Lo studio Smart Mobility Report 2021 conferma pienamente l’avanzata della mobilità sostenibile. E l’allestimento dell’infrastruttura non è così pessima come le cronache di stampa amano raccontarci. La ricerca di Energy & Strategy, gruppo di ricerca della School of management del Politecnico di Milano, è stata presentata al Campus di Bovisa nella consueta modalità di dibattito fra i partner, affiancata dalla utile e preziosa disamina dei dati raccolti da parte degli analisti che da 4 anni conducono l’analisi. I dati raccolti si riferiscono al 2020.
Quest’anno il Rapporto aggiunge un cluster di analisi che riguarda le flotte.
Studio Smart Mobility Report 2021: per la prima volta il focus sulle flotte aziendali
Il 15% degli acquirenti di auto elettrificate appartiene al mercato delle company cars.
«Dall’analisi emerge una diffusione molto interessante di veicoli elettrici all’interno delle flotte delle imprese rispondenti (oltre 40), pari a circa il 18% dello stock complessivo includendo Bev e Phev», spiega Simone Franzò, direttore degli Osservatori di Smart mobility ed electricity market della società milanese.
Al pari dei consumatori nel senso più ampio, le ragioni principali che incentivano le aziende all’adozione di veicoli elettrici sono la riduzione delle emissioni quindi il perseguimento di obiettivi di sostenibilità ambientale. Il che si traduce in una buona immagine green, come noto oggi fulcro del bilancio di sostenibilità.
Tuttavia, il campione intervistato non nasconde le barriere. Sulle quali non ci sono novità.
L’autonomia limitata del veicolo rispetto all’utilizzo (citata nell’82% dei casi) rimane l’ostacolo primario all’adozione. Segue il cambiamento di abitudini d’uso del veicolo (76%): qui sta il freno principalmente culturale. Inoltre, domina una percezione diffusa sull’inadeguatezza dell’infrastruttura di ricarica pubblica in relazione alle abitudini d’uso della flotta, nonché l’elevato costo iniziale della vettura.
Come vedremo, in parte si tratta di motivazioni non avvalorate dai dati.
BMW e Volkswagen tra i partner della ricerca di Energy & Strategy
Forte di un consolidato rapporto di partnership con la filiera dell’automotive e delle utility (anche noi di MissionFleet collaboriamo come media partner, ndr), lo Smart Mobility Report 2021 sensibilizza i partecipanti alla ricerca. Tra loro Bmw Italia con Luca Di Mola, sales & marketing Bmwi ed e-mobility manager: «Per Bmw la decarbonizzazione è un percorso iniziato nel 1972, dotando il team olimpico di auto elettriche ai Giochi di Monaco, mentre oggi il focus è l’intero processo produttivo, inclusa la consegna del prodotto, selle sue parti e per ogni brand del gruppo. In questo senso, la marca Mini sarà già completamente elettrica nel 2030. Tuttavia, se le Case stanno facendo tanti sforzi e anche chi realizza l’infrastruttura, occorre un’accelerazione governativa e un input mediatico più forte per diffondere cultura della mobilità elettrica sul consumatore finale».
La ricerca sottolinea la resilienza dell’auto elettrica durante l’anno del lockdown.
Immatricolazioni di auto elettriche e plug in
Nel 2020 sono state immatricolate in Italia 59.875 auto elettrificate (+251% rispetto all’anno precedente). Di esse 32.500 sono full electric (+203%) e 27.375 Phev (+334%).
In termini relativi, si è trattato del 4,3% sul totale delle immatricolazioni (pari a quasi 1,4 milioni) registrando un incremento pari a +3,4% rispetto all’anno precedente. Nei primi nove mesi del 2021, il trend di elettrificazione relativo alle autovetture si è ulteriormente rafforzato, facendo registrare un complessivo di circa 100.000 veicoli Bev e Phev.
Il merito va agli incentivi all’acquisto, in prima battuta. Poi all’offerta di modelli con maggiore autonomia di percorrenza. Tra l’altro, lo strumento dell’Ecobonus è stato rimpinguato da ulteriori fondi per le immatricolazioni avvenute tra il 1° agosto 2020 ed il 31 dicembre 2020 (Decreto «Rilancio») e per quelle tra il 1° gennaio 2021 al 31 dicembre 2021 (Legge di Bilancio 2021).
Osserva Stefano Sordelli, future mobility manager di Volkswagen Italia: «Occorre velocizzare sull’infrastruttura di ricarica per produrre un ingaggio più importante del consumatore finale, inoltre è importante che l’approccio della produzione sia circolare. Per quanto ci riguarda, analizziamo già le batterie delle auto elettriche con questa prospettiva, Valutando, ad esempio, come trasformarla nella sua seconda vita».
Le auto elettriche nel mondo
A livello globale sono stati registrati quasi 3,2 milioni di passenger cars e Lcv elettrificati (sia Bev che Phev) nel 2020, registrando un tasso di crescita del 43% rispetto all’anno precedente.
