Impianti di ricarica dei veicoli elettrici: a che punto siamo? Questo il tema al centro della seconda parte del nostro evento MissionForum Talks, in programma a Milano il 15 luglio scorso. Durante il dibattito dal titolo “Per un approccio consapevole all’elettrificazione della flotta”, i fleet manager hanno avuto l’opportunità di rivolgere le loro domande a Simone Costantini, Ceo di Fleet Support, e a Michele Peruzzi, supplier country manager e-Mobility Italy di Dkv Euro Service.
Un botta e risposta da cui è emerso che, in tema di infrastrutture pubbliche e private, i dubbi delle aziende sono ancora tanti, tra difficoltà nella scelta del fornitore giusto, incertezze sulle tariffe per la ricarica dei veicoli elettrici e pratiche burocratiche troppo complesse.
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Ricarica dei veicoli elettrici, la burocrazia rallenta la crescita
E proprio su quest’ultimo tema si è incentrata una domanda di Luigi Fanizzo, fleet, facilities & building manager di Epson Italia. «La burocrazia è un grosso scoglio. Ad esempio, per realizzare un’infrastruttura per la ricarica dei veicoli elettrici in un super condominio, tra permessi e adempimenti, come si può fare?».
«Effettivamente gli adempimenti burocratici sono tanti e gli scenari possibili sono diversi», afferma Michele Peruzzi. «Si va da quello più semplice, in cui occorre presentare un progetto dettagliato all’amministratore del condominio, che si sincera dei permessi necessari prima di procedere (ad esempio la Scia, segnalazione certificata di inizio attività), fino a situazioni più complesse, come il progetto di installazione di una stazione di ricarica in un parcheggio pubblico a uso privato. Ciononostante, si tratta di procedure non insormontabili. In Italia, a breve, lanceremo delle soluzioni per l’installazione di sistemi di ricarica privati, in partnership con un altro operatore».
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Il partner giusto, una scelta da non sottovalutare
Ma come si sceglie il partner giusto per la realizzazione di un’infrastruttura per la ricarica dei veicoli elettrici? Simone Costantini non ha dubbi: «Gli attori coinvolti in questo tipo di progetti sono tanti: ad esempio il fornitore dell’hardware, ovvero le colonnine; il fornitore dell’energia; gli installatori certificati. E ancora, il geometra e gli architetti, qualora sia richiesta la presentazione di una Scia». Per questo, per portare avanti il progetto in maniera fluida e senza perdere troppo tempo, «può essere utile rivolgersi a un consulente che sia adeguatamente formato sul tema. Un partner sappia mantenere le fila del progetto, grazie soprattutto ai rapporti di collaborazione instaurati nel tempo con i vari attori coinvolti».
L’infrastruttura di ricarica dei veicoli elettrici è inadeguata?
Tutti i fleet manager presenti a MissionForum Talks erano accomunati dal timore che il numero degli impianti per la ricarica dei veicoli elettrici oggi sia insufficiente a garantire un utilizzo senza intoppi di questi mezzi. Anche se attualmente sono ormai disponibili sul mercato delle quattro ruote full electric dalle ottime prestazioni e dall’elevata autonomia, infatti, permangono le difficoltà per i viaggi sul territorio: a chi compie più di 3-6000 km al mese, la rete può dare “grattacapi”.
Serve solo pianificazione del viaggio in elettrico
Simone Costantini al riguardo è ottimista: «C’è una diffusa “ansia da elettrico” che si perde solo guidando questo tipo di veicoli», ha commentato. Aggiungendo che fare percorsi lunghi con un’auto elettrica oggi si può, ma occorre pianificare il percorso.
«Viaggiare sul territorio è possibile, purtroppo, in maniera differente a seconda del brand di auto scelto e dei tratti percorsi. Oggi l’unico marchio che consente un uso al pari dei veicoli tradizionali è Tesla, perché è proprietaria di stazioni di ricarica. Nel centro-nord Italia è possibile utilizzare anche i prodotti di altre Case, ma attualmente le stazioni di ricarica fast sono poche”.
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Lo stato dell’arte della rete di ricarica italiana
«Oggi la rete italiana è sufficientemente sviluppata (circa 15.000 punti di ricarica pubblica rilevati a gennaio 2021 di cui 14.000 “lenti” e 1000 “veloci”) in relazione al parco elettrico attualmente circolante elettrico» ha spiegato Costantini. «Si conta una colonnina ogni 7 veicoli circolanti, con le consuete disparità tra il Nord e il Sud della penisola. Se l’immatricolato elettrico italiano passasse dall’attuale 3,1% sul totale delle immatricolazioni (dato da gennaio a maggio 2021) al 10-15%, assisteremmo di sicuro al formarsi di code presso le stazioni di ricarica più veloci, che comporterebbero tempi di viaggio molto più lunghi».
Veicoli ibridi plug in: la soluzione della transizione energetica?
Per ovviare all’inadeguatezza della rete, la soluzione sono i veicoli plug in?
Non ne è convinto Simone Costantini: «Ad oggi solo i veicoli elettrici offrono una reale convenienza in termini di risparmio di CO2 e sostenibilità. Ritengo che l’introduzione di auto ibride in flotta dovrebbe essere accompagnato da un piano aziendale di supporto. Che preveda, ad esempio, il rimborso al dipendente della ricarica sulla colonnina anziché quello del carburante tradizionale».
Su questo tema ha espresso un parere opposto Claudio Sposato, head of general services, real estate & security di Engie Italia: «Non sono d’accordo che le auto plug in siano inutili. Oggi non siamo ancora in condizioni di avere solo veicoli full electric proprio per l’assenza di un sufficiente numero di punti di ricarica. E forse arriveremo a una situazione adeguata tra una decina d’anni».
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L’infrastruttura di ricarica elettrica dell’auto cresce
Nonostante le incertezze che ancora accompagnano la transizione verso l’elettrico, questo segmento di mercato è in crescita.
«Entro il 2030 si prevedono – ha detto Peruzzi – tra i 95mila e il 130mila punti di ricarica dei veicoli elettrici pubblici, a cui si aggiungeranno trai 2,3 e i 2,9 milioni di punti privati, contro gli attuali 600mila. Ovviamente per confermare queste previsioni occorrono delle efficaci politiche di incentivazione, anche a livello europeo».
Il servizio giornalistico sulla tavola rotonda di MissionForum Talks con i fleet manager, Dkv e Fleet Support sarà pubblicato su MissionFleet numero 4 in distribuzione da settembre.
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