fringe benefit 2024

Tassazione fringe benefit 2025: auto aziendali elettriche in soglia esenzione, termiche tartassate

Le nuove aliquote per tassazione auto aziendali da nuovo contratto 2025: Bev ai minimi di imposta, termiche a nuovi massimi. Come evitare il salasso

E tanto tuonò, che piovve: salgono le imposte per auto aziendali termiche, calano, per le elettriche, poco meglio trattate le ibride ricaricabili. La nuova manovra finanziaria del governo italiano prevede forti novità, da gennaio 2025, per la tassazione delle auto aziendali.

Uno scossone, per certi equilibri, ma nemmeno imprevedibile conoscendo direttamente o anche solo per letti, i pareri di molti in Europa.

Al netto di teorie o visioni concrete, sui motori, in Italia dall’anno prossimo le nuove auto aziendali in uso promiscuo ai dipendenti dovrebbero aumentare non poco la tassazione (Irpef e contributiva in busta paga al lavoratore e per l’azienda) se il motore è diesel o benzina, favorendo nettamente la auto alla spina. Questo secondo l’attuale disegno della Legge di Bilancio.

Tassazione auto aziendali in vigore, Fringe Benefit

Attualmente il fisco italiano tassa già le auto aziendali in funzione delle emissioni ed è dal 2020 che sono in vigore le medesime aliquote, per fringe benefit: 25% per veicoli con emissioni CO2 inferiori a 60 g/km (ovvero elettriche e ibride ricaricabili); 30% per veicoli con emissioni superiori a 60 g/km ma entro 160 g/km; 50% per veicoli con emissioni superiori a 160 g/km ma entro i 190 g/km; 60% per veicoli con emissioni oltre 190 g/km.

Usando le Tabelle ACI ci si riferisce a una percorrenza di 15.000 km, calcolando il costo chilometrico di esercizio desumibile dai valori indicati per il modello. Ci sono poi le soglie di esenzione (1.000 e 2.000 euro) che neutralizzano il peso del fringe benefit riconosciuto dal datore di lavoro.

Effetti della manovra 2025, tasse dimezzate per le Bev

Ora però la manovra rivede le regole per il calcolo del benefit nei nuovi contratti, stipulati dal 1 gennaio 2025, i criteri di determinazione dell’imponibile cambiano: non emissioni ma il tipo di alimentazione. Le nuove percentuali sono:

  • 10% in caso di attribuzione di veicoli elettrici a batteria;
  • 20% in caso di assegnazione di veicoli elettrici plug-in ibridi;
  • 50% in tutti gli altri casi.

Le percentuali si applicano all’importo forfettario determinato tramite il costo chilometrico su base dati Aci, le note Tabelle, su percorrenza convenzionale (annua di 15mila chilometri).

Aumenti e diminuzioni

Per le vetture alimentate a diesel o benzina, la percentuale per determinare la partecipazione al reddito imponibile del dipendente sale al 50% il che per alcuni modelli oggi tassati al 30% vorrebbe dire aumento del 66%.

Al contrario, le auto aziendali elettriche, con un’aliquota 2025 del 10% abbattono talmente i costi da poter più facilmente rientrare nella soglia di esenzione di fringe benefit. Meno netto ma sensibile per le aziende, il nuovo vantaggio delle auto aziendali plug-in: la percentuale di determinazione del benefit si livella al 20%.

Come evitare l’incremento tasse auto aziendali 2025

Non è stato subito chiaro a tutti se i contratti stipulati entro fine 2024 seguano le vecchie regole qualora l’immatricolazione e la consegna del veicolo avvenga nel 2025. In teoria il diritto nasce al momento della stipula ma l’oggettività con il numero targa è del nuovo anno.

 Data contratto anticipata e immatricolazione 2025

Una corretta visione della normativa, a oggi e secondo la maggior parte degli esperti fiscali, porta però a considerare che si possa prevenire la maggiore imposta, in molti casi, agendo rapidamente.

Chi voglia evitare le nuove aliquote dei fringe benefit 2025, potrebbe stipulare il contratto tra datore di lavoro e assegnatario del veicolo indicando il preciso modello, entro il 31 dicembre 2024. In questo modo, si concorda già tra le parti l’uso della tal auto aziendale, indicata e poi successivamente disponibile (es. da un noleggiatore) nel 2025. Il contratto è efficace dalla data firma e quella che segue è solo l’esecuzione a carico del datore di lavoro (che si vincola alla realizzazione del contratto consegnando il veicolo appena il fornitore glielo permetterà).

Rimborsi e deducibilità ricariche Bev e Phev

Tema caldo quello delle ricariche, in ambito fiscale. Da un lato l’agenzia delle Entrate ha recentemente indicato il consumo di energia non rientrante nel fringe benefit, quindi come un rimborso spese. Rimborsi che devono essere assoggetti a tassazione. Dall’altro successivamente è stata data piena equiparazione al carburante, per l’energia elettrica destinata alle ricariche di auto alla spina. Sia ai fini Iva che delle imposte.

Dunque le ricariche sono deducibili dal reddito di impresa (nei limiti dei commi 1 e 1-bis art. 164 Tuir). Resta a carico del contribuente dimostrare l’entità e il costo dell’energia usata, per la ricarica dell’auto aziendale (cosa fattibile tramite tool che ne tengano traccia precisa).

Limiti imponibilità

Da considerare, per alcuni casi, che il Ddl Bilancio conferma la deroga all’articolo 51, comma 3, del Tuir: non sono quindi imponibili, entro il limite di 1.000 euro (2.000 con figli fiscalmente a carico), il valore di beni e servizi offerti ai dipendenti compresa l’auto concessa in benefit, oltre ai rimborsi per utenze domestiche e i canoni di affitto/mutuo sull’abitazione principale.

5 comments

Buongiorno, vorrei capire se si intende data di immatricolazione della vettura nel 2025 o contratto di leasing stipulato con leasing company nel 2025. La nuova manovra e’ confermata ufficialmente?

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