Parlamento europeo e qualche settimana prima delle discussioni tra i ministri dell’Ambiente dell’ue, ha detto: “Nel contesto generale di un contesto geopolitico allarmante e di una pesante agenda legislativa, una delle sfide più importanti per il nostro settore rimane l’ulteriore decarbonizzazione. Ma in Europa esiste chiaramente un divario enorme tra le attuali vendite di auto elettriche a batteria e il parametro di riferimento della Commissione. In base a questa proposta, dovremmo passare da meno dell’1% delle vendite attuali al 30% delle vendite in meno di 12 anni”. Ma secondo gli ultimi dati pubblicati oggi dall’Acea mostrano che l’85% di tutte le auto elettriche sono vendute in soli sei paesi dell’Europa occidentale con alcuni dei Pil più alti” ha dichiarato Tavares, aggiungendo che: poiché il mercato è essenzialmente guidato dai clienti, gli obiettivi in materia di CO2 devono essere realistici, tenendo conto di ciò che le persone possono realmente permettersi”. E gli altri paesi appunto, dove con un Pil inferiore a 18mila euro, come quelli dell’Europa centrale e orientale, la quota di mercato delle auto elettriche rimane prossima allo zero?
Tavares, Acea, e il libro dei sogni della Ue… mancano le infrastrutture!
Oltre all’accessibilità economica, un’offerta equilibrata di infrastrutture di ricarica e rifornimento è una condizione preliminare per aumentare le vendite di veicoli a propulsione alternativa in tutta l’UE, visto che ad oggi dei 100mila punti di ricarica attualmente disponibili, il 76% è concentrato in soli quattro paesi, ovvero Paesi Bassi, Germania, Francia, Regno Unito. Dall’altro lato, un vasto paese come la Romania – circa sei volte più grande dei Paesi Bassi – conta solo 144 punti di ricarica (0,1% del totale UE).
“Ci rammarichiamo che la proposta della Commissione relativa agli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 per il periodo successivo al 2020 non colleghi la disponibilità delle infrastrutture agli obiettivi futuri, in quanto questi due elementi vanno di pari passo”, ha dichiarato Tavares. “Chiediamo pertanto che la legislazione preveda un “controllo della realtà” a medio termine per valutare la disponibilità delle infrastrutture e la maturità del mercato”.
Tavares, Acea, e il libro dei sogni della Ue…Ma l’industria Automotive è quella che spende di più in ricerca e sviluppo
Tavares, Acea, ha inoltre messo in guardia contro i potenziali impatti socioeconomici indesiderati di una transizione affrettata. “La nostra industria è ansiosa di muoversi il più velocemente possibile verso veicoli a emissioni zero”, ha dichiarato Tavares. “Tuttavia, tutti i membri dell’ACEA devono trasformare le loro imprese a un ritmo gestibile e che ne tuteli la redditività a lungo termine in un ambiente globale competitivo e agguerrito”.
L’industria Automotive è infatti quella che spende di più in ricerca e sviluppo in Europa con 53,8 miliardi di euro ed è anche nel settore quella che spende di più rispetto agli altri Continenti, più del settore farmaceutico e di quello tecnologico, coprendo il 27% della spesa totale. Rispetto ad altre regioni del mondo, il settore automobilistico dell’UE è di gran lunga all’avanguardia in termini di investimenti in R&S. Il Giappone si colloca al secondo posto nella classifica mondiale con un investimento di 29,8 miliardi di euro all’anno, seguito dagli Stati Uniti con 18,5 miliardi di euro. Al quarto posto figura la Cina, con 5,4 miliardi di euro, pari a solo un decimo della spesa annua dell’UE.
Affrontando un altro tema caldo del momento, Tavares si è anche dichiarato molto preoccupato per quanto potrà accadere nel mondo automobilistico a causa delle decisioni di Trump riguardo i dazi: “Le barriere tariffarie non sono utili a nessuna delle due parti…i produttori di automobili europei e statunitensi hanno interessi reciproci e l’impatto sull’economia globale delle misure prese dall’amministrazione Trump è potenzialmente enorme, minacciando il commercio e la libertà di movimento”.