La quota di mercato è del 4,2%. Nel complesso, questi numeri portano ad uno stock complessivo di oltre 10 milioni di unità.
L’Europa è il più grande mercato con quasi 1,4 milioni di veicoli (+137% rispetto al 2019), sorpassando la Cina con oltre 1,3 milioni di veicoli immatricolati (+12%). Seguono gli Stati Uniti, con quasi 330.000 unità (+4%).
Fra gli altri paesi, si evidenziano i risultati di Sud Corea (+55% vs 2019), Canada (-7%) e Giappone (-28%) con immatricolazioni rispettivamente pari a 52.000 unità, 47.000 unità e 31.000 unità.
La forte accelerazione del mercato degli EV emerge anche dallo switch da 3 a 7 Paesi europei con una market share elettrica a doppia cifra.
Classifica dei Paesi europei e immatricolazioni di auto elettrificate
Germania, con più di 394.000 auto immatricolate (+263% rispetto al 2019)
Francia, 185.000 (+202%)
Regno Unito, 175.000 (+140%)
Norvegia, 106.000 (+33%)
Svezia, 94.000 (+133%)
Olanda, 89.000 (+34%)
Confronta con lo Smart Mobility Report 2020 in questo articolo.
Fotografia dell’infrastruttura di ricarica elettrica
«L’infrastruttura di ricarica è andata di pari passo all’offerta», continua il Rapporto.
A luglio 2021, si stimano circa 21.500 punti di ricarica pubblici e privati ad accesso pubblico presenti in Italia (+34% year on year), con una distribuzione disomogenea tra le regioni.
In particolare, Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Trentino Alto Adige, Lazio e Veneto presentano oltre i 1.500 punti ognuna. Seguono Sicilia, Puglia, Liguria, Sardegna e Abruzzo tra 500 e 1.000. Le altre Regioni presentano una numerosità inferiore a 500 attacchi.
«Urge intervenire con le ricariche ultra fast in autostrada e in assi viari ad alta percorrenza», sottolinea il professor Franzò. Questi rappresentano solo il 9% del totale. Infatti, il 90% dei punti è di tipo «normal charge».
Decisamente elevato il numero di wallbox installate (ricariche private ad uso tale, ndr): nel 2020 sono oltre 24.000, più che triplicati. Il 60-65% a casa, il 35-40% in azienda.
Quali sono i fattori incentivanti lo sviluppo della mobilità elettrica dal punto di vista dei Cpo, cioè i charge point operator (installatori e manutentori delle colonnine)?
Secondo Neogy, del Gruppo Alperia è importante coinvolgere i territori. Cioè la Pubblica Amministrazione: «Conosce il valore attrattivo delle location di installazione, perciò consorzi locali, strutture alberghiere, operatori in genere che vogliono entrare nel business della mobilità sostenibile possono mettere la loro conoscenza della macchina amministrativa locale per individuare il luogo migliore dove alloggiare l’infrastruttura. Questo significherebbe predisporre standard unici che sappiamo essere la modalità apprezzata per un’adozione più estesa. Coinvolgere il tessuto locale dovrebbe partire da un approccio di condivisione, mettendo a disposizione dei partecipanti la piattaforma dei servizi operativi che sarebbe altrettanto opportuno realizzare con “maestranze” del luogo. Senza dimenticare che i fruitori hanno bisogno di pagamenti e customer care semplici e pronti a rispondere alle domande nel momento in cui si accede alle colonnine».
Nel mondo, sono 1.300.000 i punti di ricarica, in crescita di oltre il 51%. In Europa 285mila.
Scarica la ricerca “Smart Mobility Report 2021” da questa pagina.
L’offerta a 116 modelli BEV e PHEV in Italia
Lo Smart Mobility Report 2021 recensisce 116 modelli elettrificati nel nostro Paese: 71 Phev e 45 Bev. Negli ultimi cinque anni il numero è sestuplicato.
Per quanto riguarda i segmenti, nelle auto elettriche pure i B e C coprono il 50% delle proposte sul mercato. Per le utilitarie di classe A è segnalata una diminuzione di tariffe del 12%.
Le auto ibride plug in vedono, invece, la concentrazione nei segmenti C e D che insieme coprono oltre il 75% dell’offerta.
Il Rapporto conclude con l’analisi di tre scenari della mobilità sostenibile per altrettante condizioni favorevoli: il primo “Bau”, cioè senza nessun intervento o incentivo (business as usual); il secondo “Pod” (policy driven) e il terzo Dec (decarbonization), che beneficia della più elevata spinta da parte dei legislatori.
Rimandiamo alle pagine di MissionFleet 5 di novembre per una più approfondita lettura.
Nel 2019, lo Smart Mobility Report ci svelava il risparmio sul TCO di un’auto elettrica.