Polestar è sempre più determinata a utilizzare i propri design e tecnologie per accelerare il passaggio alla mobilità sostenibile. Obiettivo? Avere un reale impatto positivo sulla società. Alla luce di queste scelte, ha deciso rende pubblici tutti i dettagli dell’impronta di carbonio relativi ai suoi modelli.
Fredrika Klarén, Head of Sustainability di Polestar, ha confermato la necessità di stabilire a priori dei bilanci di carbonio per tutte le vetture, così da raggiungere il traguardo di zero emissioni nette. “Durante lo sviluppo del prodotto di Polestar 4, il suo bilancio di carbonio ha influenzato ogni aspetto, dalle scelte dei materiali alle fonti di energia per gli stabilimenti” – ha spiegato la Klarén – “Condividere l’LCA ci permette di dimostrare che possiamo perseguire l’obiettivo di zero emissioni nette – una tonnellata di CO2e alla volta.”
Il costruttore svedese di veicoli elettrici ritiene che, per poter essere una forza trainante nel passaggio alla mobilità sostenibile, l’industria automobilistica deve puntare anche sulla trasparenza. I suoi Life Cycle Assessment (LCA) riassumono l’impatto climatico in un numero facilmente comprensibile. In questo modo i consumatori potranno prendere decisioni consapevoli quando acquistano un’automobile.
Polestar 4, i dati LCA
I dati di LCA considerano una serie di fattori nel ciclo di vita di un’auto. Quelli riportati in questa versione rivelano l’impronta di carbonio delle auto, che include l’acquisizione di materiale attraverso la produzione del prodotto ed esclude le fasi di utilizzo e fine vita.
Polestar 4 conferma il più basso impatto di CO2, a partire da 19,4 tonnellate al momento del lancio.
La vettura è prodotta presso lo stabilimento SEA di Geely Holdings a Hangzhou Bay, in Cina, che, per la prima volta, ha incluso nella valutazione anche i dati relativi alla quota di alluminio riciclato. Il minore impatto climatico è in parte determinato dalla scelta dei materiali: in questo caso l’alluminio è a basso tenore di carbonio perché proviene da fonderie che utilizzano energia idroelettrica.
Disponibile inizialmente in Cina, la versione Polestar 4 Standard Single motor è dotata, come anticipato, di un’impronta di carbonio di 19,4 tCO2e, mentre la Single motor Long range 19,9 tCO2e. Long range Dual motor, invece, 21,4 tCO2e.
L’alluminio rappresenta il 23-24% dell’impronta di carbonio, mentre l’acciaio e il ferro ne costituiscono il 20% e i moduli batteria rappresentano la quota più alta dell’impronta di carbonio della produzione e della raffinazione dei materiali al 36-40%.
Polestar, gli obiettivi per il futuro
Se il marchio svedese ha in previsione una line-up di cinque veicoli elettrici ad alte prestazioni entro il 2026, è perché segue la strategia di “Polestar 0”. Si tratta di un progetto ambizioso che vuole produrre una vettura veramente neutrale dal punto di vista climatico entro il 2030.
Un’iniziativa che sfida i fornitori e l’industria automobilistica in generale affinché il senso di urgenza dettato dalla crisi climatica possa guidare verso lo zero.
–> Tra i modelli Polestar più papabili in flotte 2023 e 2024, ovviamente la Polestar 2, di recente oggetto di un nostro test drive reale, con video.