Carnier fleet manager

Professione Fleet manager, Europa: intervista a Christoph Carnier

Intervista a uno dei maggiori fleet manager del continente, Christoph Carnier della Merck: cosa ne pensano della transizione automobilistica in Germania (dove il 30% di flotta è "alla spina)

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Dopo anni di presenza sulle pagine di MissionFleet, la rubrica “Professione Fleet manager” tocca anche le pagine web di Missionline.it con approfondimenti che riguardano il mondo estero, non solo l’Italia e oggi in particolare, la flotta del signor Carnier.

In questa occasione a parlare è uno dei manager più rilevanti nel panorama europeo. Christoph Carnier è infatti Senior Director – Head of Procurement Category Travel, Fleet & Events della Merck. Per chi non lo sapesse, un colosso della farmaceutica che vanta la più longeva storia nel settore e opera globalmente.

La sede di lavoro di Carnier, uno che è in azienda dal 1992, se vogliamo misurarne l’esperienza, è a Darmstadt. Ma le flotte della grande compagnia tedesca si estendono ben oltre i confini nazionali, essendo presente in altre aeree dell’Europa e del mondo intero.

Al netto di questo, parliamo con chi segue anche il mondo Travel delle aziende (quale presidente della VDR) ama tennis, ciclismo e anche certe belle vetture italiane del glorioso passato, direttamente dei nostri temi caldi: quelli noti per la transizione, che nelle flotte si sta vivendo prima e più che altrove, almeno in Italia.

Quanto è grande la vostra flotta, quante auto gestite tra sede nazionale e continente che vi compete?

“In tutta Europa abbiamo 2.470 auto”.

Di queste alcune sono in proprietà, o solo tramite possesso finanziato?

“Il 100% delle nostre auto sono in leasing”.

Quale percentuale dei vostri veicoli è elettrificata con spina, ovvero Bev e Phev?

“Al momento contiamo 517 modelli PHEV, ibridi e 182 EV, elettrici, ma questi numeri stanno crescendo (quindi oltre il 30% di flotta con spina ponderato a livello sovranazionale, ndr)“.

Cosa ne pensa della transizione prevista nettamente per alcuni Paesi europei verso l’elettrico? Credete che possa avvenire anche in qualche altro modo (come eFuels)

“Al momento sembra che siamo in una transizione verso le nuove tecnologie, qualunque cosa siano. Stiamo assistendo a ingresso di motori elettrici, a celle a combustibile, ibridi e a combustione a basso consumo o con eFuel. Una cosa è certa, ci sarà un cambiamento verso motori più sostenibili mentre restano in funzione gli altri, ma quello che attualmente mi manca è la visione a 360°.

Su questi dati su cosa accade nella produzione e nell’approvvigionamento delle materie prime, elementi non molto visibili per i clienti e invece, questi dovrebbero essere una parte cruciale.”

Avete previsto un budget dedicato per l’elettrificazione e la gestione della ricarica nella flotta?

“Sì, abbiamo aumentato il budget mensile per il leasing e supportiamo anche l’installazione di una wallbox a casa dei driver”.

Avete qualche limite sui modelli presenti nell’elenco delle auto, in car-list?

“Sì, abbiamo accordi con produttori selezionati che si adattano ai nostri piani, di gestire una flotta auto sempre più sostenibile”.

Cosa ne pensa delle auto ibride plug-in?

“Un giudizio che dipende dall’utilizzo, nel momento di transizione sono interessanti dove alcuni modelli hanno già autonomie EV vicino o superiori a 100 km. Ma la tecnologia è complicata, pesante, ha bisogno di spazio e non è sicuro che resisterà a lungo termine”.

Il vostro governo sostiene il vostro lavoro, dal punto di vista fiscale?

“Purtroppo no. Le aziende hanno l’obbligo legale di ridurre la propria impronta di CO2 e questo riguarda tutti i settori, non solo il parco auto. Quindi abbiamo molti colleghi che devono lavorare, su questo argomento”.

C’è qualcosa che le piace, desidererebbe avere, delle normative di altri Paesi riguardo alle auto aziendali?

“Ci sono alcuni Paesi che sono stati più rapidi nella costruzione dell’infrastruttura di ricarica e hanno un programma di tassazione più semplice. Soprattutto in Germania la situazione diventa complessa e aumenta il carico di lavoro amministrativo, dal lato fiscale e delle buste paga. Questo potrebbe sicuramente essere migliorato, anche da noi”.

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