I programmi ibridi di Audi, sfiorata dallo scandalo emissioni

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Si fa ibrido il futuro delle auto Audi. L’azienda tedesca ha infatti reso noto che nel giro di 10 anni tutti i nuovi modelli che usciranno dagli stabilimenti (con l’eccezione della gamma e-tron basata sull’alto voltaggio) saranno dotati dei nuovi sistemi mild-hybrid.

Si inizierà nel 2016, quando Audi introdurrà la rete di bordo parziale a 48 Volt in un nuovo modello, che sarà dotato anche di compressore ad azionamento elettrico e della stabilizzazione antirollio attiva elettromeccanica. L’alternatore lavorerà ancora su base 12 Volt, un convertitore DC/DC collegherà la rete a 12 Volt alla rete di bordo parziale a 48 Volt.

La tappa successiva è stata programmata per il 2017, quando verrà introdotto il sistema mild-hybrid su base 48 Volt. Quasi contemporaneamente seguirà il sistema mild-hybrid su base 12 Volt.
All’indomani della presentazione dei programmi ibridi, anche le auto Audi entrano prepotentemente nello scandalo dei motori i cui livelli di inquinamento sarebbero stati truccati. Secondo fonti americane, i vertici del marchio di lusso del brand Volkswagen, infatti, avrebbero ammesso alle autorità statunitensi che anche 85.000 vetture sarebbero state dotate di un software in grado di superare i controlli che misurano i livelli di emissioni.
Tale software è stato installato in tuti i motori diesel 3mila cc venduti dal 2009 a oggi, che hanno equipaggiato anche Porsche e alcune auto VW.
In base alle informazioni raccolte in questi giorni dal Financial Times, alcuni manager Audi sarebero volati negli Stati Uniti per incontrare i vertici dell’Agenzia per la protezione dell’Ambiente (Epa), intenzionata a far luce sullo scandalo emissioni. In quest’occasione i manager avrebbero detto agli investigatori di aver violato il “clean Act“, ossia quella legge secondo cui un costruttore auto è tenuto a comunicare alle autorità qualunque utilizzo dell’Aecd (Auxiliary emission control device) vale a dire l’apparecchiatura ausiliaria che controlla le emissioni.
Il costruttore tedesco sarebbe già al lavoro per trovare una rapida soluzione per correggere il problema, tenendo presente che un aggiornamento di questo software di controllo potrebbe costare al gruppo VW fino a 50 milioni di euro.
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