Cosa accade se chi compra un’auto magari elettrica o ibrida con gli incentivi economici 2024, vede un ritardo nella consegna della Bev o Phev fino a oltre 180 giorni? Se si perde il grosso bonus economico, si deve ugualmente ritirare e pagare l’auto? E, nel caso, di chi è la colpa: produttore, concessionario o altri?
In effetti non è scontato che oggi giorno le nuove auto arrivino in consegna rapida, dopo l’ordine. Mentre per avere diritto agli incentivi, ecobonus, l’auto elettrica o ibrida acquistata nuova dev’essere immatricolata entro i sei mesi, o meglio 180 giorni, dalla data di prenotazione dell’incentivo (da parte del concessionario). Salvo che il termine dell’incentivo sia prorogato, come pare secondo alcune fonti, addirittura a 270 giorni.
Recedere da contratto se l’auto in ritardo consegna perde l’ecobonus
In ogni caso, proroga del termine immatricolazione per avere comunque l’ecobonus o meno, una mancata consegna dell’auto elettrica o ibrida incentivata entro i termini previsti per fruire degli incentivi, come indicati nel contratto di acquisto, permette al consumatore, automobilista, di recedere dal contratto.
Questo inn base alla legge (art. 1353 e seguenti Codice civile) e ottenendo anche il rimborso della caparra versata, volendo.
Attenzione però alla circostanza dove si perda la fruizione dell’incentivo ma, non dicendo nulla, si resta obbligati all’acquisto dell’auto nuova, elettrica o ibrida a prezzo pieno: solo dimostrando l’inadempimento della controparte cambiano le cose a quel punto, e una volta dimostrato, si potrebbe pretendere anche il doppio della caparra (art. 1385 e seguenti Codice civile).
Infine, restano ovviamente anche ulteriori accordi negoziali possibili, da parte del consumatore, con il concessionario o la casa automobilistica.